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giovedì, 12 Dicembre 2024

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Soci: la piazza delle promesse vane

di Anselmo Fantoni – Ci risiamo, la piazza di Soci va rifatta. Non stiamo parlando di un’opera complessa, un viadotto malandato, un immobile cadente, una foresta da salvare, no, solo un grande pavimento in cui non si possono parcheggiare auto ma si possono far salire furgoni per mercati e fiere varie.

Ricordo quando fu deciso nel secolo scorso il rifacimento del parcheggione che prima serviva il piccolo borgo pullulante di attività commerciali, sempre pieno di auto, anche allora ci fu un’assemblea pubblica, nei locali parrocchiali, dove veniva magnificato il progetto; costò più di cento milioni di lire solo per la progettazione di un grande architetto fiorentino, fu chiuso anche un distributore, il cui posto oggi è occupato da più gradevoli tavolini di un bar, chiusa una via per dar spazio a quelli di un ristorante.

In quella sera soltanto due cittadini provarono a dire che un’opera così pensata non sarebbe servita al paese, tutti gli altri zitti, opposero il fatto che togliere parcheggi avrebbe danneggiato il tessuto commerciale, che forse sarebbe stato meglio incrementarli, fu risposto che sarebbero stati realizzati nuovi posti macchina in via Gramsci, in via dell’Orto e anche di più.

Attualmente i posti di via Gramsci non ci sono, anzi al loro posto ci sono degli appartamenti, quelli in via dell’Orto avrebbero bisogno del rifacimento della pavimentazione, realizzata non molto bene e che oggi appare sconnessa in molti punti. Questo è già il secondo intervento di ripavimentazione a Soci, il primo ha riguardato l’asportazione dell’asfalto dalle lastre di Piazza “Padella” (Umberto I), a breve toccherà anche al parcheggio di via dell’Orto?

Forse è anche per queste opere non proprio realizzate nel migliore dei modi che 14 anni fa terminava l’esperienza amministrativa del centro sinistra nel Comune di Bibbiena, non ci possiamo stupire se in Italia cadono viadotti, crollano scuole e le strade sono piene di buche. Ma chi doveva controllare? Chi doveva vegliare su come veniva utilizzato il denaro pubblico? Come sempre nessuno ha colpa, i cittadini non si indignano più di tanto e così dopo trent’anni si rifà una piazza! Il progetto originario aveva diverse lacune. Primo: la piazza non era perfettamente piana, costava troppo e visto che molte risorse servirono a pagare i tecnici si pensò bene di risparmiare qualcosa; secondo: poteva essere il momento di ricostruire una fontana come quella di tanto tempo fa, invece si preferì fare una pozzanghera al centro così da limitare l’utilizzo per spettacoli ed eventi vari, la così detta pozza delle nane è stata rifatta ben due volte fino a nasconderla con un monumento al mondo tessile che rischia di essere cancellato dalla storia del paese.

Ricordo anche che in consiglio comunale un consigliere di opposizione avvertì che le pietre utilizzate non sarebbero durate nel tempo, ma che ne voleva sapere un vecchio repubblicano che aveva soltanto un diploma da Geometra (Baracchi Geom. Giovanni) contro l’arte di un Architetto amico del partito? E come direbbe il milanese, Taac, le lastre van cambiate e a pagare ci pensa sempre Pantalone.

La piazza Garibaldi ha un’altra particolarità: gli alberi bonsai, più che una piazza infatti sembra un solarium e mentre in tutte le città si cerca di incrementare il verde, a Soci puoi abbronzarti ben bene e infatti la socializzazione avviene nell’ampio marciapiede di fronte al Cinema Italia unica sala attiva rimasta in tutto il Casentino. Nel tempo si è tentato anche di incrementare il verde con qualche fioriera con scarsi risultati. Fortunatamente nel frattempo, a sopperire alla mancanza di parcheggi ci ha pensato lo spiazzo dell’ex Tacconi, buono per tutte le stagioni, un po’ meno quando piove o quando diventa pista di pattinaggio o pista da cross e piccolo luna park.

Speriamo che con pazienza e un po’ di lungimiranza si riesca a terminare la riorganizzazione di un paese dinamico e in crescita, famelico di posti auto ma anche di ritrovare una via di sviluppo economico, magari facendo rinascere il Panno Casentino, in sintonia con le nuove concezioni ambientali e con i servizi innovativi che qualche città sta perseguendo, tecnologie digitali al servizio della custodia delle infrastrutture e del benessere del cittadino, una piazza che torni ad essere l’Agorà del paese, un centro di aggregazione e integrazione, un modo nuovo di amministrare mettendo “in piazza” le scelte e i progetti per un futuro sempre più al servizio dello sviluppo sociale. In Italia non mancano certo le risorse finanziarie e umane; per perseguire la «Via di nuovo rinascimento» si deve soltanto fare sinergia tra idee e azione amministrativa a 360° e la cosa non è proprio semplicissima, visto che basta una semplice piazza per inceppare la voglia di progresso e innovazione.

La nostra Piazza Garibaldi in Soci è un monumento al vorrei ma non posso, guardare in grande ma realizzare in piccolo, ma attenzione, la colpa è anche di tutti quei cittadini che alla piazza preferiscono il comodo divano di casa, che subiscono e non incidono sulle scelte, lasciando sulle spalle degli amministratori tutte le responsabilità. La nuova società non potrà reggersi sulla paura, la diffidenza, il sentimento di impotenza, l’egoismo del proprio giardino, questo ci dice oggi Garibaldi dalla sua piazza, svegliatevi, incontratevi, sostenetevi, rispettatevi, siate esigenti nei confronti di chi governa, costruire un mondo nuovo e migliore si può, ma possiamo farlo soltanto se tutti insieme oltre a seguire la giusta strada troveremo nel cammino grandi piazze, accoglienti Agorà.

Per questo la progettazione di un’opera semplice come il pavimento di una piazza assume un’importanza rilevante nello sviluppo sociale di un paese, sapremo cogliere la sfida? Chi sa. Una cosa è certa, le vane promesse del secolo scorso possono essere mantenute. Rimbocchiamoci le maniche. Tutti quanti.

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