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venerdì, 29 Marzo 2024

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Sforbiciate in assenza di strategie di sviluppo, in provincia a rischio 14 uffici e 38 posti di lavoro

E’ questione di giorni, poi la scure annunciata si abbatterà sugli uffici postali di Arezzo e provincia con esiti senza ritorno: 14 sportelli sono a rischio di chiusura totale, più altri 6 in odor di razionalizzazione con conseguenti esuberi di personale per un servizio che rischia il collasso totale. Già nel maggio scorso il Consigliere regionale del Pdl Stefano Mugnai aveva dato l’allarme presentando, a difesa del servizio sul territorio, una mozione per impegnare la Regione a occuparsi della faccenda, arrivando a chiedere di «segnalare il caso all’Autorità di vigilanza governativa competente che valuterà se applicare le relative sanzioni a carico di Poste Italiane spa».

Ma il punto è che ora ci siamo, e nella provincia di Arezzo l’impoverimento del servizio appare grave. Sì perché qui, spiega Mugnai, rischia di venir meno il principio di ‘servizio universale’ sancito per legge e vincolato a parametri quanti-qualitativi giuridicamente definiti: «Con il taglio di 32 zone di recapito – riflette l’esponente del Pdl – verrebbe meno del tutto questo principio che dovrebbe garantire il servizio ai cittadini. Insieme ad esso, salterebbero 38 portalettere solo nella provincia di Arezzo e oltre 600 in tutta la Toscana».

Nell’Aretino, infatti, si starebbero incamminando verso la chiusura 14 uffici postali. Sono quelli di Moncioni, Montegonzi e Pietraviva in Valdarno, di Porrena, Santa Mama, Serravalle di Bibbiena, Camaldoli, Partina e Moggiona di Poppi in Casentino, di Ciggiano, Civitella della Chiana, Centoia, Marciano e Frassineto in Valdichiana. «Sostanzialmente – osserva Mugnai – si va a chiudere proprio laddove i territori sono più poveri di servizi e dove la popolazione risulta già maggiormente isolata». Ma non basta, perché in più a questo si andrebbe verso la riorganizzazione di 6 di uffici: quelli di Faltona, Borgo alla Collina, Campogialli, Monte San Savino centro storico e Monterchi.

Mugnai è chiaro: «Un simile piano stravolgerebbe la distribuzione della corrispondenza con conseguenze catastrofiche sulla qualità dei servizi offerti», anche perché «tale piano di riduzione dei costi non sarebbe supportato da una strategia di sviluppo per rilanciare il settore». E allora? Mugnai ribadisce il suo appello alla Regione per avviare una controffensiva ad ampio spettro, convocando la direzione regionale di Poste Italiane per «scongiurare i disagi alla popolazione di Arezzo e della Toscana prospettando soluzioni alternative ai tagli occupazionali». Non solo: negli impegni richiesti alla giunta ci sono la segnalazione all’Autorità di vigilanza, si diceva, ma anche l’individuazione di «misure di sostegno economico ai comuni più disagiati per garantire i servizi di prossimità e quelli postali come per altro previsto dal Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 60 del 2009».

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