di Antonella Oddone – Ritorniamo su un argomento che interessa tutti coloro che si occupano di bambini.
La diarrea cronica Due-tre scariche al giorno possono essere normali nel lattante sano, come può essere normale un lieve dolore addominale prima di fare la cacca. Si parla di diarrea cronica quando il disturbo persiste oltre 2-4 settimane. Una delle cause più frequenti di diarrea cronica persistente è la celiachia, una patologia autoimmune dell’intestino (e non solo) indotta dall’introduzione di glutine in soggetti geneticamente predisposti, cioè portatori degli alleli DQ2 o DQ8. La prevalenza di questa condizione è molto alta, in Europa intorno all’1%, ma naturalmente non tutti i soggetti geneticamente predisposti sviluppano la malattia. Tra i fattori concomitanti nella patogenesi è stato ipotizzato che possano avere un ruolo le infezioni intestinali, in particolare il famigerato rotavirus, l’epoca di introduzione del glutine durante il divezzamento e lo sviluppo di particolari ceppi nella flora batterica intestinale. L’esordio può essere acuto con grave diarrea e disidratazione, oppure con diarrea cronica, feci grasse e particolarmente maleodoranti, o addirittura stipsi, dolori addominali ricorrenti e meteorismo (molto frequenti) o ancora con sintomi extra-intestinali, per esempio stomatite aftosa, alterazioni dello smalto dentario, bassa statura, perfino sovrappeso.
La diagnosi si fa con un semplice esame del sangue, la conferma può richiedere una biopsia intestinale. La terapia consiste nell’eliminazione di ogni fonte di glutine dalla dieta (quindi frumento, segale orzo, farro e triticale). La dieta va seguita con attenzione, sia perché la reazione immune glutine-mediata può estendersi anche ad altri organi, provocando per es. una tiroidite autoimmune o un diabete insulino-dipendente, sia per evitare complicanze temibili come il linfoma intestinale.
La stipsi La stipsi si può definire in base alle caratteristiche delle feci (feci dure, feci caprine che spesso provocano la comparsa di ragadi anali e dolore alla evacuazione) e in base alla frequenza delle evacuazioni: evacuazioni anche ogni 2-3 giorni di feci morbide sono considerate normali. La causa più frequente della stipsi nel bambino è di natura funzionale: in genere una cattiva alimentazione, oppure un’eccessiva fissazione dei genitori sul sintomo “non fa la cacca”, oppure ancora un circolo vizioso causato dalle ragadi e dal dolore che compare durante l’evacuazione. Più frequentemente è un insieme di questi tre fattori.
Consigli dietetici Abbondare con la frutta e la verdura, in particolare quella più ricca di fibre per favorire la peristalsi, cioè i movimenti intestinali. Per esempio prugne e pere, meglio ancora il kiwi, e poi legumi di ogni tipo (ceci, fagioli e fagiolini, lenticchie). Cercare di introdurre cereali integrali, anche in piccole quantità. Condire con due cucchiai di olio di oliva crudo e soprattutto bere molta acqua. Importantissimo favorire l’attività fisica: la vita sedentaria è pericolosa per il nostro metabolismo e rallenta anche i movimenti dell’intestino. È importante instaurare corrette abitudini fin da piccoli: prendersi tutto il tempo che occorre seduti sul vasino, cercare di “dare un orario” sfruttando il riflesso gastro-colico: per esempio dopo uno dei pasti principali.
Ricordiamo l’importanza fondamentale delle fibre nell’alimentazione umana: aiutano la peristalsi intestinale, rallentano l’assorbimento di zuccheri e grassi contribuendo così a prevenire diabete, obesità e iperlipidemie, danno sazietà, hanno una funzione adsorbente trattenendo sulla propria superficie sostanze tossiche come i metalli pesanti che così vengono eliminati e soprattutto sono “pre-biotici”, cioè il cibo preferito dei nostri germi intestinali, quelli buoni, il famoso microbiota. Grazie a loro si formano nell’intestino acidi grassi a catena corta, indispensabili per un corretto funzionamento del sistema immunitario e che arrivano anche al cervello rendendolo più lucido e modulando l’umore in senso positivo. Infine le fibre sono legate a sostanze antiossidanti che proteggono le piante dalle aggressioni esterne, ma aiutano anche noi ad avere cellule meno infiammate e più vitali.
DOTT.SSA ANTONELLA ODDONE Medico pediatra