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sabato, 3 Maggio 2025

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Emanuele Butteri, il musicista casentinese nell’orchestra del Festival di Sanremo

di Melissa Frulloni – Emanuele Butteri, noi di CASENTINO2000, lo conosciamo già. Lo avevamo intervistato nel lontano 2011 perché primo casentinese ad essere entrato nell’Orchestra Giovanile Italiana, poi, qualche anno dopo era riapparso sulle pagine del nostro giornale come suonatore di uno strumento molto particolare; il corno delle Alpi. “Ha avuto tantissimo successo il duo che avevamo messo in piedi con il corno delle Alpi! Soprattutto nel periodo invernale venivamo chiamati spesso per fare dei concerti; poi è arrivato il Covid ed ha stoppato tutto…” Ci racconta Emanuele che abbiamo nuovamente incontrato in redazione perché, questa volta, ha raggiunto un altro importante traguardo; suonerà nell’orchestra del Festival di Sanremo (Covid permettendo).
Emanuele suona il corno, lo suona in giro per l’Italia e per il mondo, insegna il suo strumento al Liceo Musicale di Pistoia ed è musicista praticamente da sempre. Alle superiori faceva pianobar ai matrimoni e alle feste di paese e gli amici scherzavano con lui dicendogli che un giorno lo avrebbero visto a Sanremo. Ed Emanuele al Festival ci è arrivato davvero! Non come cantante, ma come musicista, in un’orchestra che è ancora considerata tra le più importanti d’Italia.
Nel 2019 aveva inviato il suo curriculum per partecipare; è arrivata la chiamata per l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, che ha dato vita ad una collaborazione proseguita fino allo scorso gennaio, e poi c’è stata la chiamata per il Festival per ben due anni consecutivi: “Lo scorso anno ho dovuto rinunciare perché avevo un evento a cui non potevo assolutamente mancare, la nascita della mia bambina! Quest’anno invece ho potuto accettare e l’ho fatto con grandissimo piacere ed entusiasmo.” Ci ha detto Emanuele: “Le chiamate generalmente avvenivano ad ottobre, ma ovviamente causa Covid, le cose si sono rallentate molto. Da un mio contatto, infatti sapevo che fino al 31 dicembre 2020 la Rai non si sarebbe mossa. Poi a gennaio durante la collaborazione con la Sinfonica mi hanno chiesto di partecipare e ho accettato molto volentieri visto che già lo scorso anno ci sarei voluto andare.”

L’incertezza sul Festival è stata palpabile fino a poco tempo fa. Il nuovo dpcm, l’emergenza prorogata, i colori della regioni, tutto faceva presagire che ci sarebbero stati problemi per la messa in onda dello spettacolo. Ma considerando l’importanza del Festival sia per la Rai che per la città di Sanremo c’era da aspettarsi la conferma della trasmissione. “Non sarà come gli altri anni. Lo show televisivo forse non cambierà molto, magari ci sarà poco pubblico, distanziato e con mascherina, ma i cambiamenti più grossi si vedranno a Sanremo; non ci sarà tutto il movimento che si creava attorno all’evento, le manifestazioni e i concerti collaterali, i turisti, i giornalisti, le interviste a ogni angolo delle strade. Quando c’è il Festival in città si respira aria di festa, sembra carnevale! Quest’anno ovviamente non sarà così…” Ha continuato Emanuele. Subito dopo la nostra intervista Emanuele è partito per Roma, diretto agli studi Rai per registrare tutte le canzoni. Ci resterà fino a febbraio e poi andrà a Sanremo per le prove generali dello show televisivo che andrà in onda dal 2 al 6 marzo.

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Arrivare a Sanremo come musicisti non è facile, non basta inviare il proprio curriculum; sicuramente conta molto avere conoscenze con musicisti già dentro l’orchestra oppure aver dei colleghi che possono referenziarti, oltre ovviamente ad un grande talento nel suonare il proprio strumento. “Conosco personalmente il direttore dell’Orchestra di Grosseto che è anche il direttore artistico di quella di Sanremo e ho collaborato spesso con la sua orchestra a Grosseto appunto. Sicuramente mi ha referenziato; senza un aggancio la bravura non basta ed è molto difficile che tu venga ricontattato.” Ci dice Emanuele: “Per molti è interessante l’idea di andare in tv e farsi vedere; ovviamente per entrare in un’orchestra del genere devi avere talento perché non vengono scelti musicisti a caso o incompetenti. Soprattutto per i giovani è una posizione ambita soprattutto per farsi una sorta di pubblicità. Anche se in molti si lamentano del fatto che pur essendo il Festival uno show da milioni di euro, i musicisti sono spesso sottopagati o comunque precari, rispetto soprattutto alle cifre da capogiro che sui giornali si legge vengono riservate agli ospiti o ai conduttori. I musicisti sono fondamentali per la buona riuscita dello spettacolo e sarebbe giusto che avessero il riconoscimento che meritano.”
Emanuele ha partecipato a concerti di grandi artisti come i Pooh o alla realizzazione delle musiche del film Harry Potter, vivendo dietro le quinte e vedendo come funziona la messa in scena di spettacoli grandiosi per il pubblico: “Questa è davvero la parte che mi entusiasma di più del mio lavoro; vedere cosa c’è dietro, essere un tassello di qualcosa molto più grande di me, contribuire con la mia arte a creare un insieme perfetto di dettagli che si fondono in uno show unico. Non vedo l’ora di fare il Festival e di assistere a tutto questo, è comunque una grande produzione su cui la Rai investe tanto e sarà davvero interessante farne parte. Inoltre è un bel luogo di scambio, di amicizie, di conoscenze che possono aprirti porte e collaborazioni o la possibilità di accettare lavori che altrimenti non ti sarebbero mai capitati.”

Come dovrete comportarvi per rispettare tutte le normative anti-Covid?
«Tutti indosseranno la mascherina, tranne i fiati che per ovvi motivi non possono usarla; saremo tutti distanziati e poi ci faranno periodicamente i tamponi per verificare che non ci siano positivi. L’indicazione principale, anche durante le registrazioni a Roma, sarà quella di non uscire e di stare il più possibile in casa per evitare contagi. Faremo la spola tra gli studi e l’hotel e probabilmente dovremo vivere un po’ da reclusi, ma anche se quest’anno ci sono tutte le restrizioni dovute alla pandemia, sono davvero felice di fare questa esperienza. Sarà totalizzante, dovrò lasciare per un periodo la mia famiglia, la mia bimba, uscire poco o nulla e lavorare molto, ma sono veramente emozionato per tutto questo!»

Dopo il Festival di Sanremo che cosa sogni di fare?
«Mi piacerebbe la stabilità, magari in un posto ambito come la Scala di Milano; anche se poi sentendo i musicisti che ormai hanno trovato un “posto fisso”, so che si annoiano e che eseguono quegli spartiti come se fosse un lavoro come un altro, monotono e ripetitivo. Forse così si perde un po’ la magia, la voglia di sperimentare, di fare arte… Paradossalmente la precarietà di questo mestiere ti da la possibilità di conoscere tante persone, suonare sempre in posti diversi, girare per l’Italia o per il mondo. Quindi mi ritengo soddisfatto anche della mia vita movimentata e mai uguale a se stessa, in cui la passione per la musica e le emozioni che mi da sono alla base di tutto.»

Un consiglio ai futuri musicisti che come te partono dal Casentino.
«Andate avanti, sempre! Anche contro tutti e tutto, oltre le circostanze. In Italia non c’è un grande rispetto per la musica o per l’arte in generale. Non c’è l’idea che il musicista o l’artista debba essere pagato, magari assunto con un regolare contratto; siamo sminuiti, poco considerati nonostante il lavoro che facciamo e la sicurezza economica in questo mestiere spesso non c’è, ma è comunque importante andare avanti; se batti in un muro ti rialzi e via. All’estero le cose sono molto diverse… Ad esempio in Bulgaria, che comunque è un paese molto più povero del nostro, offrono molto ai musicisti che decidono di andare là a suonare. Per gioco ho partecipato ad un’audizione e l’ho passata; sarei dovuto andare a lavorare all’Opera di Stato. Mi offrivano un contratto, un appartamento e trasferimenti da e per l’aeroporto a loro carico. Mi avevano anche chiesto che lavoro facesse mia moglie, in modo da poterle trovare un impiego per farci trasferire tutti insieme. Questo perché anche in un paese come la Bulgaria c’è una cultura per la musica, credono nell’arte e nel valore che può avere e per questo offrono molto a chi vuol fare questo mestiere ed ha il talento e le carte in regola per farlo. Poi il lavoro non l’ho mai accettato, mia moglie rimase in cinta e decidemmo di restare in Casentino.»

Siamo davvero felici che un casentinese prenda parte al Festival più amato della televisione italiana. Un bellissimo traguardo e un’esperienza che sicuramente Emanuele si ricorderà per sempre: “Seguite il vostro sogno, la vostra vocazione. Sarà la maturità a farvi capire quando è il caso di rinunciare, ma non fermatevi ai primi ostacoli. Fate qualche esperienza all’estero, scoprite altre realtà e poi magari tornate… Provateci fino alla fine!”

(tratto da CASENTINO2000 | n. 328 | Marzo 2021)

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