Si è chiusa lo scorso 6 giugno la prima campagna di scavi presso il Santuario etrusco di Pieve a Socana (Castel Focognano, AR) che ha permesso di riavviare, a distanza di 52 anni dalle ultime ricerche, l’indagine sistematica del sito.
Lo scavo è stato promosso e organizzato dal Comune di Castel Focognano e condotto su concessione della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura nell’ambito del protocollo d’intesa stipulato nel 2024 tra il comune di Castel Focognano, la Soprintendenza ABAP per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, l’Università per Stranieri di Siena e la Diocesi di Arezzo Cortona Sansepolcro proprietaria dell’area interessata. La direzione scientifica delle ricerche è affidata al prof. Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena, mentre le operazioni sul campo sono state dirette dal dott. Marco Pacifici, ricercatore presso il medesimo Ateneo; la tutela è diretta dalla dott.ssa Maria Gabriella Carpentiero, funzionaria archeologa della Soprintendenza ABAP competente per il territorio. La campagna di scavo è stata interamente finanziata dal Comune di Castel Focognano che si è avvalso del fondamentale contributo della COLACEM S.p.A. Le indagini si sono avvalse della partecipazione di archeologhe (studentesse, specializzande e dottorande) di diverse università che hanno reso possibile, grazie alle loro competenze, una efficace conduzione delle operazioni sul campo.
Le indagini svolte tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso presso Pieve a Socana avevano già permesso di individuare, al di sotto della chiesa dedicata a Sant’Antonino, l’esistenza di un tempio di epoca etrusca rivolto verso il corso dell’Arno, realizzato su un podio e dotato sul fronte da un grande altare costruito in pietra.
La campagna di scavi 2025 da poco conclusa ha permesso di indagare l’area circostante la Pieve romanica di Sant’Antonino per ricostruire il contesto all’interno del quale si inseriva l’edificio di culto etrusco. In particolare è stato eseguito un approfondito saggio di scavo all’interno della struttura dell’altare, solo in minima parte esplorata nel corso delle precedenti indagini, che ha permesso di analizzare i dettagli e le tecniche di costruzione impiegate per realizzare la struttura, nonché, attraverso l’analisi dei reperti ceramici rinvenuti, di datare la sua costruzione circa tra il VI e il V sec. a.C. Al di sotto della struttura sono stati inoltre esplorati alcuni livelli che sembrerebbero suggerire una possibile fase di frequentazione dell’area a scopo cultuale antecedente alla costruzione dell’altare stesso.
Il sindaco Lorenzo Ricci ha dichiarato: “L’Amministrazione Comunale di Castel Focognano è orgogliosa di aver riavviato dopo 52 anni le ricerche nel sito archeologico di Pieve a Socana. Tutto questo è stato possibile realizzarlo grazie alla lungimiranza degli amministratori e al contributo fondamentale dell’azienda Colacem, sempre attenta alle esigenze del nostro territorio.”
Il prof. Jacopo Tabolli, professore di Civiltà dell’Italia preromana ed etruscologia dell’Università per Stranieri di Siena e direttore scientifico del progetto ritiene che: “Questa prima campagna di scavi a Pieve a Socana sia l’avvio di un lungo percorso di ricerca che l’Università per Stranieri di Siena dedicherà a questo luogo centrale del Casentino. Siamo in una delle aree più importanti e affascinanti dell’Etruria antica, una delle pochissime in cui si tramanda, nel nome del paese di Rassina, l’antica denominazione del popolo etrusco, Rasna. Le scoperte effettuate nel corso della campagna di scavo di quest’anno relative al grande altare confermano il potenziale archeologico di questo luogo di confine nell’antichità, zona di incontro e preghiera lungo la valle del fiume Arno che è ancora tutta da scoprire”.
La dott.ssa Maria Gabriella Carpentiero, funzionaria archeologa della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo ha sottolineato come “il progetto di scavo a Pieve Socana, fortemente voluto dall’amministrazione comunale di Castel Focognano e condotto dall’Università per Stranieri di Siena, si inserisca nel contesto di un più ampio progetto di rilettura del sistema insediativo del territorio del Casentino da un punto di vista diacronico e che permetterà di acquisire nuove informazioni di ricerca, ma anche nuove occasioni di valorizzazione territoriale”.
Il direttore di scavo dott. Marco Pacifici ha dichiarato: “Questa prima campagna di scavi che ho avuto l’onore e il piacere di dirigere sul campo ha ottenuto risultati molto positivi e in parte inaspettati. L’indagine dettagliata di uno dei pochi altari di epoca etrusca ad oggi noti ha permesso di raccogliere una interessantissima mole di dati che adesso analizzeremo per restituire alla comunità scientifica, ma anche a quella dei non addetti ai lavori, i risultati del lavoro condotto. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare le colleghe con le quali ho avuto il piacere di lavorare, ma anche e soprattutto tutta la comunità di Pieve a Socana che ha accolto l’équipe di lavoro con curiosità, entusiasmo e grande cordialità!”.