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venerdì, 29 Marzo 2024

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Babbo, un albero per noi…

di Marco Roselli – Secondo alcune culture ogni bambino conosce spontaneamente quale sia il proprio albero. Non c’è bisogno che qualche adulto gli fornisca indicazioni, perché il ragazzo gioca, dialoga, vive e cresce in simbiosi con quell’amico arboreo come se venisse chiamato da una voce interiore. Io, da bambino, ho avuto il mio amico albero, avendo vissuto la foresta fin da quando ho avuto la possibilità di camminare. Ho avuto un compagno di giochi che mi ha accompagnato per tanto tempo e altri se ne sono aggiunti, salvandomi da periodi difficili, come possono accadere nella vita.

Il Bosco di Casina Il Bosco di Casina è un parco urbano che si trova a metà strada tra la parte alta di Bibbiena e Bibbiena Stazione. In origine si trattava di un podere, denominato “Podere La Casina”, la cui colonica era circondata da un bosco di querce ancora riscontrabili lungo il profilo della collina. Tutta l’area è un vero e proprio polmone verde in territorio urbano e come tale offre molti benefici, sia in termini di fruizione da parte della popolazione che di mitigazione dell’inquinamento.

Caratteristiche dell’area L’area verde è costituita da essenze arboree e arbustive tipiche delle nostre colline e delle nostre montagne. Troviamo diffusamente l’acero campestre e quello montano, il pioppo e l’ontano, il melo selvatico e altre essenze. E’ interessante notare come l’acero campestre sia presente in esemplari notevoli, anche immediatamente fuori dalla zona delimitata, a testimonianza di quella che, molto probabilmente, era la viticoltura promiscua dei vecchi poderi.

La passione per le piante ha aiutato a superare i momenti più difficili A fine 2021, nel bel mezzo della pandemia, un gruppo di appassionati (Horticola Casentinese) ha tentato di valorizzare alcune parti del Bosco di Casina impiantando piante rare autoctone della Toscana e frutti antichi, prelevati al vivaio dell’Unione dei Comuni Montani. Purtroppo nel corso della primavera 2022 non è stato possibile assicurare le normali cure colturali per cui diverse essenze sono andate incontro al disseccamento, complice anche una estate siccitosa tra le più severe mai registrate. Certo è stato mortificante vedere in malora il frutto del lavoro, ma non tutto è stato da buttare perché quella esperienza, vissuta in un dicembre freddo e denso di incertezze, ha avuto per lo meno il merito di far uscire le persone da quel guscio di paura che aleggiava nelle menti di ciascuno di noi. Ciò che ha spinto le persone a partecipare a quella piantagione ha a che vedere con il forte messaggio simbolico insito nella messa a dimora di un nuovo albero.

Una esperienza che continua Lo scorso 19 marzo, grazie a una iniziativa promossa dal Comune di Bibbiena e dalla Coldiretti di Arezzo – Ufficio zona di Bibbiena, il percorso di valorizzazione del Bosco di Casina ha avuto nuova linfa, infatti, sono state impiantati nuovi frutti antichi del vivaio dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino e alcune piante di olivo, da sempre simbolo di pace e longevità. Meli, peri, susini antichi finalizzati alla conoscenza di un patrimonio prezioso, quello della biodiversità. Purtroppo, soprattutto nell’ambito della grande distribuzione, le varietà disponibili sono poche rispetto ad alcuni decenni fa, quando un consumatore poteva trovare 10-15 varietà di melo e altrettante di pero. La biodiversità è quella condizione colturale per cui in una determinata area sono presenti molte specie e molte varietà appartenenti a quella specie. Questa condizione consente di avere un vero e proprio “serbatoio genetico” in grado di proteggere le piante una volta attaccate da malattie particolarmente letali. Molti sono gli esempi a livello mondiale di zone geografiche in cui le monocolture sono state letteralmente spazzate via da virus, batteri, malattie fungine, alle quali le piante non sono state in grado di opporre resistenza, in quanto coltivate in purezza. E’ questo il motivo per cui, il lavoro di diffusione territoriale delle antiche varietà di fruttiferi assume particolare importanza; esso permette di avere numerose “cassette di sicurezza” in cui conservare i geni di strutture particolarmente abili a difendersi da sole.

Un albero per noi L’iniziativa dal titolo “Babbo, un albero per noi…” ha visto la presenza del sindaco di Bibbiena, Filippo Vagnoli, dell’assessore alle attività produttive Daniele Bronchi, del segretario di Zona della Coldiretti di Bibbiena Eliana Arrighi, e di chi scrive, assieme a una nutrita presenza di famiglie che sono state coinvolte in prima persona con diversi padri che hanno messo a dimora una pianta assieme al proprio figlio. Questo gesto, purtroppo sempre più raro nella frenesia della società moderna, così presa da innumerevoli impegni quotidiani, assume un valore educativo importante, perché quel giovane ricorderà, negli anni a venire, il momento in cui ha dato nuova vita a una pianta assieme al genitore. L’esemplare, identificato con un cartellino recante l’indicazione della specie e quello del figlio, in effetti verrà curato dai due tutori, che in questo modo lo aiuteranno a crescere proprio come si fa con un giovane che deve affrontare le difficoltà della vita. Se è vero che il passaggio dalla fase adolescenziale a quella adulta è fortemente caratterizzato da momenti di “imprinting”, la festa del papà legata a doppio filo con la vita di un albero sarà sicuramente uno di quelli che resteranno positivamente impressi nella memoria del figlio, ma anche in quella del padre, creando un legame intenso e particolare.

Cosa verrà fatto in seguito Come detto padri e figli si prenderanno cura della nuova piantagione portando un poco di acqua, specialmente nei periodi in cui questa servirà maggiormente. Il gruppo di appassionati – ne siamo certi – vorrà vivere e far vivere gli alberi attraverso altre cure più specifiche (dalle zappature alle potature), magari creando momenti di condivisione aperti a tutti, in particolare alle scuole, attraverso piccoli corsi di conoscenza delle piante e della loro vita. Il Bosco di Casina, nella sua particolarità, si presta ad essere vissuto anche attraverso momenti di lettura di fiabe e racconti. La nostra vita necessita di cibo, vestiti e denaro, ma nessuna di queste cose potrà mai sostituire la felicità che offre un racconto, una narrazione. Spesso sono questi i momenti più efficaci per risanare le ferite dell’io profondo: da quelle inflitte da periodi come quello della pandemia, a quelle comunque presenti nello zaino emotivo di ognuno di noi. Alberi e fiabe sono gli ingredienti fondamentali per superare i sentieri impervi in cui può capitare di imbatterci, in quanto, con il loro aiuto, riusciamo a portare la nostra coscienza a un livello superiore, quello dell’accettazione attraverso la dedizione, quello della benedizione attraverso sogno.

Zona del compostaggio La manutenzione del bosco potrebbe facilmente dar vita ad una area di compostaggio, semplicemente partendo dagli scarti di ripulitura. Questo sarebbe un intervento di grande valore didattico, in quanto, dimostrerebbe in pratica il ciclo della sostanza organica e il riutilizzo delle risorse, così come ci insegna da sempre la natura, la quale non spreca assolutamente nulla.

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