di Francesco Meola – Continua a tenere banco la questione edilizia popolare in Casentino. Negli ultimi mesi il nostro giornale si è occupato a più riprese del problema, soffermandosi soprattutto sulla situazione di Bibbiena, dove le preoccupazioni per le sorti di San Lorenzo scuotono gran parte della comunità, ancor più dopo l’ottenimento nei mesi scorsi, da parte del Comune, di un finanziamento regionale per l’acquisto di appartamenti finiti, ma rimasti invenduti.
Questa volta, invece, abbiamo deciso di dedicarci anche ad altre realtà territoriali, come Poppi e Capolona, intervistando per l’occasione il presidente di Arezzo Casa, Lorenzo Roggi, con il quale, oltre a scattare un’istantanea del contesto attuale, abbiamo tracciato anche una panoramica sul futuro delle singole cittadine. Ecco le sue risposte alle nostre domande.
Dottor Roggi, negli anni scorsi sono stati portati a termine degli interventi piuttosto importanti per il recupero della struttura della chiesa di Sala a Porrena, nel comune di Poppi. Nello specifico si è proceduto alla realizzazione di quattro appartamenti e al restauro della chiesa. Per quale ragione, nonostante i lavori previsti siano stati eseguiti da qualche tempo, il sito in questione è ancora vuoto? Sono già state individuate le famiglie che potranno beneficiarne?
«L’intervento in Sala di Porrena in realtà non è concluso. Nello specifico, gli alloggi, che in origine dovevano essere 5, sono diventati 6 (con il budget previsto è stata recuperata una parte volumetrica accessoria – l’ex casa del contadino – e trasformata in alloggio). La chiesa è già stata inaugurata. I ritardi nella conclusione dell’opera sono da imputare al difficile accesso per le reti energetiche (mancava acqua – recentemente allacciata – e gas per riscaldamento, ancora in fase di allaccio). Una volta conclusi gli allacci, andranno fatti i collaudi e poi le assegnazioni. Il Comune è in attesa della dichiarazione di fine collaudo per poter assegnare gli appartamenti alle famiglie».
Nei mesi scorsi il Comune di Bibbiena ha ricevuto un contributo regionale di 800.000 euro per gli alloggi popolari, ma a tenere banco in tal senso è il futuro del convento di San Lorenzo. A che punto è il progetto che prevede la realizzazione di dieci appartamenti di edilizia resistenziale pubblica?
«Per quanto riguarda l’importante opera di San Lorenzo, come già verificatosi per le altre inserite nel piano triennale degli interventi, dobbiamo studiarne la fattività tecnica, in quanto la decisione è stata presa dal solo organo politico (l’ex Presidente Dindalini), senza il coinvolgimento dei tecnici di Arezzo Casa. Ho sollecitato appena insediato incontri tra i miei tecnici e quelli del Comune di Bibbiena. Purtroppo abbiamo già riscontrato numerose difficoltà che pretenderanno approfondimenti di natura tecnica e pertanto non sono in grado, ad oggi, di confermare la fattibilità dell’intervento».
Restando alla città del Dovizi, gli accordi tra il Comune ed Arezzo Casa prevedono anche il completo recupero del complesso di Sant’Andrea a Lontrina. Cosa può dirci a proposito?
«Non esiste alcun protocollo d’intesa tra Arezzo Casa e il Comune di Bibbiena per il recupero della chiesa sita nel complesso di S. Andrea a Lontrina. Si tratta soltanto di impegni informali. Dal mio insediamento non ho ricevuto manifestazione d’interesse dal Comune sull’intervento in questione».
Quali novità, infine, in merito al piano che prevede la realizzazione di 4 alloggi nella ex scuola San Martino di Capolona?
«La scuola di S. Martino, come il Convento di San Lorenzo, non aveva ancora avuto pareri tecnici da parte nostra. Ho ordinato nel mese di ottobre, ai tecnici di questa società, di studiare il caso e la fattibilità. Il parere è stato negativo, sia per Arezzo Casa che per il Comune di Capolona e quindi i lavori non saranno realizzati. Ci tengo a precisare che nessun tecnico della nostra azienda era stato coinvolto in fase programmatica e che anche in questo caso la decisione è stata esclusivamente di tipo politico».
(tratto da CASENTINO2000 | n. 315 | Febbraio 2020)