di Francesco Meola – A distanza di diverse settimane, continua a tenere banco la questione legata al recente abbattimento di quattro tigli storici nel centro di Strada in Casentino. Una scelta tutt’ora rimasta incompresa e che ha sollevato un acceso dibattito anche tra i banchi del Consiglio comunale. Stando alle informazioni raccolte, dietro alla scelta del taglio degli alberi non si sarebbe nascosta una reale necessità, dal momento che l’operazione non sarebbe stata motivata da esigenze di sicurezza o manutenzione: nessun rischio, infatti, legato alla salute e la stabilità delle piante, la cui eliminazione ha suscitato l’indignazione di diversi residenti.
Sul tema è intervenuta anche la minoranza consiliare, con il consigliere Daniele Fabiani il quale, a nome di tutto il gruppo “Un Impegno Comune”, ha spiegato ai nostri taccuini le ragioni di questo malcontento.
Potrebbe raccontarci cosa è successo riguardo al taglio di alcuni alberi? «Certo, purtroppo sono stati abbattuti quattro tigli storici situati in via Potente. Alberi che non erano solo elementi del paesaggio, bensì anche parte della memoria storica della comunità. Ma la cosa più grave è che si trattava di esemplari assolutamente sani».
Quali sono le ragioni ufficiali del Comune per l’abbattimento? «Nessuna in particolare, se non un generico riferimento al fatto che le loro grandi fronde causavano problematiche legate all’ingente produzione di resina. Un fenomeno sicuramente fastidioso, ma da qui ad abbattere degli alberi che in cent’anni non avevano mai dato fastidio a nessuno, ce ne passa».
Quindi siete certi che non ci fosse nessun problema legato ad una questione di sicurezza… «Assolutamente. Ripeto, si trattava di alberi forti e in salute, i quali necessitavano soltanto di una maggiore manutenzione, come delle potature più frequenti. Ovvio, quindi, che se queste vengono meno, anche i disagi per i cittadini aumentano. Ma di certo non è una responsabilità che si può imputare alle piante…».
E, a quanto pare, in tanti sarebbero scesi in piazza a difesa di questi alberi… «Sì. Qui da noi c’è un comitato di cittadini che si occupa di diverse questioni che riguardano la collettività, tra cui anche quelle legate al verde pubblico. Avevano inviato una PEC al Comune dichiarando la loro contrarietà, ma non hanno ottenuto nessuna risposta. Ma del resto non è la prima volta che chi amministra la nostra cittadina resta sordo dinanzi alle rimostranze della cittadinanza. Già in passato abbiamo assistito a situazioni giustificate con motivazioni discutibili, come avvenuto circa sei anni fa per una questione delle fontanelle pubbliche. Pensi che nel caso specifico di questi arbusti è stata realizzata anche un’apposita raccolta firme ma, a quanto pare, non è servita a nulla».
Da chi è partita l’idea? «Da un gruppo di cittadini che come noi riteneva ingiusta questa scelta e tengo a precisare che, nonostante le firme siano state regolarmente protocollate, l’Ente ha fatto cadere nel vuoto ogni recriminazione…».
In che modo? «Affermando che queste non avessero alcuna validità, essendo la lista priva dei documenti di riconoscimento dei sottoscrittori. Un formalismo rispettabilissimo, ma che ha dimostrato ancora una volta come il Comune non ami interfacciarsi adeguatamente con la cittadinanza».
Vi aspettate una maggiore considerazione per il futuro… «Esatto. Quello che chiediamo è un maggiore coinvolgimento della popolazione nelle decisioni che riguardano la nostra cittadina. In questo caso lo ribadiamo: gli alberi non sono soltanto degli elementi decorativi, ma svolgono un ruolo fondamentale per l’ambiente e la qualità della vita. Ed è per questo che d’ora in avanti, prima di qualsiasi altro abbattimento, ci aspettiamo vengano effettuati studi approfonditi e condivisi con la comunità».
Attualmente cosa c’è al posto dei tigli che sono stati rimossi? «Al posto degli alberi abbattuti adesso ci sono cinque lecci di grandezza modesta e la nostra maggiore paura è che quest’episodio possa non rimanere un caso isolato. Nel nostro Comune ci sono diversi viali alberati e il timore che provvedimenti come questi possano interessare anche altre zone è forte. Tra l’altro, proprio la presenza di numerosi alberi con le stesse caratteristiche, fa comprendere ancora meno perché ci si sia accaniti proprio con questi».