di Anselmo Fantoni – Il 3 novembre scorso, all’interno della seconda edizione di “Bosco in festa”, nella sala delle bandiere del Comune di Bibbiena, si è tenuto un convegno dal titolo “La storia dell’abete delle Foreste Casentinesi, dall’anno Mille all’albero di Natale – Utilizzo della risorsa idrica e gestione del suolo”. Organizzato da Coldiretti ha radunato intorno all’argomento diversi soggetti che hanno analizzato sia la storia che alcuni progetti volti a valorizzare ed espandere il maestoso abete bianco. L’introduzione del Direttore di Coldiretti Raffaele Betti ha dato inizio ai lavori e, dopo i saluti istituzionali portati dal Segretario Generale della Camera di Commercio di Arezzo Siena Marco Randellini, dal Consigliere provinciale Lorenzo Basagni e dal padrone di casa il Sindaco del Comune di Bibbiena Filippo Vagnoli, ha preso la parola il Monaco camaldolese Don Ugo Fossa.
Parlare di foreste in Casentino senza parlare di Camaldoli non è possibile, troppo stratificata la simbiosi tra la vita eremitica e cenobitica di questa congregazione nata proprio nella nostra valle intorno all’Anno mille. Un millennio in cui i monaci prima e lo Stato poi, si sono presi cura dei nostri crinali traendo dalla coltivazione della foresta non solo sostentamento economico per loro e per le maestranze necessarie al suo sfruttamento, ma con il rispetto di norme agronomiche e degli equilibri dell’ecosistema “foresta”, hanno permesso di lasciare ai posteri un grande patrimonio naturalistico invidiatoci da tutto il mondo. L’aspetto spirituale del monachesimo camaldolese ha dato poi il tocco distintivo, l’anima ad un vegetale di grande rilevanza economica.
A seguire l’intervento del Presidente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino, Federico Lorenzoni che ha illustrato il grande lavoro dell’ente nella gestione delle foreste anche e soprattutto al di fuori del Parco Nazionale, introducendo Ivana Fantoni che è entrata nel dettaglio del progetto A.BI.E.S. che mira a riportare il legname dell’abete bianco ai suoi vecchi splendori utilizzandolo come materiale da costruzione, specialmente per restauro di vecchie coperture ma anche per nuove realizzazioni. Un esempio sarà proprio il nuovo auditorium di Ponte a Poppi il cui tetto sarà realizzato proprio con legname raccolto nelle nostre foreste. Anche Leonardo Belperio, Vicepresidente Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, ha puntualizzato come sia sostanzialmente necessario il governo del territorio montano, regimentazione delle acque e della vegetazione limitrofa ai corsi d’acqua per prevenire eventuali disastri a valle.
È stata poi la volta di due operatori del settore il più giovane boscaiolo d’Italia Francesco Panzacchi, delegato Giovani Impresa Toscana e Andrea Baggiani, produttore di abeti di Natale nel Comune di Montemignaio, che hanno sottolineato quanto operare nei boschi e produrre ricchezza, dando la possibilità anche a terreni marginali di garantire reddito e di evitare quindi lo spopolamento delle montagne, sia estremamente necessario per la conservazione dell’ambiente. Hanno concluso i lavori l’Assessore bibbienese Daniele Bronchi e la Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci.
La platea molto attenta era rappresentata in gran parte da studenti delle prime classi dell’ITIS Fermi, che grazie all’incessante impegno della Vice Preside Adriana Berti, è sempre impegnato ad ampliare l’offerta formativa per i propri ragazzi donando occasioni di crescita personale e collettiva.
Una giornata interessante in cui si è parlato dell’abete bianco senza preconcetti, analizzando storia e futuro di un prodotto a 360° fino ad ipotizzare la nascita di un percorso formativo all’interno dell’istituto bibbienese riservato alle tecniche agronomico forestali. Chi sa se tutto quanto analizzato nel convegno aprirà nuovi scenari nella nostra vallata, per ora se ne è parlato in modo approfondito e tutti gli operatori si sono confrontati proprio di fronte ai nostri giovani. Se son rose fioriranno.
Da sottolineare che la sala e gli intervenuti hanno voluto fare una carezza al Corpo Forestale dello Stato, oggi Carabinieri Forestali, per il loro proficuo e incessante impegno nella salvaguardia del nostro patrimonio boschivo e ambientale con un lungo e caloroso applauso. Insieme si può, tutti noi Casentinesi siamo responsabili con le nostre scelte.