Continuano le indagini sulla strage di gatti a Moggiona

Continuano le indagini da parte del Corpo Forestale sui gatti ritrovati morti a Moggiona. Abbiamo raggiunto al telefono Marco Mencucci, a capo del CTA-CFS del Parco che ci ha confermato che il nucleo cinofilo antiveleni è già operativo per scoprire la dinamica della vicenda.

“Ancora non possiamo dire con certezza che cosa (o chi) abbia ucciso i felini. I casi sono due o sono stati avvelenati oppure sono morti a causa di una malattia, un virus che ha colpito la colonia, presumibilmente il parvovirus. I nostri cani sono stati portati sul posto e hanno già svolto i primi sopralluoghi, ma la ricerca di veleni per il momento non ha dato esito positivo.” Ci ha spiegato Mencucci.

La moria di gatti si è registrata nel corso di alcuni giorni, ma non è ancora confermato l’avvelenamento, in quanto i gatti presentavano degli aspetti anche riconducibili ad una morte da virus. Il passaggio del cane anti veleno non ha dato esiti positivi, ma la Forestale non si sente di escludere al 100% un avvelenamento dei felini.

Il nucleo cinofilo antiveleni si inserisce nel progetto LIFE che ha l’obiettivo di salvaguardare animali come aquila, orso o lupo, ma la sua capacità di intervento si estende anche a tutti gli altri casi di avvelenamento. Nella nostra zona i cani operativi sono 2 e sono entrati “in servizio” a giugno, presto saranno completamente formati e rappresentano un importante aiuto in casi come questo.

Continueremo a tenervi informati sulla vicenda. Se fosse stato un virus ad uccidere i gatti di Moggiona sarà importante informare la cittadinanza per evitare ulteriori contagi e procedere magari alla vaccinazione dei gatti di proprietà. Al contrario se fosse stata la mano dell’uomo a compiere questa strage sarà indispensabile identificare i responsabili, ricordiamo che l’ art. 544-bis del codice penale prevede che “…chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale, è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi …”