Nel 70° anniversario dello sfondamento della “Linea gotica” e della successiva liberazione dell’area tosco-romagnola da parte delle armate alleate, il 15 novembre prossimo si terrà nel Monastero di Camaldoli la “Giornata di studio” Camaldoli e la guerra in Appennino – popolazioni, alleati e Resistenza sulla “linea gotica (1943-1944) organizzato dalla comunistà monastica in collaborazione con l’Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione, la società di Studi Romagnoli e la Fondazione Lewin e che si vvale dei patrocini di numerosi enti e istituzioni tosacne e romagnole.
Il programma prevede l’approfondimento di temi che toccano vicende inedite relative alla stessa sopravvivenza del Monastero all’indiscriminata violenza bellica; il dettagliato studio del quadro militare sui versanti tedesco ed inglese; il problematico ruolo delle formazioni partigiane in rapporto agli eserciti ed alle popolazioni; lo slancio rischioso e spontaneo dei monaci, di patrioti e di montanari nel salvataggio di altissimi ufficiali e di migliaia di militari alleati evasi dai campi di prigionia. L’inedita documentazione relativa a quest’ultimo aspetto è oggi conservata nell’Archivio centrale degli Stati Uniti ed individua con nome e cognome, in migliaia di pagine, “chi ha salvato chi” anche a prezzo della vita.
In proposito, una testimonianza straordinaria sarà portata dal cittadino britannico Michael Thodunter, figlio del Generale inglese Joseph Thodunter, rifugiatosi nel Monastero di Camaldoli dopo l’evasione dal campo di prigionia assieme ad altri dieci generali. Essi furono condotti in salvo da antifascisti romagnoli sino alle linee alleate, con una trafila avventurosa.
Quest’ultimo aspetto, definito da uno storico inglese “l’alleanza inattesa”, è stato pubblicamente riconosciuto dallo stesso Primo Ministro inglese Churchill ed alla Conferenza di Parigi del 1946 ha contribuito a determinare condizioni di pace molto meno onerose per l’Italia rispetto alla Germania. In anteprima, saranno portati documenti che testimoniano il salvataggio dalle razzie tedesche di decine di straordinari capolavori artistici custoditi nei grandi musei fiorentini; opere d’arte nascoste sino alla fine della guerra nel Monastero. Di particolare interesse l’inedito episodio del “fauno rapito” di Michelangelo.
Da ricordare, infine, l’elaborazione democratica e sociale del “Codice di Camaldoli.
Invito Camaldoli
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