da Lista Civica Nuove Idee Bibbiena – La campagna elettorale per il Comune di Bibbiena si accende sempre più. Risale a qualche giorno fa il comunicato apparso su Casentino 2000 in cui Gianni Galastri (uno dei quattro candidati per la poltrona di primo cittadino) accusa il sindaco dell’amministrazione uscente, Daniele Bernardini, di non aver rispettato il punto del programma elettorale con cui si decretava il mantenimento del Punto Nascite dell’Ospedale di Bibbiena. Con la firma dei Patti Territoriali, infatti, Bernardini prometteva alla cittadinanza sia un nuovo modello di programmazione socio sanitaria che un miglioramento dei servizi già esistenti, promesse che nell’arco dell’ultimo quinquennio sono state completamente disattese. Se, da una parte, non possiamo dunque che essere d’accordo con quanto sostenuto dall’ex primario del Pronto Soccorso, dall’altra alcuni dubbi ci sorgono spontanei. Della lista civica Galastri fanno parte alcuni cittadini che, ad oggi, continuano a lavorare all’interno dell’Ospedale in qualità di infermieri/ OSS. Qualora la lista dovesse vincere le elezioni comunali, essi non rischierebbero forse il posto, dovendo portare avanti una battaglia regionale contro quel sistema politico che, di fatto, ha condotto alla chiusura di vari reparti dello stesso Ospedale? E perché Gianni Galastri decide di scendere in campo proprio adesso, nel momento in cui non riveste più il ruolo di medico all’interno dell’azienda ospedaliera? Perché, ad oggi, sarebbe possibile cambiare la situazione attuale e prima no? Inoltre, se è vero che un dipendente è tenuto al silenzio, in quanto il discredito dell’azienda potrebbe costargli il licenziamento, è altrettanto vero che è necessaria l’onestà intellettuale. La maggior parte della popolazione ricorda bene l’assemblea pubblica svoltasi al Centro Sociale di Bibbiena Stazione, in cui il sindaco Bernardini decretava la firma dei Patti Territoriali alla presenza del dott. Rinnovati, della Dott.ssa Mazzetti, del Dott. Galastri, del Dott. Mandò (direttore del Dipartimento di Emergenza e Urgenza del 118) e del Comitato della Salute Pubblica, oltre a quella di un gran numero di privati cittadini che accorsero in massa. In quell’occasione, Galastri decise di rimanere seduto al tavolo di Bernardini laddove, invece, Rinnovati manifestò tutto il proprio dissenso abbandonando l’assemblea. Riteniamo che Galastri non si sarebbe compromesso alzandosi, ma avrebbe così chiarito la propria posizione rispetto a quanto stava accadendo, se davvero non fosse stato d’accordo. Non vogliamo certo discutere sulle competenze professionali di un medico come Galastri, ma moralmente il suo comportamento ci appare non del tutto encomiabile.
In più, ricordiamo che lo stesso candidato sindaco era in prima fila il giorno in cui venne inaugurata la nuova automedica, la quale ha affiancato il servizio dei medici presenti al Pronto Soccorso per un intervento più veloce ed efficace. Peccato però che l’automedica, al momento dell’inaugurazione, contasse già 260000 km circa.
Molto si può dire anche riguardo alla firma dei Patti Territoriali. Il decreto di legge 13 settembre 2012 n° 158 (noto anche come decreto Balduzzi) sottolinea come, in caso di zone disagiate, sia prevista la presenza di presidi ospedalieri di riferimento a vantaggio del territorio stesso. Nel decreto si afferma infatti che “Tali situazioni esistono in molte regioni italiane per presidi situati in aree considerate geograficamente e metereologicamente ostili o disagiate, tipicamente in ambiente montano o premontano con collegamenti di rete varia complessi e conseguente dilatazione dei tempi, oppure in ambiente insulare. [….] In tali presidi ospedalieri occorre garantire una attività di Pronto Soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto, attività di medicina interna e di chirurgia generale ridotta. Essi sono strutture a basso volume di attività, con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza e con un numero di casi insufficiente per garantire la sicurezza delle prestazioni, il mantenimento delle competenze professionali e gli investimenti richiesti da una sanità moderna”.
Se una legge esiste, perché dunque non applicarla al Casentino, da sempre identificato come zona montana? Oltre a ciò, è necessario fare chiarezza anche sulle responsabilità dei sindaci in materia sanitaria. Il decreto 229/1999 (o Legge Bindi/ Riforma-Ter) stabilisce che i sindaci sono responsabili delle condizioni di salute della popolazione del suo territorio. Nonostante sia stata applicata una modifica alla Legge 833/78 (la quale decreta che non sono più i sindaci a gestire il sistema sanitario), ad essi rimangono comunque poteri di programmazione, di controllo e di giudizio sull’operato del direttore generale delle ASL. Il sindaco è tenuto quindi a conoscere lo stato di salute della popolazione, prendere provvedimenti se le condizioni ambientali sono invivibili e, se esistono pericoli incombenti, ad informare la popolazione dei rischi rilevanti a cui è sottoposta. Inoltre, nell’ambito della Conferenza dei Sindaci, ai sensi dell’articolo 7 della L.R. n° 18 del 06/08/2007 i sindaci hanno il potere di:
- Definire, nell’ambito della programmazione socio-sanitaria regionale, le linee di indirizzo per l’elaborazione del piano attuativo locale;
- Esaminare ed esprimere parere sul bilancio pluriennale di previsione e sul bilancio di esercizio della ASL e rimettere alla Giunta regionale le proprie osservazioni;
- Valutare l’operato del Direttore Generale della ASL
- Richiedere alla Regione la revoca del Direttore Generale quando ricorrano gravi motivi o la gestione presenti una situazione di grave disavanzo o in caso di violazioni di leggi o del principio di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione.
In virtù di quanto sopra riportato, allora, la firma dei Patti Territoriali non è stata forse decisiva per la chiusura di alcuni reparti dell’Ospedale? Perché, se i sindaci hanno un ruolo primario nell’identificazione dei bisogni di salute e delle azioni finalizzate al mantenimento del benessere sociale della loro cittadinanza, hanno scelto comunque di firmare tali Patti?
Concludiamo questo articolo rivolgendoci direttamente ai nostri concittadini e agli abitanti di tutto il Casentino. Riteniamo infatti che si possa non avere lo stesso pensiero politico, che possano non piacere i candidati sindaci e i rispettivi candidati consiglieri, che si possa non essere d’accordo sui programmi. Ma la questione Ospedale rimane aperta. Se è vero che la salute è un diritto di tutti, se è vero che il buon funzionamento della sanità porta vantaggio per tutti, se è vero che avere un punto di riferimento ospedaliero ben organizzato è essenziale per il nostro territorio perché stabilito dalla legge, allora assistere ad una pubblica assemblea dove un sindaco afferma che : “ Tornassi indietro, firmerei quegli stessi Patti 10,100 o 1000 volte ancora” con tanto di applauso da parte di tutti i presenti, fa tanto, tanto, troppo male……
Valentina Ariani, addetta stampa Lista Civica Nuove Idee