di Melissa Frulloni – La Giraffa camelopardalis è un animale insolito; le sue gambe secche e lunghe la collocano a metà strada tra il goffo e il monumentale, ma la caratteristica più curiosa che la contraddistingue è sicuramente la sua lingua! Lunga ben 50 centimetri, perfetta per afferrare rami e foglie, aiuta l’animale a bere velocemente, per abbandonare in modo rapido la posizione inclinata che potrebbe essere sfruttata dai predatori. La lingua, quindi, è un muscolo davvero importante per questo animale, ma non solo…
Anche il Leccatores casentinensis, ha fatto della sua lingua lo strumento principale per vivere. Animale “da paese”, predilige la vita in uffici stampa, meglio se di enti pubblici (i Comuni, sono uno dei suoi habitat preferiti), ma non disdegna anche testate locali in cui il titolo in prima pagina o nella home page è quasi sempre il reportage di un video sulle imprese di un dolce gattino o il centenario della nonna.
Qui cresce e si moltiplica e, nonostante abbia un aspetto ben diverso dalla giraffa, da lei ha ripreso la lunghezza della lingua che gli conferisce anche questo insolito nome scientifico.
In Redazione non si è mai fatto vedere, disdegna giornali in cui si può scrivere su carta un’opinione, dire la propria, andando contro, se serve, al politico di turno. Atti di questo tipo segnerebbero la fine del Leccatores casentinensis.
In questa giungla casentinese, in cui l’informazione sembra appiattirsi sotto il peso dei comunicati e delle veline, dove i titoli degli articoli sono tutti gli stessi, provenienti dai vari uffici stampa, assolutamente intoccabili (il Leccatores casentinensis non si sognerebbe mai di approfondire una notizia, non è nel suo DNA), in altre specie emerge un bisogno quasi viscerale, di nuotare controcorrente, di dire il contrario, di scavare oltre la superficie… E all’ennesimo articolo che celebra come se fosse l’evento dell’anno casentinese, un normalissimo matrimonio, parte uno straziante urlo alla Tarzan!
Così nasce la necessità di aggrapparci, come se fosse una liana, alla sensazione che ci dà una certa idea di giornalismo. È con quella spinta che ci spostiamo da un posto all’altro della giungla, che ci districhiamo nel mare di informazioni che ci arrivano, nelle comunicazioni di facciata, nelle dichiarazioni innalzate a verità rivelata, che spacciano una stradina sterrata lungo il fiume, per la grande occasione di svolta per il Casentino.
Aiutare la gente a vederla in un altro modo, è sicuramente una vera e propria funzione “sociale”, perché c’è assolutamente bisogno di quel bambino che davanti alla folla urlante e osannante, alza il braccio e con il dito puntato, indichi a tutti che il Re è nudo!
Cerchiamo di farlo sempre, non è facile riuscirci, ma provarci a segnare una rotta diversa, è d’obbligo. Il mare è troppo piatto, calmo, inerme, davanti alle cose che ci vengono propinate. Smuovere le acque, agitare la corrente è un’arma importante che chi ha in mente quella certa idea di giornalismo non può rinunciare a fare. E così, con la nostra piccola lingua, corta, cerchiamo di raccontare, approfondire, spiegare, e spesso quello che scriviamo non va giù a molti, ma deve essere così (orgogliosi che sia così!).
Per gli “slurp” e le leccate ci sono i Leccatores casentinensis; ci sono loro e sono anche troppi… (…) I 50 centimetri di lingua dei Leccatores casentinensis continueranno a lavorare e domani saranno pronti a decantare nuove inaugurazioni, ricchi buffet, sgabuzzini di Enti imbiancati e set di scope acquistate, rivenduti come importanti traguardi raggiunti… E per ogni “slurp” che risuonerà nella giungla casentinese, ci sarà in risposta un nuovo e ancora più potente urlo di Tarzan!
(tratto dall’editoriale di CASENTINO2000 | n. 312 | Novembre 2019)