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venerdì, 17 Maggio 2024

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Montemignaio, la Scuola Senza Zaino

di Lara Vannini – Andare a scuola senza zaino? In alcune scuole d’Italia è possibile! Nelle strutture didattiche che prevedono di andare a scuola senza libri e quaderni, gli unici obblighi che i bambini devono rispettare sono: imparare vivendo una “comunità di persone e di intenti”, usare la tecnologia (quel pizzico che basta!) ed essere fantasiosi…! Una scuola quella dei “bambini senza zaino” dove parlare di emozioni, ritornare ad una quotidianità fatta di cose semplici, ma ad alto impatto educativo e dove tenere sempre a portata di mano gli stivali di gomma perché anche quando piove ci sono ottimi motivi per uscire! Questa introduzione sembra una storia quasi fantastica, ma in realtà la scuola appena descritta esiste davvero in Casentino e da quasi venti anni si adopera affinché i bambini abbiano un’educazione che non sia esclusivamente scolastica e che abbracci ogni aspetto della vita.

Le maestre Stefania Biagerini e Annamaria Malgeri, in rappresentanza di tutte le colleghe, ci accolgono con simpatia e grande entusiasmo nel plesso didattico che ospita la scuola dell’Infanzia e Primaria del comune di Montemignaio, in località Brustichino, e ci raccontano di come questa realtà faccia oggi parte del progetto “Senza Zaino”.

Cos’è il progetto Senza Zaino? «Era l’inizio del terzo millennio quando Marco Orsi, dirigente didattico del circolo n. 7 del Comune di Lucca, decise, insieme ad un più esteso gruppo di insegnanti e dirigenti, di espandere e dare concretezza alla propria visione dell’insegnamento basata sull’autonomia e la responsabilità individuale, fondando nel 2002 il progetto Senza Zaino. Questo progetto, che dal punto di vista teorico si nutriva delle esperienze didattiche di grandi della pedagogia come: Rousseau, Dewey, Don Milani, Steiner e Montessori; aveva come obiettivo primario il superamento dei capisaldi della tradizionale struttura didattica. Al posto dei banchi singoli, della cattedra, della rigidità degli spazi e dei metodi di insegnamento veniva proposta un’esperienza “più a misura di bambino” dove tutto doveva concorrere all’autonomia dell’individuo in un ideale comunitario. Il progetto che si avvaleva anche dell’aiuto concreto di istituti finanziari e delle amministrazioni locali, decollò e dopo alcuni anni, nel 2005 anche Montemignaio decise di aderire al progetto “Senza Zaino”, per “salvare la propria scuola”».

Salvare la scuola da cosa? «Purtroppo le scuole delle aree montane come il Casentino soffrono da sempre di una carenza numerica dei bambini per effetto dello spopolamento e di una sempre più esigua disponibilità di risorse economiche. Anche il comune di Montemignaio ad un certo punto si è trovato costretto a confrontarsi con queste difficoltà ed è qui che l’allora amministrazione, guidata dal sindaco Angiolino Sabatini, insieme al corpo degli insegnanti tra cui Patrizia, Luciana e Donatella, decise di aderire al progetto “Senza Zaino” e di dedicarvi parte delle risorse comunali. Fu una grande scommessa non priva di rischi, ma questa scelta coraggiosa ha fatto si che oggi il nostro comune possa avere una scuola che per le proprie caratteristiche viene addirittura scelta anche dai paesi limitrofi. Negli anni tutte le Amministrazioni Comunali hanno sostenuto caldamente la scuola e le sue necessità».

Come si concretizza il metodo “Senza Zaino”? «La nuova scuola dell’Infanzia e Primaria di Montemignaio è stata inaugurata nel 2008. L’edificio è stato realizzato secondo il progetto voluto dai bambini che hanno disegnato la scuola dei propri desideri. L’ambiente, dialoga con il bambino perché una scuola ospitale favorisce sicuramente l’apprendimento. Non più pareti bianche e aule rigidamente separate tra loro, ma un ambiente aperto e allo stesso livello. La cattedra non esiste più e al suo posto nascono isole di banchi a formare tavoli unici. La scuola è poi circondata da un ampio giardino dove è possibile giocare ma anche esplorare il mondo disegnando “en plein air” alberi e montagne, e imparare a coltivare un piccolo orto. Durante la bella stagione è possibile anche pranzare all’aria aperta. La scuola è dotata di una mensa interna e quindi ogni pasto è cucinato sul momento.

Segue poi il concetto dell’ospitalità. A scuola ogni bambino deve sentirsi prima di tutto a casa propria. Tutti i bambini dell’Infanzia e della Primaria entrano a scuola da un unico ingresso, si mettono il grembiule e calzano pantofole o calzini antiscivolo. Dopo aver discusso il programma della giornata seduti nell’ “Agorà”, i bambini vanno nella propria classe di assegnazione e iniziano le attività che si differenziano sia per materia che per età. La scuola è costituita da pluriclassi dove bambini di fasce di età diversa si trovano insieme seppur ognuno seguendo il programma didattico pertinente. Il sistema pluriclassi esisteva anche prima del metodo “Senza Zaino” perché per forza di cose, i bambini non sono mai stati un numero considerevole».

Cos’è l’Agorà? «Ad inizio mattinata tutti i bambini sia dell’Infanzia che della Primaria si siedono per terra su dei cuscini in uno spazio dedicato e, insieme alle maestre, parlano di tutto quello che faranno nel corso della giornata. Parliamo delle nostre emozioni, come ci siamo alzati la mattina se siamo felici o arrabbiati, cosa possiamo fare per trascorrere al meglio la giornata scolastica. Questo momento è estremamente importante per noi insegnanti perché possiamo capire dalla voce dei bambini chi dovrà essere più seguito anche dal punto di vista emotivo, e per i bambini per superare insieme i momenti critici grazie al sostegno reciproco. Quindi leggiamo insieme qualche storia e siamo pronti per le attività didattiche. A rotazione ad ogni bambino viene affidato uno specifico compito di gestione pratica come aiutare ad apparecchiare la tavola durante la pausa pranzo o essere “capo” di qualche progetto».

Parliamo del metodo didattico e dell’uso della tecnologia. «Come già accennato il metodo “Senza Zaino” prevede che i bambini arrivino a scuola “leggeri”, senza il pesante ingombro fisico di libri e quaderni. A scuola infatti il bambino trova tutto, dalle penne ai quaderni e ai libri che in parte finanzia ogni anno il comune e in parte acquistati con un piccolo fondo cassa sostenuto dai genitori. Questi ultimi infatti hanno un ruolo attivo nella scuola, soprattutto dal punto di vista esperienziale perché la scuola invita caldamente i genitori a partecipare ai percorsi didattici dei propri figli, giocando con loro e conoscendo le loro abitudini anche all’interno di una struttura come la scuola».

Le insegnanti devono seguire una particolare formazione? «Perché il metodo funzioni e sia efficace le insegnanti si devono impegnare in prima persona, non solo mettendo in gioco la propria professionalità ma anche attraverso un diverso approccio al bambino. Questo si traduce in una forte progettualità che non termina alla fine delle ore canoniche di lavoro, se pensiamo che soprattutto le pluriclassi hanno bisogno di un monitoraggio continuo di attività adeguate a bambini di età diversa. Ciò è molto sfidante per noi maestre, ma posso assicurare che da un senso profondo alla nostra professione, riempiendola di umanità. Dal punto di vista del bambino, un sistema pluriclassi gli permette di poter potenziare nel corso dell’anno quelle abilità dove può aver incontrato maggiore difficoltà. In totale la scuola di Montemignaio ospita oggi 35 bambini. In un’epoca in cui la tecnologia pervade ogni spazio dell’esistenza, gli strumenti elettronici sono un valido aiuto e supporto alla didattica sebbene il loro utilizzo debba essere limitato all’apprendimento. Ad esempio se a Scienze viene studiato il corpo umano, vedere un video esplicativo, regala all’apprendimento un imprintig più efficace. I bambini più grandi ad esempio possono esercitarsi facendo ricerche on-line e prepararsi alle future scuole medie».

Che relazione ha la scuola con le associazioni esterne? «La scuola è in sintonia con tutte le associazioni del paese (Misericordia, Auser, “Montemignaio Sviluppo”, Polisportiva, Aziende e privati). Alterniamo progetti scolastici che vedono protagonisti momenti salienti dell’anno o prodotti particolari della vallata casentinese. Ogni anno grande successo viene riscosso dal mercatino di Natale dove i bambini vendono ciò che producono a tema natalizio. Il ricavato viene utilizzato per necessità della scuola o come forme di autofinanziamento per le gite scolastiche. Quest’anno è stato affrontato il tema della “castagna”, un tipico prodotto della vallata. Ogni classe ha lavorato su varie tematiche, utilizzando anche i racconti dei nonni e dei propri familiari. Molto importante è il legame con Scoolfood (fondazione MPS e partner scientifici), che ci ha permesso di usufruire del maestro di educazione motoria visto che il Ministero ad oggi non riconosce questo insegnamento alle pluriclassi».

Come sono i ragazzi che hanno avuto una formazione «Senza Zaino»? «Da alcuni confronti con i professori delle medie è emerso che i bambini sono più orientati alla socialità, hanno un maggior controllo delle proprie emozioni e reagiscono in maniera positiva alle interrogazioni scolastiche. Questo per noi insegnanti è un grande successo perché va a sfatare il mito del “bambino di montagna” timido ed introverso. Un bambino che apprende la libertà di esprimersi nel rispetto degli altri ha senz’altro più possibilità di diventare un adulto responsabile e padrone delle proprie azioni».

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