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sabato, 10 Maggio 2025

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Con il Casentino nel cuore…

Giuliana ha 13 anni. È una ragazza di origini argentine e francesi, appassionata di lettura e scrittura, ha vissuto per un periodo a Poppi, frequentando la scuola del paese. A breve si trasferirà di nuovo e dovrà lasciare i suoi compagni di classe.

Ora con le valigie in mano e uno sguardo nostalgico ammiro per l’ultima volta, prima di molto tempo, quella che è stata casa mia durante un anno e mezzo, quel posto che mi ha insegnato un nuovo idioma che viene ad aggiungersi nella lista di lingue imparate, tra lo spagnolo e il francese, ma non solo quello; mi ha insegnato che il tempo scorre velocemente, che vola agile e veloce come il vento senza risparmiare nessuno.
Nel poco tempo in cui ho vissuto qua, in uno dei borghi più belli d’Italia, Poppi, ho conosciuto delle persone dal carattere forte e bello come il posto dove abitano, delle persone divertenti che a ogni attimo ti fanno sorridere, delle persone uniche. Ho appreso molto in tutti i sensi possibili, ho appreso cosa è una vera amicizia, ho appreso di dover andare avanti e di non rimanere bloccata nel passato, ma nemmeno nel futuro; perché facendo questo posso solo perdere il presente che si trova davanti a me. Sono stata davvero fortunata ad essere scolarizzata durante questo episodio di vita in una posto cosi bello, in una scuola semplicemente fantastica… Quanti professori che ci insegnano!
Una scuola, ma soprattutto una classe che non dimenticherò mai, una classe piena di persone che al principio mi sembravano strane, il loro atteggiamento, la loro lingua, la loro cultura, ma principalmente, loro. Ora che ripenso a quando sono arrivata, che tutto mi sembrava cosi anormale, ora tutti quei piccoli dettagli che ravvivano la mia curiosità, quei dettagli che uno potrebbe considerare senza importanza, sono diventati parte di me. All’inizio, dopo il fatidico annuncio e le parole che anche nei più terrificanti dei romanzi fanno paura, quelle parole che si pronunciano con voce cavernosa profonda e crudele: “Dobbiamo parlare…” Presuppongono che ci sia un piccolo problema no? Soprattutto se la persona che ti dice quelle parole ti lancia degli sguardi che non ti convincono.
Cosi con quelle parole come introduzione di una nuova fase della mia vita, così ho appreso che in meno di tre mesi me ne andavo da un paese che amo con tutto il mio cuore, la mia reazione non aveva niente a che vedere con un adolescente normale che si potrebbe mettere a piangere, urlare o odiare i suoi genitori con tutta la propria anima. No, io ho semplicemente abbozzato un sorriso e ho annuito. Ero contenta? Non lo so nemmeno io, a volte non mi capisco. Sento i miei occhi diventare lucidi e un forte dolore nel petto, ho l’impressione che la bandiera dell’Italia è e rimarrà impresa come un tatuaggio nel mio cuore, potrei giurare di sentirla volare e muoversi magistralmente, seguire il ritmo del vento anche se è prigioniere, sento “il canto degli italiani”, cantato quasi urlato nelle mie vene e una voce profonda che potrebbe essere attribuita a Goffredo Mameli, delle voci melodiose, questo è l’effetto italiano? Ti fanno battere il cuore e te lo accendono lentamente per poi lasciarlo bruciare fino a che non si consuma, lasciando solo delle cenere.
Al principio non volevo uscire con nessuno, perché mi trovavo benissimo con i miei libri seduta nel giardino con l’erba che accarezzava lentamente i miei fianchi… Io noiosa? Non credo, solo che la lettura mi avvolge, mi fa sognare cose impossibile fantastiche, ma mi resi conto che mancava qualcosa. Quel sentimento che ti fa sentir vivo, avevo amici in due paesi diversi, ma quel sentimento che ti travolge, che ti fa diventar pazzo quando sei con loro e puoi essere te stessa, quello stesso sentimento mi mancava, i libri non danno tutto, allora ho capito di non rinchiudermi dentro di loro. Il tempo passava, il tempo cambiava, il freddo che quando sono arrivata, all’inizio di febbraio, aveva lasciato posto a una brezza primaverile che ti dava un piccolo anticipo dell’estate che arrivava velocemente.
Quando penso a quello che ho fatto durante quei sei mesi, non penso alle uscite con gli amici, invece mi ricordo le numerose uscite con la mia famiglia nei piccoli villaggi che costituiscono la Toscana. Ma un viaggio fu unico e il mio preferito, durante le vacanze estive, i miei genitori hanno decisero che sarebbe stato bello visitare un po’ di più la Toscana…
Così si prese la macchina e si partì, tutti; mio babbo, mia mamma, mio fratello e anche Vito il mio cagnolino. Il viaggio non fu lungo… Il mare era di un azzurro oscuro che ti era impossibile sapere cosa si nascondeva sotto; era calmo, tranquillo, come se fosse impenetrabile, mentre la nave rossa spostava il mare muovendolo lentamente. Quando si arrivò, rimasi sbalordita da tale paesaggio, le casette tutte maroni, ma con diverse sfumature vive e allegre fecero sì che i miei occhi nocciola rimanessero attaccati senza via di uscita a questo paesaggio… Il cielo che sembrava voler scappare, il mare che rimaneva tranquillo e che con la luce del sole brillava. Tutte queste bellezze appartenevano all’Isola d’Elba.
Dopo questo viaggio sono stata fortuna di poter visitare un po’ tutti i villaggi. Più il tempo passava più io avevo l’impressione che abitavo qua da tutta una vita… Quando si andava al ristorane il mio piatto preferito, che mi faceva andar furi di testa quando lo mangiavo, erano i tortelli di patate al ragù… Qualcosa che mi mancherà saranno proprio le ricette culinarie di questa zona! Quando uscivo con le mie amiche prendevamo sempre un gelato, anche se faceva freddo o c’era una tempesta, era come un rituale della nostra uscita… Si rideva, scherzava si faceva tutto, con loro sì che non ti puoi annoiare, quello è sicuro.
Con tutte queste esperienze, le amicizie, le uscite, le visite turistiche, la storia di questo paesino, Poppi… Tutto questo mi fa dire che l’Italia è un paese unico, bello, misterioso e mi mancherà!
2B il nostro amore non finisce qui…

(tratto da CASENTINO2000 | n. 307 | Giugno 2019)

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