di Anselmo Fantoni – Del project financing con cui si doveva costruire la nuova scuola media, e non solo, abbiamo già parlato innumerevoli volte, e anche questa forse non sarà l’ultima. Facciamo questa volta il punto sulla situazione dopo quasi dieci anni dall’inizio dei lavori e dodici dall’approvazione del progetto. Le considerazioni da fare sono tantissime, ma l’argomento è veramente complicato, perché la burocrazia non è solo quella pubblica, se pensate che il documento di collaudo amministrativo, emesso a regola d’arte da un professionista e non dall’Amministrazione pubblica, consta di 62 pagine e che per comprendere quanto lì scritto c’è bisogno di una laurea in economia e commercio, è difficile pensare che i cittadini siano correttamente informati.
Le ultime considerazioni, per ricordare lo svolgimento di questa intorcinata questione, sono le seguenti: costo complessivo dell’opera € 4.039.320,34 di cui spese tecniche € 369.215,07 e iva per € 362.312,38, il residuo da pagare in vent’anni detratti i contributi pubblici era di € 1.473.423,51 che con € 871.594,91 di interessi arrivano a € 2.345.018,40 facendo raggiungere il costo complessivo dell’opera a € 4.910.915,13.
Un’impresa titanica, un castello d’oro, per altro mai ufficialmente inaugurato forse proprio perché non un progetto, se pur realizzato, di cui andare troppo fieri. Quasi 5 milioni per dotare la comunità di un servizio essenziale, ma che purtroppo non ha richiamato famiglie dai comuni limitrofi e non ha spinto le giovani famiglie a mettere al mondo più figli, intanto si costruirà una nuova scuola dell’infanzia pur in una situazione di crisi demografica che non sembra avere segni di ripresa.
Speriamo che gli investimenti di alcune realtà storiche nel territorio di Pratovecchio possano rilanciare non solo l’economia ma anche lo sviluppo demografico. Dopo tutto questo tempo le cose si dimenticano, diventano parte del passato e come tutte le cose venute non proprio benissimo si tende a nasconderle in un angolino nascosto, ma quando mancano strutture a sostegno del turismo o per un più agevole utilizzo del trasporto pubblico, ritornano a disturbare i sonni dei bravi amministratori. Così ancora oggi le aree camper sono lasciate al completo abbandono, non sono state sviluppate e donano al nostro territorio un aspetto per nulla invitante e fanno male ai piccoli gioielli di pievi e castelli o aree ricreative come il Canto alla Rana.
Siamo in procinto di avviare un anno scolastico alquanto complicato in cui i trasporti scolastici saranno di difficile gestione e alcune pensiline alle fermate dei mezzi pubblici avrebbero potuto agevolare le attese degli scaglioni di studenti che si recano negli istituti della provincia o presso le nostre scuole. Un progetto mai concluso, con una scuola operativa si, ma con altre parti, marginali in termini di costo, ma molto più importanti per l’immagine del territorio, che sarebbe l’ora di portare a compimento nell’interesse dei cittadini.
Così fino al 2034 pagheremo ogni anno ben € 117.250,90 di cui € 43.579,74 di interessi passivi e basta. Certo, le aziende e i professionisti intervenuti sono tutti locali, quindi i denari non sono andati ad aziende extratoscane, aumentando la circolazione di denaro sul territorio e quindi sostenendo l’economia locale, perché i soldi girano sempre da un portafoglio all’altro, ma spesso non consideriamo che tutti quelli investiti dallo Stato non sono altro che parte delle nostre tasse o di debito pubblico, e in quanto contributi anche di operai, piccoli imprenditori e pensionati, vanno spesi con oculatezza per evitare che finiscano in mani, per così dire, non proprio parsimoniose. Ad oggi dobbiamo constatare che, nonostante i ripetuti articoli di denuncia o semplice informazione, nulla si è mosso affinché il tutto raggiunga il suo compimento.
Eppure in questi anni, grazie anche alla fusione tra i Comuni di Pratovecchio e Stia, di contributi ne sono arrivati tanti, cos’è allora che ha impedito la conclusione di questo sogno? Cosa ha impedito di inserire questo progetto nella propaganda delle inaugurazioni?
Diceva un personaggio famoso: “a pensar male si fa peccato…”, ma la vicenda non lascia i pensieri al mondo bucolico che il Casentino dovrebbe rappresentare.
(tratto da CASENTINO2000 | n. 322 | Settembre 2020)