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giovedì, 25 Aprile 2024

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Incontri ravvicinati… Col Badalischio!

di Monica Prati – «Abitavo con la mia famiglia a Corezzo, in Vallesanta. Avrò avuto undici anni quando ho fatto un incontro spaventoso…». Sono le parole della signora Anna, ora quasi novantenne, che ha vissuto un’esperienza incredibile tra verità e leggenda incontrando una creatura misteriosa che vive nei boschi del Casentino: il Basilischio.
Oggi la nipote Edi Tellini di Soci (nella foto), racconta l’incontro ravvicinato della zia avvenuto tanto tempo fa. INCONTRI RAVVICINATI 003
Allora esiste davvero il Basilischio!?
«Prima di rispondere vorrei fare una premessa. Noi umani abbiamo la presunzione di conoscere tutto, di dominare la natura, siamo saccenti, diamo per scontato e per vero solo ciò che vediamo. Ma siamo sicuri di conoscere veramente tutto ciò che c’è in cielo, in terra, nei boschi, nei mari? Io ritengo che l’uomo sia solo una minuscola parte di tutto ciò che è stato creato e che abbia come tale il suo posto nella vita dove gli è stato concesso potere, intelligenza e il sapere molte cose, ma non tutte. Ci devono essere dei segreti inviolabili, nel rispetto di tutto ciò che ci circonda. Quando ero piccola, noi bambini di allora, durante le lunghe serate invernali magari dopo una deliziosa cena a base di tagliolini in brodo di gallina e pane fatto in casa, cotto in quei meravigliosi forni che erano la ricchezza di ogni famiglia, ci sedevamo intorno al camino scoppiettante. Mentre le mamme rammendavano i nostri vestiti o facevano le calze di lana ai ferri, i babbi e i nonni ci prendevano in braccio e cominciavano a raccontare storie fantastiche.
Storie di piccoli uomini visti nei boschi, di donne strane e vecchie che raccoglievano erbe, che secondo i nostri nonni erano streghe. Storie di strane presenze e fatti inspiegabili e sconosciuti all’uomo, ma anche di cose incredibili però veramente accadute».
Ci racconti cos’è successo!
«Durante una di quelle sere, sono venuta a conoscenza di una esperienza vissuta da mia zia Anna quando era piccola. Si parlava di animali strani e sconosciuti all’uomo quella sera e così è venuta fuori la storia del Basilischio, il famoso serpente preistorico di cui molti parlano. Ho ascoltato con occhi sgranati dalla paura e poi non mi sono accontentata, ma ho preteso che il racconto mi venisse ripetuto tante volte dalla bocca di mia zia.
“Zia Anna, raccontami di quando hai visto il Badalischio!” (così veniva chiamato in Casentino) le domandavo. E lei iniziava il racconto:
“Avrò avuto undici anni allora e come sai noi abitavamo a Corezzo in Vallesanta, ma avevamo parenti sparsi anche verso Rimbocchi. Io ero la più grande dei figli, così ogni quindici giorni mia madre mi mandava a prendere la ricotta dalla zia Narcisa che stava in un podere sopra Rimbocchi. Bisognava camminare parecchio, ci mettevo ore ad arrivare al podere chiamato Vignale. Ci si arrivava passando da Biforco e poi su su lontano verso le Nocette (podere ancora più lontano) in alta montagna.
Dovevo attraversare diversi boschi prima di arrivare. Un giorno ero appena entrata nel fitto del bosco, quando ho sentito un fischio fortissimo che mi ha quasi insordita e mi ha un po’ intontita. Mi sono girata verso quella parte ed in vetta ad un brusco (albero tagliato che rimette le foglie dal basso) ho visto un animale tremendo mai veduto prima. Sarà stato alto un metro circa, stava ritto sulle corte zampe e anche davanti ce le aveva, tenute su come fossero piccole mani.
Sembrava un bambino avvolto in fasce, perché la sua pelle verde, giallognola e grigia, girava a mo di fasciatura. La testa era abbastanza grossa e in cima aveva una cresta come se fosse una corona. Mi sono nascosta terrorizzata.
L’animale si è girato un po’ e ho visto i suoi occhi, brillavano moltissimo come se fossero di vetro. Per fortuna non mi ha vista e non oso pensare a cosa sarebbe potuto succedermi. Ho avuto una paura tremenda, ma non potevo girare e tornare a casa, perché allora c’era la fame e la miseria e quella ricotta era molto importante per la mia famiglia. Il serpente è andato via. Io col cuore che batteva a mille sono arrivata di corsa dalla zia Narcisa, ho preso la ricotta e sono tornata a casa passando sempre lì vicino, ma ho cercato di cambiare sentiero. Mi sono guardata intorno ad ogni fosso, con una paura tremenda di ritrovare il mostro. Ho respirato solo quando sono uscita dal bosco. L’immagine di quel serpente mi è rimasta impressa nella memoria. A chi non crede nel Badalischio io dico che è vero! Che esiste perché io l’ho visto”.
Oggi nessuno manderebbe mai un bambino da solo nei boschi in inverno – dice la signora Edi – ma erano altri tempi, c’era tanta miseria e la nostra famiglia non aveva le pecore».
Il Basilischio o Badalischio è stato visto anche altre volte?
«Negli anni sono stati fatti altri avvistamenti dell’animale. Ho sentito dire di una donna che mentre stava lavando i panni nel fiume se l’è trovato davanti e anche lei lo descrive come l’ha visto mia zia Anna. La zona era sempre quella sopra Biforco.
Anche un uomo di Rimbocchi, dice mia zia Anna, racconta di averlo visto. Un giorno mentre era al campo a cercare il fieno aveva fatto dei grossi mucchi, ma quando ha preso la forconata e ha tirato su non veniva. Tira tira, dice che ne è uscita quella bestia, il Badalischio!  L’uomo è corso via dalla paura urlando e lasciando lì fieno, forcone, treggia, buoi, tutto insomma. È arrivato a casa sudato fradicio, berciando che nascosto nel fieno c’era un serpente grosso come un bambino, mai visto prima, terribile da vedere.Gli è venuta la febbre a quaranta e dicono che sia rimasto a letto per un mese.
Dicono anche che, per parecchio tempo, sia rimasto mezzo tonto per via della paura avuta. Ma sembra si sia rimesso, con la sicurezza di aver incontrato il Badalischio.
Ma non è finita qui un altro avvistamento sembra sia stato fatto sempre in quel periodo da due uomini, che dopo aver visto il serpente raccontano di averlo ucciso e, mentre un uomo è andato a chiamare gente, l’altro l’abbia nascosto. Al ritorno con tanta gente accorsa il serpente non c’era più. L’uomo ricorda di essere stato intontito e di non sapere che fine avesse fatto il Badalischio.
Fatto sta che da povero che era, d’improvviso è diventato ricco e ha aperto un negozio a Bibbiena.
La leggenda dice che il Badalischio abbia in fronte una pietra preziosa, addirittura un diamante (come gli elefanti hanno le zanne d’avorio) chissà se quell’uomo si sia arricchito grazie alla vendita della pietra preziosa! Questo non lo possiamo sapere.
Mia zia Anna mi ha sempre detto che il suo racconto è la verità, anche se sembra inverosimile e aggiungendo che non avrebbe mai augurato a nessuno un incontro così.
Io faccio tesoro di tutto ciò che ho sentito e vivo nella certezza che in ogni leggenda c’è sempre un pizzico di verità».

(tratto da CASENTINO2000 | n. 290 | Gennaio 2018)

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