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giovedì, 16 Gennaio 2025

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Alla ricerca di Itaca

di Cristina Li – Fabio Scipioni di Soci ci racconta la sua esperienza di lavoro e di vita in Svizzera; lontano dal Casentino, ma con il cuore sempre rivolto alla nostra vallata. Il punto di partenza da cui le nostre storie prendono forma è sempre lo stesso. Sono le mete che, di volta in volta, cambiano, aprendoci la mente verso spazi e realtà sempre diverse. Per dire ancor meglio, sono i percorsi che si differenziano, sono le persone che cambiano: crescono, scoprono, comprendono, vivono.

Questa, in particolare, è la storia di un ragazzo casentinese che ha deciso di allontanarsi da casa sin dall’inizio del suo percorso universitario; ancor prima, dunque, di sapere che cosa avrebbe costruito dinnanzi e intorno a sé. Il suo nome è Fabio Scipioni, originario di Soci, il quale si trova, attualmente, a vivere e a lavorare in Svizzera. Un percorso in aperta maturazione è quello che lui stesso, con tenerezza guardando al passato e con fiducia verso il presente, ci racconta: “Può sembrare un’eternità, ma a me pare solo un battito di ciglia. Sono passati sei anni da quando, senza sapere cosa mi sarei trovato di fronte, ho lasciato la piccola e tranquilla Soci per trasferirmi nell’affollata e multiculturale Milano, dopo essermi iscritto al corso di laurea in Management dell’Università Bocconi. Una scelta ragionata, ma anche guidata dalle emozioni. La curiosità e la voglia di mettermi in gioco in una città e in un ambito di studi diverso, vista la mia precedente formazione classica, avevano giocato un ruolo importante nella decisione. Ricordo ancora bene il giorno in cui sono partito, la prima notte da solo. Molti dubbi, poche certezze; lontano da quello che, fino al giorno prima, era stato tutto il mio mondo. Nel giro di poco tempo, però, Milano mi ha adottato come suo cittadino. L’università ha favorito la mia integrazione, dandomi l’opportunità di studiare e confrontarmi con persone provenienti da tutto il mondo e garantendo quello scambio interculturale che, a mio parere, è fondamentale nella vita di ogni essere umano, prima ancora che di ogni giovane studente. Al termine del corso di laurea triennale, ho deciso di proseguire gli studi nella stessa università, iscrivendomi alla laurea specialistica in Finanza. Durante questo periodo, ho trascorso un semestre in Svizzera, alla prestigiosa business school HSG. È proprio lì che è iniziato il percorso che mi avrebbe portato alla seconda e (per ora) definitiva tappa del mio viaggio di esplorazione del Nord. Al termine dei sei mesi in terra elvetica, infatti, ho ricevuto un’offerta di lavoro a Zurigo da parte di una banca d’investimento svizzera che opera a livello globale, e non ho potuto far altro che accettare.”

Perché la scelta è stata proiettata verso la Svizzera? Quali sono le opportunità che questo Paese offre e quali i suoi punti deboli? «Durante il mio percorso di studi, inizialmente ero proiettato alla ricerca di una posizione lavorativa in terra inglese, a Londra. Ben presto, però, ho cambiato idea, attratto dalle opportunità elvetiche: la Svizzera, infatti, è un Paese molto sicuro, efficiente e attento alla tutela dei diritti dei cittadini e dei lavoratori. Inoltre, la fiorente economia svizzera, oltre ad essere stata eletta recentemente dal World Economic Forum come la più competitiva del mondo, è da sempre foriera di molte opportunità lavorative, specialmente per i giovani. Giovani che, a differenza di quanto purtroppo accade in Italia, in Svizzera vengono responsabilizzati, formati e ben remunerati dalle aziende. Tuttavia, nonostante i molti lati positivi, ci sono alcuni aspetti della Svizzera che cambierei volentieri: tra questi, quello più rilevante è il cibo. Mi è capitato di vedere spaghetti in bianco come contorno o abbinamenti dolce-salato improponibili agli occhi di un italiano, casentinese per giunta!»

Di cosa ti occupi adesso? Quali sono le tue prospettive future? «Attualmente sono parte di un team che si occupa di hedge fund selection & advisory. In parole più semplici, analizziamo le opportunità d’investimento nel mondo degli hedge funds, fondi d’investimento i cui rendimenti sono (o almeno dovrebbero essere) poco correlati a quelli di borse e mercati. Il lavoro che faccio mi piace molto e, dato che ho ancora 25 anni, spero di crescere e imparare dai miei colleghi per qualche altro anno ancora. Inoltre, dato che la situazione attuale dei mercati, caratterizzata da alta volatilità e bassi tassi d’interesse, sembra destinata a persistere, il settore in cui opero potrebbe assumere una rilevanza sempre maggiore presso gli investitori e ciò potrebbe rendere il mio lavoro ancora più interessante negli anni a venire.»

Pensi mai alla tua terra d’origine? Vedi un potenziale ritorno? «Zurigo è una città bellissima, forse non esiste altro centro finanziario al mondo che riesca a unire in così poco spazio una varietà paesaggistica del genere. Spesso mi capita di fermarmi sulle sponde del lago e di guardare le Alpi, e mi viene in mente la valle casentinese. Nonostante le cose stiano andando davvero bene qui, in un futuro magari non troppo immediato mi vedo ancora in Casentino. Mi mancano i boschi, la natura e la serenità che si respirano a valle. Mi mancano le persone, semplici, spensierate, capaci di trovare la felicità nelle piccole cose. Mi manca osservare il panorama dalle colline di Marciano.»

Per salutarci: un pensiero circa la vita vissuta finora, un incoraggiamento a chi vorrebbe volare via, un messaggio per chi rimane. «Ritengo di essere stata una persona molto fortunata. Ho avuto il privilegio e la fortuna di crescere in una famiglia unita e piena di amore, che mi ha dato la possibilità di realizzarmi e mi ha sempre spronato nelle difficoltà (e per questo li ringrazio di cuore). Ho conosciuto amici preziosi, alcuni diventati inseparabili compagni di viaggio, altri che sono stati al mio fianco solo per un breve tragitto. Ho viaggiato, mi sono arricchito di esperienza, cambiando il mio modo di vedere le cose, ma mai rinunciando al mio modo di essere. Credo che il viaggio, l’avventura, l’esplorazione, anche per periodi brevi, siano un’esperienza fondamentale nella vita di un individuo. Ricordo Ulisse che, assetato di conoscenza, impiegò dieci anni per tornare a Itaca. Concludo facendo un grosso in bocca al lupo ai casentinesi che stanno per o hanno intenzione di andarsene. Ed esorto a partire coloro che a farlo non ci pensano proprio, magari per qualche mese prima di tornare, arricchiti dall’esperienza, nella nostra amata terra. Che non si facciano spaventare dalla paura di cambiare, dalla lontananza, dal distacco. In fondo, come diceva Orazio: “Cambiano cielo, non animo, coloro che attraversano il mare”.»

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(tratto da CASENTINO2000 | n. 276 | Novembre 2016)

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