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giovedì, 2 Maggio 2024

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«Le consegne a domicilio non bastano più, studiamo la fattibilità per i cibi d’asporto»

da FDI Casentino – Uno dei tanti settori colpiti dal lock – down è senza dubbio la ristorazione. Anche nella fumosa fase 2 appare evidente come sulla ripartenza del settore aleggino molte ombre sia con riferimento alle tempistiche, che agli inevitabili protocolli di sicurezza.

In Casentino la ristorazione è elemento importante del tessuto socio-economico e della sua vocazione turistica. Spesso trattasi di microimprese all’interno della quale più componenti della stessa famiglia svolgono la loro attività, e quindi una volta chiuse si volatilizza l’unica fonte di reddito per tante famiglie. Oltre che alle ricadute negative sia per il personale dipendente e collaboratori stagionali, oltre che sulla filiera locale delle aziende fornitrici.

Non si potrà servire ai tavoli, almeno finché i dati sui contagi non saranno un po’ più confortanti e il governo Conte non consentirà la totale riapertura, ma sarebbe indispensabile, per aiutare questa categoria economica, permettere non solo le consegne a domicilio di cibo, ma anche la vendita d’asporto presso i propri locali.

Per i tanti ristoratori, come per tante attività, oltre il Coronavirus da fronteggiare, c’è anche un altro virus, che è quello della disperazione. Difatti, se non iniziamo subito a dare un aiuto concreto alle nostre imprese, molte di queste chiuderanno definitivamente i battenti, mettendo sul lastrico intere famiglie. Accertato che tardano ad arrivare i denari alle PMI tramite il decreto cosiddetto liquidità del governo nazionale, sbloccare a costo zero alcuni cavilli delle normative rappresenterebbe un indubbio sostegno alle realtà settoriali maggiormente colpite in questo momento.

Il divieto generalizzato alla ristorazione, – attualmente con i Dcpm in vigore, ha solo due deroghe. La prima riguarda la somministrazione nelle aree di servizio autostradali; l’altra riguarda invece la consegna a domicilio. Quindi, poco o nulla per i tanti ristoratori, del nostro territorio.

La proposta di Fratelli d’Italia, riguarderebbe quella di consentire ai ristoratori, di poter preparare cibo e piatti pronti da far ritirare direttamente presso i ristoranti, dai clienti stessi su appuntamento, onde evitare assembramenti. In attesa della normalizzazione post Covid-19, si consentirebbe ai ristoratori di rompere i sigilli di stato della totale chiusura e consentirebbe di evitare la cassa integrazione per molteplici dipendenti, oltre a limitare i danni, già ingenti, ai fatturati.

Quindi – conclude Dini – facciamo un appello alle istituzioni che pongano in essere tutti gli sforzi nella ricerca nell’ambito del quadro normativo in vigore, dei possibili provvedimenti per dare risposte a questo importante settore dell’economia locale

FDI CASENTINO, Federico Dini – Portavoce di vallata FDI

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