Unione dei Comuni, troppe bugie sul personale, serve chiarezza. Lo dice il Presidente Giampaolo Tellini, “Sconcertato da come ogni giorno si getta discredito su lavoratori di ogni settore e livello”.
E’ vero che l’Unione dei Comuni ha 180 dipendenti? “L’ho sentito anch’io in alcune affermazioni. Ma sono circa la metà”.
E i dirigenti quanti sono? Cinque, nove, undici…. “Macchè… Sono due”.
Novanta dipendenti, dunque. Quanti di loro operano nei settori delegati dalla Regione, cioè foreste, agricoltura, protezione civile, bonifica? “Poco più della metà, diciamo una cinquantina. Gli altri lavorano nelle gestioni associate per i comuni”.
Si è parlato molto delle indennità che percepiscono i funzionari, le cosiddette P.O., posizioni organizzative. Di cosa si tratta e a quanto ammontano? “Sono bonus in aggiunta allo stipendio dovuti alla attribuzione di ruoli di responsabilità e coordinamento. L’ammontare è variabile, diciamo 500-700 euro mensili. In questo modo, un funzionario (nel 2014 le P.O. erano 3 dell’Unione più il comandante della polizia, oltre quelle conservate nei comuni) arrivava a prendere un mensile netto inferiore ai 2.000 euro”.
Era questo che la Giunta intendeva annullare azzerando le P.O. in una delibera del giugno scorso?“Era questo e serviva per dare un segnale di contenimento della spesa in un momento di crisi. Nulla a che vedere però con licenziamenti improvvisi e immotivati”.
Ma davvero l’Unione potrebbe funzionare anche con l’azzeramento dei dirigenti e delle posizioni organizzative? “Qui bisogna fare attenzione: teoricamente sì, ma se manca quella parte della struttura, i politici possono fare gli atti di governo e anche quelli di controllo, verifica della regolarità, gestione quotidiana. Questo non è possibile. Possono, i Sindaci, organizzare asili nido e polizia municipale, servizio antincendio e case di riposo, mattatoio e le piste ciclabili, canile e urbanistica, senza l’aiuto di collaboratori esperti nelle materie? Quale azienda può mandare a casa tutti i capi reparto senza ripercussioni sul lavoro? Chi dice di poterlo fare non sa di cosa parla”.
L’Unione erede della Comunità Montana ha incrementato o diminuito il numero dei propri dipendenti? “Negli anni ci sono stati molti cambiamenti con funzioni che sono confluite presso altri Enti, altre invece acquisite, ampliate o di nuovo perse. Il quadro è complesso, non si può delineare in poche righe. Comunque i dipendenti sono molto diminuiti. Il settore forestale ad esempio negli anni ’80 aveva oltre 300 operai, oggi circa 50. A fronte di ciò delle opere sono state esternalizzate dando lavoro a ditte locali. La gente deve saperlo, non sono le spese dei dipendenti a far saltare i bilanci”.
Allora su questo fronte non c’è niente da migliorare? “Casomai è vero il contrario, infatti abbiamo iniziato un confronto coi Sindacati per valorizzare le professionalità ed avere un Ente più snello. Entro questo mese inizia la fase 2 dell’Ente anche da questo punto di vista”.
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