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martedì, 27 Maggio 2025
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La “Birreria”, una lunga storia…

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di Elisa Fioriti – “Day by day and night by night we were together – all else has long been forgotten by me”. Suonano così le parole del poeta americano Walt Whitman: “Giorno dopo giorno e notte dopo notte eravamo insieme, tutto il resto l’ho scordato”. E insieme di tempo ne hanno trascorso eccome Marco Tassini e Sabrina Pasqui, i due titolari della “Porta de’ Fabbri”, la storica Birreria del borgo bibbienese, che gestiscono da ben ventiquattro anni, con la stessa identica passione che li ha spinti a lanciarsi in quest’avventura… ancora tutta da vivere! Il loro racconto nell’intervista.
Come è nata l’idea di prendere in gestione la “Porta de’ Fabbri”? Marco: «Io e Sabrina eravamo clienti abituali della Birreria, che ha aperto i battenti nell’81, se non sbaglio, proprio come pura birreria, proponendo una nutrita selezione di birre di qualità, accompagnate da qualche stuzzicheria, sì, ma senza una ristorazione completa. È dal nostro amore per il posto che è nata l’idea di diventarne i nuovi gestori».
Sabrina: «Ci ha rivoluzionato la vita. Prima io facevo l’operaia in fabbrica, Marco, invece, si occupava di impianti elettrici. Un altro tipo di lavoro, un’altra vita, appunto. Forti forse della giovane età, venticinque anni io e lui trenta, abbiamo preso una decisione radicale, scommettendo il nostro futuro su questo locale. Salto nel vuoto: non sapevamo come sarebbe andata, se saremmo riusciti a ripartire da zero imparando un mestiere nuovo… E in effetti, all’inizio, il primo anno di attività in particolare, è stato difficile. Sorrido a guardarmi indietro e parlarne, adesso».
Quanto è stato sacrificante adattarsi a orari di lavoro notturni, specie il fine settimana? Sabrina: «No, non ci ha pesato eccessivamente. Certo, i ritmi quotidiani si modificano: bisogna imparare a ritagliarsi altrimenti il tempo per la famiglia e per sé stessi, incastrando i diversi impegni».
Marco: «Non potevamo fare scelta migliore. Mai periodi di crisi, senza lavoro. E il tempo ci è volato. A volte capita che dei clienti mi domandino se, dopo tanti anni trascorsi dietro il bancone, il lavoro mi sia venuto a noia: niente affatto. Mi diverte, non cambierei nulla. Mi piace stare a contatto con le persone. A maggior ragione in un frangente come quello di oggi, in cui, troppo presi dai nostri affari, connessi costantemente in rete, intenti a navigare sui social, a chattare nel mondo virtuale, si rischia di dimenticarsi quanto è bello godere della compagnia degli altri, interagire e socializzare realmente, nel mondo reale. L’obiettivo a cui abbiamo sempre guardato io e Sabrina è rendere questo locale un posto dove ciascuno riesca a sentirsi a suo agio, un posto di ritrovo, di riferimento e di aggregazione, dove condividere momenti, in serenità».
Sabrina: «La “Porta de’ Fabbri” non è semplicemente un locale storico di Bibbiena: è un luogo pieno di storie. E alcune sono racchiuse qui, nelle fotografie del mio grosso album: pare uno di quelli da matrimonio, vero?».
Ci custodisci i ricordi delle varie serate? Sabrina: «Quando ancora eravamo abituati a scattare foto con la macchine fotografiche e poi stamparle, per rivedersele ogni tanto e mostrarle a parenti e amici, mi prese la voglia di raccogliere e conservare quelle dei momenti che passavamo qua in un album, evitando di tenerle sparse in giro: eventi, feste, occasioni speciali o anche le più normali serate… attimi impressi in una serie crescente di scatti, che andavano a impreziosire l’album dei ricordi, custodito, come tesoro, dietro il bancone, a disposizione dei clienti che desiderassero vederlo e sfogliarlo: gli amici si ritrovavano nelle foto, vi si riconosceva questo o quel personaggio, ci si raccontavano gli aneddoti, e se ne metteva a parte chi non c’era. È il passato che torna presente, riprendendo vita e colore».
Marco: «Ho visto succedersi generazioni: figli e figli dei primi clienti frequentano il locale! Del resto, ed è un tratto che un po’ ci caratterizza, la nostra clientela è assai variegata: abbraccia ogni fascia d’età, dai giovanissimi ai senior. Costantemente, infatti, cerchiamo di seguire i tempi, di andare incontro agli interessi e ai gusti della gente, pur nel rispetto dell’anima originaria della Birreria».
Che cambiamenti avete apportato? Sabrina: «Per offrire un servizio migliore e più completo, la Birreria si è gradualmente dotata di una cucina, proponendosi anche come ristorante e pizzeria. Me ne occupo in sostanzia io: in cucina mi esprimo appieno. Periodicamente, poi, reinventiamo il menu dei piatti e aggiorniamo l’assortimento di birre».
Marco: «Uno spazio fondamentale lo abbiamo riservato alla musica, visto che entrambi ne siamo appassionati: a più riprese si organizzano eventi, con concerti dal vivo e vari spettacoli. Da poche settimane, ad esempio, hanno preso avvio i “Mercoledì alla Porta de’ Fabbri”: ogni mercoledì dei prossimi mesi d’estate la Birreria ospiterà un’esibizione dal vivo sullo sfondo di una mostra fotografica sempre nuova, a cura dell’Associazione Fotografica Walter Soldani; le esposizioni verranno inaugurate in occasione del concerto, restando allestite nella parte esterna del locale l’intera settimana».
Sabrina: «Il 5 giugno ha esordito il Tixie Quartet, in coppia a Francesco Maria Rossi, con la mostra fotografica “Inka Walls”. Il 12 giugno è stata la volta di Rosette Sandroni e David Norcini, con l’esposizione “Sub Way” di Simone Martini. Il 19 giugno Massimo Giuntini e Fabio Roveri, mostra “Che toglie i peccati” di Antonio Mariotti. Tanti altri ne seguiranno».                                                                                                                                                                                                                                Arte e musica, connubio perfetto! Sabrina: «Che va a movimentare la settimana, celebrando “Bibbiena, città della Fotografia”. Per riuscire a coinvolgere e richiamare le persone, un locale storico come il nostro deve mantenere la sua freschezza: occorre essere aperti e dinamici, propositivi, mai ripetitivi».

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(trattoa da CASENTINO2000 | n. 308 | Luglio 2019)

Etruschi, gli antenati dei Casentinesi

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Tornano le celebrazioni etrusche in Casentino grazie al contributo della Regione Toscana. Il progetto, organizzato dalle amministrazioni di Bibbiena, Castel Focognano, Pratovecchio Stia e l’Unione dei Comuni Montani del Casentino  -avvalendosi della consulenza del personale del Museo Archeologico del Casentino “Piero Albertoni”-  prevede l’organizzazione di varie iniziative gratuite diffuse sul territorio presso le principali evidenze archeologiche etrusche casentinesi e, in particolare, presso il santuario etrusco del Lago degli Idoli sul monte Falterona, il Museo Archeologico del Casentino a Bibbiena, l’area archeologica etrusca di Socana (Castel Focognano), il sito etrusco di Masseto (Pratovecchio Stia)  e, infine, presso il Centro di documentazione archeologica di Subbiano. Il progetto ha l’obiettivo di valorizzare e promuovere il patrimonio archeologico in Casentino, un territorio che i rinvenimenti connotano, fin dall’epoca etrusca, come vera e propria valle sacra.

Francesco Trenti, Direttore Scientifico del Museo Archeologico del Casentino commenta: “Le sei iniziative prevedono l’organizzazione di spettacoli e di attività didattiche e divulgative e vedranno anche la partecipazione di associazioni di settore come il Gruppo Archeologico Casentinese e il Gruppo Archeologico Giano, che da decenni prestano volontariamente la propria opera per la ricerca e la valorizzazione del patrimonio archeologico locale”.

Si inizia domenica 25 agosto con Il Lago degli Idoli: un santuario etrusco sul Falterona, un’escursione guidata al Lago degli Idoli sul Falterona, un luogo magico e una location unica nel suo genere che farà da sfondo allo spettacolo “Di acqua e di terra”, una performance emozionale fra narrazione, musica e danza ideata e realizzata da Miriam Bardini, Isabella Quaia e Jana Theresa Hildebrandt. Per sentirsi ancora etruschi 2500 anni dopo.

Si prosegue sabato 31 agosto con Pieve a Socana: la musica degli Etruschi, in cui il santuario etrusco di Socana col suo straordinario altare sarà la naturale quinta alla performance dei Synaulia, gruppo specializzato nella ricerca archeologico-musicale. Uno spettacolo magico per un luogo magico.

Sempre a Socana, sabato 7 settembre, avrà luogo Pieve a Socana: un luogo sacro fra Etruschi e Cristianesimo, visita guidata straordinaria a cura del personale del Museo Archeologico del Casentino, in cui verranno presentati i recenti interventi di restauro e valorizzazione delle evidenze monumentali. L’evento si terrà in concomitanza con la Passeggiata Enogastronomica organizzata dalla locale Proloco.

 Sabato 14 settembre sarà il turno del Museo Archeologico del Casentino con Essenze e profumi degli Etruschi con aperitivo al Museo Archeologico, evento che prevedrà un’attività esperienziale al con la presentazione delle tecniche di realizzazione dei profumi e delle essenze antiche. Sarà inoltre l’occasione per fare il punto di riferimento sulla “questione etrusca” casentinese attraverso visite guidate alle collezioni del Museo. A seguire, aperitivo etrusco a cura di Rasenna in Tuscany.

L’area archeologica di Masseto sarà protagonista domenica 15 settembre con Masseto e gli astri degli Etruschi, una giornata dedicata al mondo delle stelle e della disciplina divinatoria di cui gli Etruschi furono artefici e maestri. All’escursione presso l’area archeologica di Masseto presso Ama, con i resti dell’abitato etrusco e della tomba a camera seguirà un incontro presso il Planetario del Parco Nazionale a Stia.

Chiude la rassegna, venerdì 21 settembre, Maestranze, commerci e idee da oriente:spunti per una prima contestualizzazione della fibula a drago di Poggio d’Acona, conferenza sui contatti fra Etruschi e Oriente a cura del Gruppo Archeologico Giano e dell’EcoMuseo del Casentino presso Centro di documentazione di Subbiano, prendendo spunto dal ritrovamento della fibula a drago nel sito di Poggio d’Acona.

Per info e prenotazioni contattare il Museo Archeologico del Casentino: 0575-595486, 335-6244537, info@arcamuseocasentino.it

Le pozze scavate nella roccia

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di Terenzio Biondi – Nei torrenti delle altre zone del Casentino è raro, quasi impossibile, trovarle; ma nei fossi della Vallesanta ti imbatti spessissimo in quelle che vengono chiamate “pozze scavate nella roccia”. Pozze delle più svariate dimensioni (alcune piccolissime, altre enormi), tipiche di quell’ambiente fatto di rocce calcaree, di calanchi, di canyon… Tutte sotto cascate più o meno alte. La forza dell’acqua, nel corso dei secoli, ha letteralmente scavato nella roccia sotto la cascata, piano piano, delle buche che in alcuni casi sembrano opera dei maestri scalpellini di Strada in Casentino, in altri opera dei folletti che popolano i racconti fantastici della Vallesanta.

Nelle mie giornate di pesca nei fossi della Vallesanta (è una delle zone che prediligo), ho incontrato più volte pescatori che avevano lasciato la canna e stavano fotografando le pozze da diverse angolature, addirittura qualcuno che riprendeva la pozza dalla sommità della cascata, col rischio di un pericoloso “tuffo olimpionico”. E devo dire che mi hanno “contagiato”: le ho fotografate anch’io, tutte (o quasi) in tutti i fossi. Nel Fosso di Corezzo, nel Fosso del Monte, nel Fosso dell’Acqua Bianca, nel Fosso del Baccio…

Le più “geometriche” si trovano nel Fosso Sodaccio: coniche alcune, altre tondeggianti, tutte col fondo e le pareti perfettamente levigate. Le più “fantasiose” nel Fosso di Serra: nelle pareti si alternano anfratti e sporgenze, piccole grotte e lunghi cunicoli; e il colore delle pareti rocciose varia, sì che sotto i raggi del sole il colore dell’acqua nelle diverse zone della pozza vira da un verde tenue a un verde acceso, da un azzurro sfocato a un azzurro vivo come il cielo.

E le trote, direte voi, si pescano numerose in queste pozze? Purtroppo… no, le trote qui sono veramente rare: mancano nelle pozze scavate nella roccia anfratti o massi adatti per formare la tana della trota, e qualche grossa fario la puoi catturare solo dopo grosse piene (sono le trote trasportate a valle dall’impeto della corrente).

Con una eccezione: le pozze scavate nella roccia del Fosso di Serra. Qui l’acqua si è divertita a fare, nelle pareti laterali della pozza, tantissimi anfratti, divenuti tana ambita dalle trote del torrente. E non conosco pescatore che non possa raccontare catture eccezionali in queste pozze.

Pozze roccia 1

 

Da non perdere questa settimana

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Da mercoledì 14 a sabato 17 – Faltona – Sagra degli Gnocchi
Da mercoledì 14 a venerdì 16 – Moggiona – XXXVIII^ Grande Festa del Fungo Porcino info: 3343050985
Da mercoledì 14 a domenica 18 – Chiusi della Verna – XVII^ Sagra del Tartufo
Mercoledì 14 e giovedì 15 – Subbiano – Festa S. Assunta in Catenaia
Mercoledì 14 – Stia – Festa delle Misericordie, ore 17 – Festa Patronale dell’Assunta. Processione per le vie del paese, ore 21
Mercoledì 14 – Caiano – Pizzeria con “Il Cervellone”, social quiz
Martedì 14 – Chitignano – Santa Messa e tradizionale processione dell’Assunta, ore 21
Giovedì 15 – Carda – Ferragosto sotto le stelle
Giovedì 15 – Quota – Processione e ballo in piazza
Giovedì 15 – Capolona – Bibbiano in Festa: festa S. Maria Assunta
Giovedì 15 – Stia, piazza Tanucci – Champagne, sangria e follie di Ferragosto, ore 21
Giovedì 15 – Chitignano, piazza Garibaldi – Tradizionale Concerto di Ferragosto, ore 18
Giovedì 15 – Chitignano, C. San Vincenzo – Serata danzante, ore 21
Giovedì 15 – Montemignaio, piazza del Castello – Spettacolo musicale, ore 21
Da venerdì 16 a domenica 18 – Strada in Casentino – Street Food
Venerdì 16 – Corezzo – Commedia sotto le stelle, “I ragazzi di Amica Rete”, ore 21
Venerdì 16 – Stia – Fiera dell’Assunta
Da venerdì 16 a domenica 18 – Stia, Rione Il Poggio Festa al Poggio: gastronomia, musica e animazione
Venerdì 16 – Castello di Romena – Dame e Cavalieri, vita al castello ai tempi del medioevo. Visita per bambini. Costo € 8 compreso ingresso al castello. Info e prenotazioni: 3665609395
Venerdì 16 – Raggiolo – Serata dedicata all’Ecocabaret a Sant’Angelo lungo la via che collega Raggiolo e Quota
Venerdì 16 – Pratovecchio, centro storico – Notte pratovecchina
Venerdì 16 – Chitignano, via Roma ­– “Concerto di fisarmoniche”, direzione Maestro Piero Milanesi
Sabato 17 e domenica 18 – Subbiano – Festa a Falciano
Sabato 17 – Montemignaio, Piazza del Castello – Festa nel Castello: il risveglio di un borgo medievale con stand gastronomici, spettacoli e intrattenimenti
Sabato 17 – Caiano – Pizzeria con musica e karaoke

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Da sabato 17 a lunedì 19 – Pratovecchio – Festa dello Sport
Sabato 17 – Moggiona – “Ballando sotto le stelle” Marco e Novella Group, ore 21 Info: 3343050985
Sabato 17 – CTC della Consuma, ore 21 – La pittura italiana del novecento dopo il futurismo, conferenza
Sabato 17 – Bibbiena, piazza Tarlati – Giornata del Donatore: premiazione dei donatori Avis, musica, cena e tombola finale info: 3388256656 – 3441246220
Sabato 17 – Castello di Romena – Caccia al tesoro per bambini. Costo € 8 compreso ingresso al castello. Info e prenotazioni: 3665609395
Sabato 17 – Pratovecchio, Borgo Mezzo – Gran Galà dell’Opera
Lunedì 19 – Moggiona – “Jerry e altre storie”, spettacolo teatrale, ore 21 info: 3343050985
Lunedì 19 e martedì 20 ­– Chitignano, Sala Comunale – Incontri con gli autori: il 19 Prof. Marino Biondi, il 20 Prof. Claudio Santori
Lunedì 19 – Raggiolo – Laboratorio per bambini sul medioevo e novelle itineranti su Guido Novello
Martedì 20 – Talla, Pontenano – Castagnata
Mercoledì 21 – Santuario della Verna – Festival Internazionale di Musica d’Organo, concerto di Hans Leitner (Germania), ingresso gratuito ore 21.20
Mercoledì 21 – Bibbiena, CIFA – Cinebastone: “Il sorpasso”
Mercoledì 21 – Bibbiena – Fiera del Cocomero

Scarica gratis il libretto degli eventi!

Contributi sugli affitti

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Fino al 13 settembre 2019, sono aperti i termini per presentare le domande e ottenere un contributo di integrazione del canone di affitto, alle condizioni e sulla base dei requisiti indicati nel relativo bando, in applicazione delle disposizioni in materia e della delibera di Giunta dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino n. 116 del 10.07.2013. La documentazione potrà essere ritirata presso l’Ente o presso un qualsiasi comune appartenente all’Unione oltre a Pratovecchio Stia e dovrà essere presentata al protocollo entro le ore 13 del 13 settembre 2019. Si tratta della possibilità di ottenere un contributo finalizzato al pagamento del canone di locazione, erogato dall’Unione e finanziato dalla Regione Toscana. Potranno presentare la domanda gli intestatari di un contratto di locazione debitamente registrato che hanno la residenza in quell’immobile, situato in uno dei comuni dell’Unione oltre a Pratovecchio Stia, che non abbiano ricevuto altri benefici pubblici erogati nello stesso periodo di tempo (anno 2019), con limitazioni riguardanti il reddito di cittadinanza e che rispondano ai requisiti previsti nel bando stesso.

Il teatro benefico di Amicarete a Corezzo

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Dopo il grande successo ottenuto a Moggiona, i bravissimi attori di “SENZA RETE” presentano la commedia brillante “LA SPERANZA L’E’ L’ULTIMA A MORIRE” venerdì 16 agosto, ore 21, a Corezzo. L’Associazione amICAREte di Bibbiena, di cui il gruppo teatrale fa parte, offre da una decina di anni assistenza ai diversamente abili organizzando varie attività di sostegno e di integrazione.

Per seguire tutte le attività di AmICAREte vai al sito www.amicarete.net

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Siamo stati tutti adolescenti ribelli…

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di Denise Pantuso – Chi lavora negli istituti scolastici come chi ha a che fare con gli adolescenti si rende conto che la ribellione degli adolescenti contemporanei non è quella che ha vissuto personalmente molti anni indietro. Eppure gran parte dei genitori di adolescenti esordiscono sempre con “Eravamo anche noi adolescenti ribelli”. Questo è un mito da sfatare. Anzi, oggi questa risposta più che un mito, sembra dire di un atteggiamento difensivo che i genitori hanno, mostrando una certa non curanza verso la disregolazione emotiva che caratterizza i figli. Infatti la contemporaneità, grazie anche all’uso precoce di mezzi digitali, porta le generazioni ad un reale scollamento con l’esperienza corporea. Le modificazioni che il mondo digitale apporta al rapporto con il proprio corpo sono molto evidenti seppur ancor sottovalutate. L’esperienza corporea è l’insieme dei messaggi che provengono dal mondo interno che vanno dalle esperienze emotive ai sentimenti, dai dolori reali del corpo al benessere e il rapporto con queste esperienze segna i passaggi necessari alla crescita. Infatti le esperienze corporee sono fondamentali per avviare i processi cognitivi superiori come il linguaggio, le abilità motorie, la sublimazione, la simbolizzazione degli eventi e quindi sono importanti per garantire lo sviluppo umano. Ma per avviare questi processi sono necessarie alcune accortezze che provengono dai genitori quali l’uso della voce, fare da contenitore affettivo delle esperienze somatiche, disangosciare i bambini o i pre adolescenti laddove c’è un eccesso di dolore etc etc.

La figura genitoriale nella contemporaneità è stata però sostituita dalle voci digitali che raccontano fiabe, dai giochi sul cellulare, dai video tutorial e tanto altro, promuovendo quindi due posizioni del corpo: l’una è una specie di anestesia che si ritrova poi in età adolescenziale con la paura del corpo dolorante. I battiti del cuore, i mal di pancia, i mal di testa, i movimenti fisiologici del corpo così come l’ansia vengono vissuti con estrema angoscia, portando gli adolescenti ad avere un eccesso di preoccupazione verso il corpo e le malattie. Dall’altro lato l’assenza della voce umana, del contatto umano e del dialogo porta gli adolescenti a manifestare i disagi esclusivamente con un eccesso di energia corporea che esce attraverso i comportamenti. Ecco che nelle classi ogni pretesto è buono per muovere il corpo o per usarlo verso l’altro: cadono penne di continuo, va buttata subito la carta nel cestino, l’urgenza di fare pipì, l’urgenza di muoversi nel banco, l’urgenza di mangiare durante la lezione. Dare calci, picchiettare le persone, usare un linguaggio volgare, fregarsene quando si è chiamati diventano tutti segnali di un corpo che non ha ricevuto le stimolazioni esterne adeguate per muoversi in maniera organizzata nello spazio e nel tempo e soprattutto in rapporto agli altri. Ecco che la ribellioni degli adolescenti di oggi non è la ribellione degli adolescenti di ieri perché l’uso del corpo è molto più eccessivo e non è finalizzato. Infatti gli adolescenti ribelli di una volta si presentavano sovversivi, ossia innovativi, portavano uno scompiglio che metteva in discussione e in crisi un sistema rigido.

La ribellione dei vecchi tempi era sempre orientata verso un valore, un ideale, un concetto troppo rigido che chiedeva un’apertura e tale ribellione era di pochi. La ribellione contemporanea non è niente di tutto questo ma piuttosto una ribellione che manifesta una estrema difficoltà a fare i conti con la realtà interna ed esterna facendo prevalere lo stato confusivo del corpo. La ribellione della contemporaneità è superamento del senso del limite, limite che, non avendo orizzonti di fronte, spezza ogni possibilità di legame con la società.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 308 | Luglio 2019)

Elezioni, un’analisi

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di Federico Paolini – Il 27 maggio 2019 il Casentino si è scoperto appartenere alla ‘padania’: la Lega è risultata il primo partito con una media di consensi del 35,67%, mentre il PD sì è fermato al 28,82%.
Quello che stupisce è leggere ed ascoltare – tanto a livello nazionale quanto locale – spiegazioni secondo le quali il risultato delle elezioni per il Parlamento europeo è stato il frutto di dinamiche partitiche, oppure ideologiche che immaginano i cittadini trasformati in una banda dissennata di razzisti e di fascisti. Il 35% dei casentinesi, quindi, sono razzisti e fascisti. È così? Ne siamo sicuri?
È vero che gli italiani non amano la storia e che hanno la memoria notoriamente corta, ma stupisce che si sia già fatto tabula rasa di cosa è stata la sinistra italiana ed europea dal 1992 ad oggi. Vogliamo provare a parlarne?
In primo luogo, una volta caduta l’Unione Sovietica la sinistra europea ed italiana non ha trovato niente di meglio che sposare il neo-liberismo e la globalizzazione americana resi ‘nuove ideologie’ da Tony Blair e dai suoi cloni italiani che allora militavano nel partito post-comunista (PDS e, poi, DS). Una sinistra post-comunista che nel suo nuovo pantheon collocava Bill Clinton era evidentemente preda di un severo stress post-traumatico: lo ha dimostrato anche la folle (a posteriori) scelta di confluire in un nuovo partito privo di radici, con il corpo (liquido, ovvero senza legami con i territori) in Italia e la testa negli Stati Uniti. Il risultato è stato un partito che ha gettato alle ortiche la storia per sposare pratiche made in Usa le quali, riprodotte in Italia, hanno dato i risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti.
In secondo luogo, l’adesione alla socialdemocrazia neo-liberista (in linea teorica un ossimoro, nella realtà ciò che è semplicemente successo) ha finito per imporre scelte che hanno accelerato la desertificazione industriale (la cui causa primaria è stata lo spostamento delle fabbriche dagli Usa e dall’Europa in Asia e nei paesi cosiddetti in via di sviluppo) e che hanno provocato forte malumore fra i cittadini (in Casentino l’esempio più pregnante, ma non il solo, è quello della privatizzazione dell’acqua). Non so se ricordate in quante centinaia di interviste i vari D’Alema, Veltroni e Rutelli hanno celebrato la fine del lavoro industriale e la modernità di questa svolta. Peccato che non si siano mai accorti che l’alternativa (il terziario avanzato) non era granchè e che generava nuove povertà. L’apoteosi di questo atteggiamento la si è raggiunta con Renzi che sproloquiava da un palco con in mano il nuovo simbolo taumaturgico del XXI secolo: uno smart phone con, ovviamente, una mela sbocconcellata in bella vista. Chi non aderiva alla religione del nuovo feticcio, questo era il ragionamento, era un barbaro incolto e un nemico della modernità. Considerati i risultati ottenuti dal PD renziano, i barbari incolti privi del suddetto ‘device’ dovevano essere un buon numero.
In terzo luogo, la sinistra priva delle sue narrazioni storiche e dell’Unione Sovietica ha pensato bene di sostituire i diritti collettivi (il lavoro!; la scuola di qualità per tutti; la sanità universale; il welfare diffuso) con quelli individuali che, lo capisce anche chi non è uno storico o un sociologo, sono parziali e divisivi. Nel senso che se a me piace ‘il rocchio’, non mi interesserò mai dei diritti avanzati dai vegani e dagli animalisti, ma, al contrario, entrerò in conflitto con loro (e/o viceversa). E questo ragionamento semplificato e banale lo si può riprodurre per argomenti molto complicati e molto seri: dalle questioni legate all’omossessualità a quelle della genitorialità ottenuta mediante surrogazione di maternità passando per quelle dello stato etico e dell’apocalisse climatica.
In quarto luogo, come se tutto il resto non fosse abbastanza, la sinistra ha usato come cemento dei diritti individuali una retorica dell’accoglienza che si è dimostrata (e si dimostra) assolutamente incapace sia di leggere la situazione globale (di cui in Italia si conosce poco o niente), sia di elaborare risposte ai problemi concreti che i flussi migratori generano. Si badi bene, i problemi principali non sono dati dal colore della pelle di chi arriva. I veri problemi sono di ordine culturale perché chi entra in Europa porta con sé un retroterra culturale che non è greco-romano-giudaico-cristiano. La maggioranza di chi arriva proviene da territori che non hanno mai fatto i conti né con l’Illuminismo, né con le trasformazioni sociali del Novecento (a cominciare dal femminismo e da ciò che ha significato).
Questo genera inevitabilmente tensioni e non potrebbe essere altrimenti perché molti dei nuovi arrivati chiedono (e, soprattutto, praticano) una società divisa in generi che è proprio quello che la civiltà occidentale ha iniziato a combattere fin dal Seicento. Come si fa a non cogliere le enormi contraddizioni proprie di una sinistra che, da un lato, ha dimenticato i diritti collettivi per farsi paladina di ogni singolo diritto individuale (anche i più discutibili e divisivi) e, dall’altro, si limita ad una retorica dell’accoglienza di nuovi cittadini che, in larga parte, sono portatori di richieste diametralmente contrarie proprio a quei diritti individuali tanto sbandierati? Qui non si tratta di razzismo o di fascismo, queste sono narrazioni di comodo urlate da chi non sa o non vuole capire.
In questo contesto – ed è successo con Trump, con la Brexit, con la vittoria in Europa di movimenti autoritari come in Polonia e in Ungheria, con la nascita di nuovi movimenti apparentemente privi di radici – i cittadini che non trovano più risposte ai loro bisogni sociali (in primo luogo a quello di un lavoro sicuro, ma anche, nel caso del Casentino, di un’assistenza sanitaria di prossimità, considerando l’invecchiamento della popolazione) si guardano intorno e scelgono l’offerta politica la cui retorica (perché di mera retorica di tratta) sentono maggiormente vicina alle loro esigenze.
Nella sbornia di tecnologia e di globalizzazione ci siamo dimenticati che la grande maggioranza delle persone è fortemente radicata in un luogo e che non possiede gli attrezzi (conoscenze linguistiche, conoscenze lavorative) per affrontare un nomadismo globalizzato (oggi si lavora in Germania, fra due anni a Dubai e fra quattro in Australia). Il modello di società liquida, post-industriale e post-stanziale può andare bene per una ristrettissima minoranza (quella simboleggiata dall’industria tecnologica della Silicon Valley o da università quali Harvard, Oxford o la Tsinghua di Pechino…), ma non certamente per la maggioranza delle persone abituate ad una vita fortemente radicata nei luoghi e negli affetti.
Non è un caso che la Lega abbia vinto nei luoghi (come lo sono i paesi del Casentino) la cui realtà è molto distante dal modello di società liquida e post-stanziale.
Queste righe affrontano in maniera fin troppo rapida questioni di enorme importanza a cui, prima o poi, la sinistra del XXI secolo dovrà provare a dare una risposta credibile cessando di nutrirsi di quell’arroganza etica che causa solamente cecità verso fenomeni che travolgono (e travolgeranno sempre di più, perché siamo agli albori di un vero e proprio sconvolgimento tecnologico che modificherà per sempre il lavoro) centinaia di milioni di persone, di cui gli abitanti del Casentino rappresentano solamente una sparuta percentuale.

Lo storico Federico Paolini è professore all’Università di Napoli e già nostro Direttore

(tratto da CASENTINO2000 | n. 308 | Luglio 2019)

Bibbiena: il mercato si sposta in viale Garibaldi

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da Comune di Bibbiena – Dai primi di Settembre il Mercato del giovedì verrà spostato da Piazzale della Resistenza a Viale Garibaldi ( dall’Istituto tecnico fino alle Carceri).
Questa nuova collocazione arriva dopo un periodo molto intenso fatto di concertazioni e incontri che si sono felicemente conclusi ieri mattina.
L’Assessore Daniele Bronchi, che ha seguito da vicino questo piccolo ma significativo spostamento, commenta: “Sono molto soddisfatto, soprattutto del percorso, oltre che del risultato. La concertazione è stata un momento non facile, ma importante dove ogni portatore di interesse ha fatto valere le proprie ragioni. Personalmente mi sono messo in ascolto e in un atteggiamento di accoglienza laddove è stato possibile. Ritengo che sia necessario essere umili quando di mezzo c’è il lavoro delle persone”.
Bronchi entra nel merito anche delle ragioni dello spostamento: “Questa operazione fa bene sia al mercato che al centro storico. Il motivo dello spostamento è stato fatto proprio guardando allo sviluppo futuro e al bene di entrambi queste realtà. Il mercato ne beneficerà in modo significativo poiché da settembre le persone avranno a disposizione due ampi parcheggi, ovvero quello delle Resistenza e quello dell’Istituto tecnico, senza considerare la visibilità. Spostando la zona mercatale anche il centro storico avrà i suoi significativi ritorni e non è difficile comprenderlo. Il mercato in Piazza della Resistenza in qualche modo “ghettizzava” -passatemi il termine – gli ambulanti e isolava le attività del centro storico. In questo modo la rivitalizzazione riguarda tutte le attività”.
Grazie ad un attento lavoro dell’ufficio competente, sono stati portati otto posti anche in Piazza Grande a cui si può facilmente accedere anche in auto e dove si trovano diversi posti auto. I posti saranno a disposizione di eventuali spuntisti.
Nelle prossime settimane verrà predisposta una brochure informativa  a disposizione di cittadini e turisti che illustrerà nel dettaglio collocazione, posti auto e viabilità.

Outdoor Casentino Festival

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Slow, ecologico, emozionante, unico. Questo è il primo festival casentinese dedicato alle attività che si fanno all’aria aperta. Outdoor Casentino Festival è la prima prova di un grande progetto che unisce tutta la vallata, e mette insieme otto tra associazioni e cooperative di professionisti di varie discipline, otto proposte tra escursioni, trek urbano, e-bike, tiro con l’arco, arrampicata, parco avventura e pesca sportiva, due comuni ( Bibbiena e Pratovecchio-Stia), una fondazione (CR Firenze).

Domenica 18 Agosto il Casentino si unirà all’insegna delle attività outdoor promosse  da “Casentino Outdoor”. Questa realtà nasce come progetto di rete tra alcuni operatori economici e associazioni che operano in Casentino.
L’obiettivo condiviso è quello di dare una risposta univoca a chi sceglie questo territorio come meta ideale per svolgere attività all’aria aperta.
L’offerta è molto variegata, passando dal trekking a piedi e a cavallo, alla MTB, all’E-bike, all’attività di pesca, al tiro con l’arco, al parco avventura e all’arrampicata.

Le attività sono svolte da personale altamente qualificato: guide ambientali escursionistiche, accompagnatori MTB, guide equestri, istruttori per parchi acrobatici in altezza e professionisti delle varie discipline che sapranno soddisfare al meglio le aspettative di chi sceglierà il Casentino per un’autentica esperienza outdoor.

Per valorizzare questa esperienza – nata nel contesto del progetto “Binario0” – e con il patrocinio dei comuni di Bibbiena e Pratovecchio-Stia, è stata scelta la data del 18 Agosto per promuovere una vera e propria maratona delle attività all’aria aperta adatte a tutti, bambini, famiglie o giovani in cerca di avventura.

Con partenze da Stia e Bibbiena si terranno percorsi di SOFT TREK – Trek urbano con prove di attività outdoor, HARD TREK con la scoperta de “Il Lago Degli Idoli” a Due Secoli Dalla Scoperta, SOFT BIKE – Tra borghi e castelli in E-Bike, HARD BIKE – L’Alto Casentino in E-Bike. Da Bibbiena alle pendici del monte Falterona, Prova di Arrampicata in pareteProva di Tiro con l’ArcoProva di Parco AvventuraProva di Pesca Sportiva.

La giornata si concluderà presso il Camping Falterona – Montalto(Pratovecchio-Stia) dove si terrà un momento conviviale.

Buona parte delle attività sono a numero chiuso, a pagamento e necessitano di prenotazione.
Il programma completo con orari e numeri telefonici di riferimento per la prenotazione si possono trovare sul sito https://www.dappenninoreteimprese.org/outdoor-festival/ oppure contattare casentinooutdoor@gmail.com

Le realtà che collaboreranno alla realizzazione del festival dell’outdoor sono: Cooperativa In Quiete, Cooperativa Oros, Associazione Casentino Escursioni, Casentino E-Bike, Associazione Amici della Montagna, Associazione Compagnia Arcieri di Palagio Fiorentino, Associazione Adrenalina, Associazione Pescatori Casentinesi.

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