di Melissa Frulloni – Si sa, agosto è mese di vacanza. Chi fortunatamente lavora e, ancora più fortunatamente, ha la possibilità di prendere le ferie, se ne va al mare o in montagna per staccare la spina dalla routine. Molte aziende chiudono i battenti, per fortuna solo fino a settembre per qualche settimana di pausa, mentre i turisti sono ovunque, invadono capitali, fiumi, laghi e non c’è spiaggia in Italia dove non si debba fare a cazzotti per trovare un lettino o un ombrellone.
E in Casentino? Come è la situazione della valle nel mese più caldo dell’anno?
Osservando le ultime statistiche disponibili della Provincia sulla movimentazione turistica del Casentino, si nota che l’afflusso dei visitatori è cresciuto rispetto all’anno precedente intorno al 25%, con picchi, nei mesi di luglio e settembre, intorno al 40-45%. Non male se si pensa alla posizione geografica molto scomoda della vallata. Il Casentino infatti, rimane chiuso tra passi di montagna, boschi e foreste e non è facile da raggiungere neppure con i mezzi pubblici. Molti turisti appassionati dalla natura, dal verde, dalla tranquillità, dalle bellezze paesaggistiche e artistiche che offre la valle non si lasciano, per fortuna, scoraggiare e attraversano le impervie strade per trascorrere un’estate di relax in Casentino. Ma dopo aver resistito alle curve della Consuma o dei Mandrioli, il turista che riesce ad arrivare in Casentino, in quali condizioni trova la nostra SR71, la statale che attraversa tutta la vallata? Riuscirà a sopportare i numerosi trattori, le api, gli operai a lavoro, le buche, gli autovelox (che pare stiano tornando) che imperversano sulle nostre strade?
Per non lasciare nessuno impreparato abbiamo pensato di tracciare una mini guida per turisti e, ovviamente, per i casentinesi, per aiutarli a sopravvivere alle strade di vallata. Per questo abbiamo percorso gran parte del Casentino per cercare di dare a tutti indicazioni precise sulla vita “on the road” di vallata. Iniziamo dall’alto Casentino, da una strada di montagna. Lungo il passo della Consuma, in particolare sul tratto che collega Pratovecchio e Stia a Scarpaccia, la visibilità è molto ridotta a causa dell’erba alta che, grazie alle abbondanti piogge di questa primavera, cresce rigogliosa al bordo della carreggiata. È pericolosissima sia per gli automobilisti, che hanno una scarsa visibilità di curve e tornanti, sia per i pedoni, che spesso affollano la strada per correre o camminare. Inoltre, se percorrete il passo con il buio è quasi impossibile accorgersi della presenza di animali selvatici. Gatti, lepri, ma anche cinghiali o caprioli che spesso attraversano la strada sono perfettamente mimetizzati con la foltissima erba.
Abbiamo percorso questo tratto di strada sia di giorno che di notte e possiamo personalmente testimoniare che con il buio è molto difficile scorgere ogni genere di cosa o animale. Comunque, il 2 luglio, ripercorrendo la strada con il giorno, abbiamo trovato, in località Coffia, degli operai a lavoro che stavano provvedendo al taglio dell’erba. Il tratto interessato ci è sembrato molto ridotto, ma speriamo comunque che questi lavori siano l’inizio della sistemazione della strada, almeno in quella zona. Ovviamente il problema dell’erba alta è presente in molte strade del Casentino, ma crea più disagio e anche pericolo proprio sulle strade di montagna dove già la visibilità è ridotta dalle curve e dai tornanti.
Restiamo ancora sui nostri passi di montagna, ma questa volta cerchiamo di dare indicazioni a un’altra categoria di viaggiatori, i motociclisti. Per il Casentino il turismo su due ruote è molto importante. Infatti, la valle non solo ospita numerosi raduni e conta diversi moto club, ma proprio per la sua conformazione e posizione geografica si presta molto bene al turismo itinerante.
All’inizio di giugno il Corpo Forestale dello Stato ha dato il via al progetto“Defend Life” per la sicurezza delle strade montane e dei passi appenninici interessati da un elevato transito turistico. Il progetto ha tra i suoi obiettivi “l’incremento dei controlli per i motociclisti sulle strade di montagna, ma anche interventi di soccorso in caso di incidente. (Ufficio stampa dell’Ispettorato generale del Corpo forestale dello Stato).” In particolare, il Comando Provinciale di Arezzo, “svolgerà con maggiore frequenza i servizi di safety car e parallelamente saranno programmati servizi specialistici di controllo delle caratteristiche dei mezzi in circolazione e delle condotte di guida. In queste occasioni saranno organizzati anche alcuni interventi di “auto civetta” munite di video apparecchiature per riprendere eventuali comportamenti di guida pericolosi. I servizi interesseranno i passi di Croce a Mori, della Calla, dei Mandrioli, dello Spino e Viamaggio. (Dalla sezione “Comunichiamo”, “Comunicati Stampa” del sito del Corpo Forestale dello Stato).” Il progetto ha suscitato l’entusiasmo di molti, tra cui quello del presidente della FMI (Federazione Motociclistica Italiana), Paolo Sesti che tra le altre cose ha dichiarato: “Noi abbiamo due obiettivi ben precisi: il primo è la sicurezza stradale e l’incolumità dei motociclisti; il secondo è la tutela dei diritti del motociclista, che chiaramente non significa legittimare chi trasforma la strada in pista”. Ma tra alcuni motociclisti l’idea non sembra essere molto gradita.
Abbiamo chiesto ad alcuni centauri casentinesi perché non sono d’accordo con il progetto e, soprattutto, quali sono i punti che secondo loro dovrebbero essere rivisti. «Sono molti i pericoli sulle strade per un motociclista.» Ci dice uno di loro. «Al di là dell’erba alta che imperversa a lato della strada coprendo la segnaletica e limitando la visibilità in curva, nella maggior parte dei passi di montagna intorno al Casentino i guard rail non sono adatti ai motociclisti. Infatti, queste barriere metalliche concepite per contenere i veicoli in caso di incidente, non tengono conto dei danni che possono provocare al corpo di un uomo se questo dovesse esservi proiettato contro. Sono ormai anni che in tutta Italia i centauri lottano per la loro messa a norma, ma nella nostra zona nulla si è mosso. È ovvio che le forze dell’ordine debbano far rispettare il codice della strada, però, forse sarebbe opportuno, prima di mettere in atto rocamboleschi inseguimenti o sequestrare una moto per una targa inclinata male, sistemare le strade e renderle sicure per tutti, anche per noi motociclisti.» Un altro motociclista continua: «Molti controlli sono avvenuti in tratti di strada a rischio, pericolosi per automobilisti e centauri, con asfalto deteriorato o con restringimenti della carreggiata. Se è vero che la forestale ha portato avanti il progetto “Defend life” per garantire una maggiore sicurezza sulla strada, allora prima dovrebbe preoccuparsi di sistemare tutti i tratti pericolosi della carreggiata e di eliminare i tratti di strada a rischio.» Un altro aspetto del progetto che non convince i centauri riguarda l’utilizzo delle così dette “auto civetta”, ossia vetture anonime, “in borghese” che non sono riconoscibili come auto delle forze dell’ordine. «Molto spesso queste vetture viaggiano a una velocità bassissima e vengono superate dai motociclisti. Appena scatta il sorpasso scatta anche la multa. I motociclisti vengono fermati e controllati, mentre il tutto viene ripreso da una videocamera a bordo della vettura. È ovvio che chi trasforma la strada in una pista da corsa deve essere punito perché rappresenta un pericolo per tutti ed è altrettanto sbagliato che i motociclisti stiano attenti alla strada solo se ci sono forze dell’ordine nei dintorni, ma se in un tratto della carreggiata c’è una buona visibilità e queste macchine vanno a 30 km/h è inevitabile che vengano sorpassate.» ha concluso un altro centauro.
Lasciamo ai lettori opinioni e critiche e proseguiamo con il nostro giro delle strade del Casentino. Questa volta lasciamo il fresco della montagna e spostiamoci più a sud. Avvicinandoci ad Arezzo, nel tratto che unisce i comuni di Subbiano e Capolona, ci sembra di scorgere a lato della carreggiata uno strano oggetto. Strizziamo gli occhi per riuscire a identificarlo e le sembianze ci sembrano familiari. Pensiamo a una visione, a un miraggio, ma man mano che ci avviciniamo la paura di rincontrare un vecchio “amico” si fa sempre più forte. Ormai a pochi metri da quello oggetto, non ci sono più dubbi… È un autovelox! È stato resuscitato come uno zombie e, ovviamente, è stato posizionato in uno dei pochi tratti decenti della statale, dove il traffico scorre, la strada è bella ampia e la visuale è ottima anche per fare dei sorpassi.
Dal 2009 la normativa nazionale ha imposto particolari requisiti per poter posizionare un autovelox a lato di una carreggiata. Mancando tali requisiti nelle strade casentinesi e, ovviamente, anche grazie all’ “Autovelox day” promosso da CASENTINO2000, gli autovelox erano stati rimossi. Ora, pare, invece, che siano ritornati per volere dei sindaci di Subbiano, Capolona e Arezzo. Per il suddetto tratto di strada, dove non sono comunque presenti i requisiti necessari per l’installazione di un autovelox, la legge è stata modificata per un “interesse superiore” ossia per la maggiore sicurezza degli automobilisti. Questo ha così permesso alla provincia di reinstallare le postazioni fisse. Inoltre, è operativo e utilizzato in tutto il territorio casentinese anche il così detto telelaser. L’oggetto in questione è una specie di pistola che funziona a raggi infrarossi. Viene puntato sul veicolo in movimento e ne rileva la velocità. Non scatta fotografie e non fa flash e per questo è impossibile accorgersi se si viene “colpiti”. Inoltre sempre per questo motivo le forze dell’ordine devono contestare subito l’infrazione ai guidatori, dato che è molto difficile dimostrare che quella velocità si riferisce proprio al veicolo fermato. Per questo sono stati fatti e vinti numerosi ricorsi da parte degli automobilisti. Ovviamente la presenza del telelaser deve essere segnalata, secondo la normativa vigente, con apposito cartello che deve essere ben visibile ai viaggiatori.
Finalmente, arriviamo ad Arezzo, stremati dal caldo del viaggio e dalle condizioni della strada. Speriamo di essere stati utili a quanti più viaggiatori possibile e di aver fatto, almeno in parte, nuovamente luce su un argomento che tocca da vicino tutti i casentinesi e che rappresenta un vero problema per lavoratori e pendolari che sono costretti a percorrere la statale ogni giorno per arrivare ad Arezzo.
Inoltre, speriamo che ogni progetto, ogni variante, ogni taglio dell’erba e ogni autovelox siano veramente utilizzati al servizio dei cittadini, per farli viaggiare tranquilli e sicuri e non per fare cassa o propaganda durante le elezioni o il giro d’Italia.
(tratto da CASENTINO2000 nr. 237, agosto 2013)
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