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sabato, 4 Maggio 2024

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Ma chi baci tu?

di Denise Pantuso – Una canzone sentita molto in radio e che è diventata subito un “mood” col suo ritornello è quella di Annalisa da titolo “Mon amour”. Il ritornello in oggetto è “Ho visto lei che bacia lui che bacia lei che bacia me. Mon amour amour, ma chi baci tu?”.

Il testo mette in evidenza una triangolazione, lei, lui e lei, triangolazione che mette in scena alcune forme dell’attrazione sessuale e del gioco del flirt tra persone. Ma non è su questo punto che vorrei soffermarmi quanto piuttosto su qualcosa che agli occhi di una psicoanalista risalta in maniera immediata, ovvero la capacità da parte degli autori del testo Annalisa, Paolo Antonacci e Davide Simonetta di aver saputo cogliere la vita psichica e segreta di ciascuno in quel punto noto alla psicoanalisi lacaniana nominato “inesistenza del rapporto sessuale”. Una breve parentesi è necessaria per sottolineare che il sessuale in psicoanalisi non è la sessualità comunemente intesa. Purtroppo questo è un equivoco ancora irrisolto nel pensiero comune sulla psicoanalisi!

La sessualità ha a che fare con la spinta libidica ovvero una forza, un’energia che proviene da dentro e che si sposta verso mete e oggetti esterni che prendono quindi significato per un soggetto. Ritornando su quanto voglio esporre l’inesistenza del rapporto sessuale si esplica su due osservazioni di Lacan in merito alle relazioni. La prima è che non è possibile fare “Uno” con l’Altro. Nei rapporti d’amore gli attori della coppia conservano infatti una loro diversità incolmabile relativa a che cosa causa l’incontro e che non si risolve neanche nell’intimità del rapporto sessuale. La seconda implicazione è che l’incontro con l’altro in realtà è l’incontro con qualcosa di sé visto sull’altro, qualcosa che si cerca, non l’altro in quanto tale. Questi due aspetti sono ben evidenti quando nella canzone, al termine del ritornello è detto “Ma chi baci tu?”.

Nell’incontro tra soggetti, in un rapporto affettivo o occasionale ciò che sta nella mente dell’uno può non stare nella mente dell’altro. L’intenzione, l’affetto, la causa che porta all’incontro rimane un segreto. Chi si bacia, quando si bacia è un mistero spesso anche per chi bacia. L’esperienza comune dell’incontro tra due persone è quella dell’“Uno” ovvero di un senso di interezza, la famosa “Altra metà di me”, uno stato di completamento di sé, ma poi se le persone iniziano a dirsi quanto li ha fatti incontrare, ciò che provano, cosa stava dentro quel bacio si trovano in un confronto che non ha molte cose in comune.

La riflessione non è banale come sembra poiché la relazione diviene legame stabile proprio nella capacità di sostenere che non si riesce a fare “uno” con l’Altro e questo apre la via alla soluzione della differenza e dell’inesistenza del rapporto sessuale: l’amore. Essendo la contemporaneità focalizzata sul tentativo di fare “uno” con il mondo intero, di vivere nel senso di pienezza e soddisfazione di sé si creano quelle situazioni per cui al termine dell’innamoramento tutto finisce. Infatti l’innamoramento è quella fase in cui c’è una sensazione di fare uno, di fusione, di pienezza che si manifestano in tante forme del sentire ma che quando si incontra con la differenza dell’altro, ovvero quando si incontra ciò che dell’altro in noi crea disagio, lì si interrompono i rapporti per cercarne altri che soddisfino e pienino sé.

Ovviamente, ci dice Lacan, tutto questo non ha niente a che fare con l’amore nelle coppie. L’amore è amare l’altro in quanto tale, così com’è, anche col disagio che ci procura. Anzi, proprio perché è così, anche se procura disagio, lo si ama in quanto persona.

(Rubrica ESSERE L’Equilibrio tra Benessere, Salute e Società. Dott.ssa Denise Pantuso Psicologa e psicoterapeuta individuo, coppia e famiglia www.denisepantuso.it – tel. 393.4079178)

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