di Mauro Meschini – La prendiamo da lontano e ci troviamo a scrivere queste righe nel giorno della morte di Papa Francesco, questa triste concomitanza ci rende più difficile il compito perché, anche non volendo, appare impossibile non fare un confronto tra la visione del mondo, le idee e le speranze che ha saputo suscitare Mario Bergoglio; e la presunzione, la miopia, la volontà di primeggiare sempre e comunque quotidianamente messe in pratica e che, in qualche modo, sono parte degli argomenti di cui vorremmo parlare.
Dicevamo che saremo partiti da lontano, lo facciamo facendo un breve riferimento a fatti, purtroppo da alcuni mesi ben noti, a cui stiamo assistendo. Vediamo ogni giorno il, da poco eletto, nuovo presidente degli Stati Uniti che sta in maniera drammaticamente veloce provando a ribaltare gli equilibri di un sistema di regole che per secoli ha contribuito a mantenere in piedi non solo uno stato, ma i tanti Paesi che allo stesso modo hanno visto nel rispetto di un adeguato e attento equilibrio tra poteri l’elemento fondamentale di una Democrazia. Abbiamo poi, più vicino a noi, una sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato la legge della Regione Campania in cui si permetteva al presidente che aveva già ricoperto quel ruolo per due mandati di candidarsi per un terzo.
“Il divieto del terzo mandato consecutivo opera per tutte le Regioni ordinarie, dal momento in cui esse hanno adottato una qualsiasi legge in materia elettorale, nel contesto di una scelta statutaria a favore dell’elezione diretta del presidente della Giunta regionale”. Come a dire, con una legge elettorale che vuole dare un potere personale così forte e chiaro è necessario porre un limite alla possibilità di ricoprire quella stessa carica. Questo anche perché, come ha affermato tra l’altro l’avvocato dello Stato Eugenio De Bonis: “Il principio di democraticità richiede anche la tutela del fisiologico ricambio… il limite del terzo mandato pone un freno al prolungarsi dell’esercizio di potere da parte della stessa persona».
Arriviamo a questo punto dalle nostre parti, in una delle realtà figlie non solo del terzo mandato ma di quello a vita; stiamo parlando di Chiusi della Verna dove il primo cittadino è stato rieletto, per adesso per la terza volta, grazie alla norma che ha stabilito questa possibilità nelle ultime elezioni amministrative a favore dei sindaci eletti in comuni con una popolazione inferire a 5.000 abitanti.
Ora, direte e penserete voi, forse è un azzardo partire ipotizzando che ci sia un qualche legame tra queste così diverse situazioni. In effetti, tra i dazi e le deportazioni di Trump e l’accesso agli atti che la minoranza in Consiglio comunale a Chiusi della Verna si è vista in più occasioni negare, ci sono evidenti distanze, non solo per i temi di cui ci si occupa, ma anche, e soprattutto, per gli effetti e le conseguenze che decisioni e atti compiuti da chi ricopre, in quel momento, una carica di responsabilità possono produrre.
Se permettete consideriamo questo scontato, cioè sappiamo benissimo che il sindaco di Chiusi della Verna, qualunque sia la decisione che possa prendere, produrrà un effetto certamente meno catastrofico di una assunta dal presidente degli Stati Uniti.
Il problema è quanto, chi si trova a gestire più o meno potere, abbia ben chiaro il fatto, oggettivo, che la condizione in cui è non permette, in nessun caso, di fare tutto, ma è soggetta a regole e norme ben precise, meglio ancora deve sottostare a limiti chiari e doverosi. Se così non fosse staremo parlando di altro, di monarchia assoluta, di dittatura, di forme di potere autocratico che hanno dato pessimi esempi nel corso della storia.
L’equilibrio tra poteri indipendenti, i limiti alle decisioni, il controllo di altri su queste, sono elementi semplici e, oseremmo dire, scontati di un sistema probabilmente ancora imperfetto, ma in cui si ha ben chiaro quanto sia importante che il «potere» sia diffuso, spalmato, non concentrato nelle mani di pochi o, peggio ancora, di uno. Non sono certo considerazioni nuove, probabilmente qualcuno le potrà trovare anche incomplete, temiamo però che, nonostante questo, non ci sia oggi sempre la sufficiente attenzione e la necessaria sensibilità utili a comprenderne pienamente la centralità e l’importanza.
Torniamo al nostro esempio di Chiusi della Verna e, per esempio, ad alcuni dei tanti casi in cui i consiglieri comunali di minoranza hanno ritenuto opportuno, nello svolgere il loro sacrosanto ruolo di controllo, di chiedere documentazione e chiarimenti in merito a decisioni e spese. Possono essere documenti inerenti il piano comunale di protezione civile; oppure relativi alla installazione e alle modalità di funzionamento e collegamento con le forze dell’ordine delle telecamere presenti nel territorio comunale; o ancora riguardanti i lavori realizzati per il posizionamento di cassonetti; o, infine, richieste avanzate per conoscere la destinazione degli arredi e delle scaffalature inizialmente previste per la farmacia che doveva essere realizzata in uno stabile di proprietà comunale, dove invece adesso si trova una biblioteca.
In tutti questi casi, per quanto affermato dai suddetti consiglieri, è accaduto quello che hanno denunciato pubblicamente in una lettera inviata al Presidente della Regione Eugenio Giani: «Il gruppo di minoranza denuncia la sistematica negazione dell’accesso ai documenti e ai progetti relativi alle opere, nonostante le ripetute richieste formali. Tale comportamento, oltre a violare il regolamento consiliare, alimenta sospetti di irregolarità nella gestione dei fondi regionali».
Oltre a questo nello stesso documento si aggiunge: «Il gruppo di minoranza esprime inoltre profonda preoccupazione per l’atteggiamento «autoritario e irrispettoso delle istituzioni» del sindaco Tellini. Vengono citate dichiarazioni in cui il sindaco avrebbe rifiutato di fornire chiarimenti e avrebbe affermato di poter agire a suo piacimento in quanto vincitore delle elezioni. Tali comportamenti sono totalmente incompatibili con i principi fondamentali di una democrazia…».
A stretto giro è arrivata la risposta dell’Amministrazione comunale e del sindaco che hanno evidenziato come: «… ogni atto sia sempre stato pubblicato nell’apposita pagina dell’Amministrazione Trasparente sul sito del Comune di Chiusi della Verna, rendendo dunque i documenti accessibili e scaricabili non solo dai singoli consiglieri di opposizione ma da tutti i cittadini. Gli eventuali ritardi nelle pubblicazioni sono dovuti esclusivamente alla gestione delle risorse umane, dal momento che segretario comunale e responsabile dell’area tecnica sono presenti due soli giorni alla settimana, per un totale di otto giorni al mese. Un ulteriore chiarimento è legato alla richiesta da parte dei consiglieri di minoranza degli atti relativi all’installazione delle telecamere e al piano di Protezione Civile: questi temi sono di gestione e responsabilità dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino e, di conseguenza, le istanze di accesso devono essere inoltrate a questo specifico ente…».
A questo punto il rischio di rimanere schiacciati tra punti di vista opposti appare evidente, lasciamo come sempre a ognuno, che magari conosce anche meglio la situazione, fare le proprie valutazioni. Per quanto ci riguarda ci permettiamo di proporre alcune considerazioni, intanto non è proprio la stessa cosa se un documento lo chiede un membro del Consiglio comunale o un qualsiasi cittadino, entrambi hanno certamente diritto ad una risposta, ma nel primo caso è necessario anche garantire che una persona democraticamente eletta, e che quindi rappresenta la cittadinanza nel suo complesso, sia messa nella condizione di svolgere il suo compito.
Inoltre, ci viene da pensare quanto sarebbe positivo se prima di fare una qualunque scelta si facesse di tutto per comunicare e condividere idee e progetti, questo, nel caso di un comune di neppure 2.000 abitanti, dovrebbe essere facile, ma se ci sono così tante richieste di documentazione forse non viene fatto abbastanza. D’altra parte non è che la normativa negli ultimi anni, a cominciare proprio dal mandato a vita per i sindaci eletti nei comuni con meno di 5.000 abitanti, si sia preoccupata di migliorare le modalità utilizzate per assumere le decisioni di interesse pubblico, al contrario queste rendono spesso adesso più difficile il controllo e molto più frequente la possibilità di assumere scelte arbitrarie.
Per esempio, «Il nuovo codice dei contratti pubblici ha innalzato significativamente le soglie per l’affidamento diretto, portandole a 150.000 euro per i lavori e 140.000 euro per servizi e forniture».
Per concludere, proponiamo alcuni quesiti che avevamo anticipato al primo cittadino di Chiusi della Verna, dopo la lettura del comunicato. – Nel comunicato della sua Amministrazione viene sottolineato come eventuali ritardi nella pubblicazione di atti siano dovuti solo a oggettivi problemi organizzativi. Pensa che saranno in futuro presi provvedimenti per potenziare il personale in grado di gestire la messa in rete della documentazione? Come in pratica si potrebbe comunque superare queste criticità?
– Sempre nel comunicato si precisa che alcuni documenti richiesti facevano riferimento a pratiche di competenza dell’Unione dei Comuni. A questo proposito, e per agevolare più in generale tutti i cittadini, pensa che si potrà riuscire, visto comunque che l’Unione è espressione degli stessi comuni, a prevedere di dare una risposta in ogni caso attraverso un dialogo maggiore tra i diversi uffici?
– Infine, non pensa comunque che, al di là della possibilità di trovare in rete o altrove la documentazione, sia opportuno che un’Amministrazione sia disponibile a fornire sempre a chiunque ogni informazione possibile in merito alle sue decisioni e al suo operato?