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giovedì, 25 Aprile 2024

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Gli Amanti di Piazza Tarlati. Puntata 10

Copenaghen (quinta e ultima parte) Click

Arrivarono allo Scandinavian a fine giornata. Prima di salire in camera Paride si fermò al bar. Comprò una bottiglia di vino. Quando salì nella stanza lei era già sotto la doccia.
Riempì due bicchieri. Bevve e riempì di nuovo. Faceva piacere il bianco fresco. Nella stanza era caldo. Cominciò a spogliarsi per rimanere in boxer e maglietta.
Nonostante non fosse più un ragazzo era ancora abbastanza in forma. Si guardò nello specchio dell’armadio. Vide un poco di pancia. La tirò in dentro. Espirazione. Inspirazione. I capelli c’erano ancora. Qualcuno grigio.
Lei uscì dal bagno. Avvolta nell’accappatoio e con la chioma raccolta da un morbido telo.
Neppure la donna era più giovane ma la cura ed il tempo avevano conservato la bellezza. Anzi. A metà dei quaranta non era facile trovarne altrettanto belle con la metà degli anni.
Le porse il bicchiere.
– E se cenassimo in camera? Chiese Lucia.
La stanchezza della giornata e l’atmosfera che si andava preparando gli fecero dire di si.
Chiamò il servizio.
Tranci di salmone affumicato. Burro e pane tostato. Gamberetti del mare del nord. Olive.
Mentre sistema il desinare sul letto lei finisce di asciugarsi.
Si mette a guardarla e rivede quello che tutti vedono ma di cui non si era accorto da chissà quanto tempo.
Mette il burro sul pane ancora caldo.
Si accomoda vicino a lui. Lo aiuta a pulire qualche gamberetto.
– Stai molto bene, dice Paride.
– Grazie, risponde Lucia con un sorriso.
Mette una fetta di salmone sul pane.
– Volevo dirti una cosa.
– Dimmi.
– è da diverso tempo che ti vedo strano. C’è qualcosa che non funziona tra noi?
– Veramente ti sembro assente?
Gli versa un altro bicchiere di vino.
Spegne la luce. Quella che arriva dalla città è più che sufficiente. Si alza e lascia cadere l’accappatoio.
Si china su di lui e lo bacia. Si baciano. La gira sotto.
I lombi dell’uomo sono tra le sue gambe. Lo guarda negli occhi. I suoi sono chiusi.
Click.
Li apre e sorride. E’ nell’androne del palazzo dove lavora. Morde la pelle dell’altra. Bacia i suoi capezzoli.
– Amore.
– Si!
Fa uno movimento veloce con la testa, come per buttare via quell’immagine.
Click.
Punta l’altra contro la parete e la prende di brutto. Si sbranano di baci.
Sgrana gli occhi per tornare in camera. Si sforza. Tende i muscoli della schiena. La moglie lo abbraccia e lo tira verso di se.
Click.
Cadono a terra. Elena gli sale sopra e continuano a farlo quasi senza spogliarsi. Lui inarca le spalle ed alza il bacino. è vigoroso dentro il suo corpo caldo.
Scatta ancora le tempie. Cerca di distogliere quella scena che ritorna prepotente. Non sa come arginarla.
– Stai con me.
– Sono con te.
Click.
La gira a pancia sotto, sopra la scrivania. Volta il viso e lo guarda con una smorfia di piacere animalesco.
Una perla di sudore sulla fronte. Per rientrare compie uno sforzo fisico e mentale.
Come dotato di vita extra corporea il pensiero dell’altra ripiomba dentro le meningi dell’uomo con violenza.
Le proprietà di una molla. La velocità dello scatto fotografico.
E più si dimena meno se ne affranca.
Flash. Click.
Ringraziarono il commesso che gli aveva scattato la fotografia. Finirono il giro del negozio che, in effetti, è una vera e propria galleria d’arte. La Royal Copenaghen è una autentica istituzione del paese.
Lucia si stava facendo confezionare due piatti finemente decorati con raffigurazioni agresti. Bianco e blu, immancabilmente.
Nella mente di lui si formò la balzana idea che un articolo del genere sarebbe piaciuto anche all’altra.
Pensò a come fare.
Con tutte le occasioni che aveva avuto nei giorni precedenti proprio adesso pensava ad un regalo.
Si inventò una storia. Disse che voleva fare un presente alla collega per sdebitarsi dell’aiuto che gli aveva dato per concludere i progetti.
In fondo – pensò – dirò che è grazie a lei che siamo potuti partire. La scusa gli sembrò davvero buona.
A volte, per nascondersi, la cosa migliore è mettersi in piena vista.
Chissà che fine avrebbero fatto quei piatti.
A fine pomeriggio furono a Firenze. Mentre guidava lei si addormentò. Era rischioso ma prese il cellulare e mandò un messaggio al quale non seguì risposta:
“Amore siamo per la Consuma”.
Mentre affrontava i tornanti ebbe una sensazione del tutto particolare. Fu come se le tensioni di quei giorni stessero svanendo curva dopo curva. Si sentì attraversare da grande benessere. Tornava dal suo amore.
Ne aveva di motivi per essere felice. Per quanto meravigliosi possano essere stati i posti che abbiamo visitato e per quanto coinvolgenti possano essere state le avventure che abbiamo vissuto, niente ci riempie il cuore quanto rivedere la vallata del Casentino dall’alto delle montagne.
L’aspra bellezza dei Mandrioli. Le sagome erte ed inquietanti delle rocce sedimentarie. La spiritualità della Verna, che respiriamo non appena scorgiamo il picco. La dolcezza della Consuma verso Borgo alla Collina. Tutti questi luoghi, quando torniamo, ci offrono l’emozione di un incontro a lungo atteso.

(Fine puntata 10)

Marco Roselli, Gli Amanti di Piazza Tarlati, Fruska

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