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lunedì, 9 Settembre 2024

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Casa Funeraria a Bibbiena Stazione, un precedente pericoloso

di Mauro Meschini – Si dice a volte che «non c’è pace nemmeno per chi muore»… ma questa volta i problemi e i disagi, pur sempre legati ad un malaugurato evento, sono però per chi vorrebbe semplicemente continuare a vivere tranquillamente la sua quotidianità.

Succede che nel bel mezzo della via principale di Bibbiena Stazione, dove per fortuna ancora sopravvivono attività commerciali e negozi, dove abitano tante famiglie e che è comunque ancora una zona abbastanza animata, spesso contesto di eventi e occasioni di festa e ritrovo, si aprirà una Casa Funeraria.

Cercando informazioni sull’oggetto in questioni abbiamo trovato, non a caso su www.casefunerarie.it le seguenti notizie. «Per Casa Funeraria si intende una struttura privata, gestita da soggetti autorizzati allo svolgimento dell’attività funebre, nella quale, su richiesta dei familiari del defunto, sono ricevute, custodite ed esposte le salme di persone decedute presso le abitazioni private o le strutture sanitarie ed ospedaliere. Al suo interno è possibile procedere alla osservazione, alla composizione e alla vestizione della salma, all’imbalsamazione e alla tanatoprassi (trattamento «post-mortem», consiste nella cura igienica di conservazione del corpo dopo la morte, n.d.r.), alla custodia e all’esposizione del cadavere anche a cassa aperta, alle attività di commemorazione e di commiato del defunto».

Inoltre, per quanto riguarda i requisiti minimi che i locali dedicati dovrebbero avere, si possono individuare in questo elenco presente sullo stesso sito internet. «Il Servizio deve essere dotato di: – locale osservazione/sosta salme; – camera ardente; – locale preparazione personale; – servizi igienici per il personale; – servizi igienici per i parenti; – sala per onoranze funebri al feretro; – deposito materiale.»

Dopo aver inquadrato il tema di cui stiamo parlando cerchiamo di capire come è stato possibile che, un delicato servizio di questo tipo, a cui dovrebbe essere riservato spazio adeguato, rispetto e riservatezza, possa essere ipotizzato nel mezzo ad una via così trafficata e frequentata di un paese, al piano terra di un condominio residenziale e nel mezzo ad altre attività commerciali.

Intanto i locali che dovrebbero essere destinati a questo scopo avevano in precedenza una destinazione artigianale e commerciale, comunque è stato fatta una richiesta al Comune di Bibbiena che ha dato i permessi necessari.

I residenti e i commercianti più direttamente interessati dall’apertura di questa nuova attività si sono attivati e hanno fatto presente quanto inopportuna fosse questa decisione anche presentando una raccolta di firme a sostegno delle loro posizioni che in una settimana è riuscita a raccogliere quasi 400 sottoscrizioni.

Anche il Consiglio comunale è stato interessato da questa vicenda su iniziativa della consigliera del gruppo «Cittadini in Comune» Anna Lisa Tafi, che è anche legale dei cittadini che hanno espresso la loro opposizione alla prospettiva di apertura di una Casa Funeraria. La consigliera Tafi ha presentato una mozione contraria all’ipotesi di apertura che ha ottenuto il sostegno dell’intero Consiglio comunale.

Dopo tutto questo sembra però che nessuno abbia fatto ulteriori passi, oppure, potremmo dire, purtroppo fin dall’inizio chi si è fatto promotore della proposta e chi doveva verificare i suoi contenuti e le possibili conseguenze non ha dimostrato il necessario buonsenso e la necessaria volontà per trovare da subito una soluzione adeguata che permettesse di aprire un’attività con queste specifiche caratteristiche in un luogo diverso, doverosamente riservato e con spazi interni ed esterni che fossero in grado di accogliere il rilevante afflusso di persone che, soprattutto in una realtà come Bibbiena e i comuni del Casentino, dove tutti più o meno conoscono tutti, si verifica in occasione di eventi funebri.

Purtroppo il caso che sta turbando la vita dei cittadini di Bibbiena Stazione, che oltre a dover imparare a convivere con i momenti di onoranze funebri che si svolgeranno nei pressi dei loro luoghi di vita, lavoro e residenza, dovranno fare i conti anche con un possibile ridimensionamento del valore dei loro patrimoni immobiliari, non ha nella nostra Regione specifiche norme che lo possano regolamentare in maniera chiara e netta.

Questo aspetto, richiesto dalla normativa nazionale fin dagli anni ‘90, è stato per esempio ben recepito dalla Regione Emilia Romagna che nella Legge Regionale 19 del 2004 indica all’art. 14 che «Le strutture per il commiato non possono essere collocate nell’ambito di strutture sanitarie pubbliche o private, né di strutture socio-sanitarie o di vita collettiva, ma possono essere collocate nella zona di rispetto cimiteriale». Per completezza di informazione, la fascia di rispetto cimiteriale (art. 338 R.D. n. 1265/1934) «costituisce un vincolo assoluto di inedificabilità che non consente in alcun modo l’allocazione sia di edifici che di opere incompatibili col vincolo medesimo».

Se anche in Toscana fosse stata emanata una disposizione del genere, che di fatto formalizza in una norma il buonsenso e la necessaria volontà di agire di cui abbiamo sopra lamentato l’assenza, non si sarebbe probabilmente anche solo pensato di procedere a questa realizzazione che va a peggiorare la quotidianità di chi abita e vive a Bibbiena stazione.

Questa vicenda, che potrebbe sembrare limitata ad una parte di un comune del Casentino, rischia di essere, a causa dell’assenza di norme certe che la regolamentano, un precedente pericoloso sia per Bibbiena, dove a nessun altro potrà essere fatta una qualsiasi opposizione se volesse aprire attività simili, ma anche per gli altri comuni del Casentino e della Toscana, dove potrebbe tranquillamente accadere lo stesso.

Sembra davvero incredibile come una scelta, che dovrebbe apparire oggettivamente sbagliata e fuori luogo, possa diventare così invasiva, sia per la realtà di Bibbiena Stazione, sia potenzialmente per tante altre realtà toscane che si potrebbero trovare a vivere le stesse vicissitudini.

Ci dovremmo augurare che vengano individuate le dovute modifiche a scelte e autorizzazioni palesemente fuori luogo, intanto i cittadini di Bibbiena Stazione certo non vogliono rassegnarsi e stanno valutando altri passi che si potrebbero concretizzare, per esempio, in un ricorso al TAR.

Ci sarebbero tante domande da porre a chi dovrà gestire, una volta ipoteticamente aperta la Casa Funeraria, le possibili situazioni critiche che si potrebbero verificare ad iniziare dalla presenza di assembramenti di persone in una via dove gli spazi sul marciapiede e nella parte dedicata alla viabilità non sono adeguati e sufficientemente separati; ai disagi che si potrebbero creare per i parcheggi inesistenti; alla possibile concomitanza tra onoranze funebri e iniziative ed eventi organizzati nella zona e lungo la strada principale che spesso richiamano numeri importanti di persone.

La raccolta di qualche centinaio di firme sembra abbia turbato il primo cittadino di Bibbiena, sorpreso anche dalle richieste di spiegazioni che alcuni bibbienesi gli hanno posto incontrandolo per strada; probabilmente si trova più a suo agio nel contesto di qualche taglio di un nastro ma, forse, proprio in una vicenda come questa, che tocca da vicino le persone e la loro vita, si sente in una comunità il bisogno del sindaco.

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