Il Vicepresidente della Commissione sanità Mugnai ricorda: «A dicembre legiferammo il superamento delle Sds entro marzo scorso». Le Società della Salute sono salve. A gettar loro la ciambella il Pd, le cui proposte di legge per il mantenimento in vita di questi organismi hanno ricevuto oggi il parere favorevole della Commissione sanità del Consiglio regionale pur perdendo il voto della Consigliera del Centro Democratico Maria Luisa Chincarini e beneficiando dell’assenza, al momento del voto, di due consiglieri di minoranza. A dare la notizia è il Vicepresidente della Commissione Stefano Mugnai (FI), autore tra l’altro di un’altra proposte di legge in discussione ovvero quella che delle Sds prevedeva la chiusura: «Il superamento delle Società della Salute, a dir la verità, sarebbe già legge grazie a un emendamento mio e della collega Chincarini alla legge finanziaria regionale approvato in dicembre – ricorda Mugnai – dal Consiglio. Ma il Pd non si è rassegnato, e ha predisposto testi di legge che consentiranno a questi organismi, già da anni bocciati sia dalla Corte costituzionale che dalla Corte dei conti, di sopravvivere non solo, ma anche addirittura di moltiplicare le burocrazie».
I testi di legge targati Pd, racconta Mugnai, prevedono un autentico ingorgo d’apparati: «Conferenze zonali dei sindaci, conferenze aziendali dei sindaci, conferenze di area vasta dei sindaci, conferenze regionali dei sindaci, comitati di partecipazione degli utenti, agorà della salute, piani di inclusione zonale, piani integrati di salute, piani attuativi locali… insomma – osserva l’esponente di Fi – si va nella direzione opposta rispetto alla semplificazione producendo l’effetto contrario rispetto all’obiettivo dichiarato. Si finirà, infatti, per ridurre ulteriormente la capacità dei sindaci di incidere sulle scelte dei direttori generali in materia di servizi sociosanitari. Per altro, questo combinato normativo arriverà in aula con importanti e significative osservazioni da parte dell’ufficio legislativo del consiglio regionale».
E il tutto per cosa? Per non rinunciare alle SdS, cocche di papà Rossi: «Qui non ci si vuol rassegnare. Eppure in questi ultimi anni da più parti si sono levate voci definitivamente critiche su questa esperienza, non ultima quella del Consiglio regionale che nel dicembre scorso votò un emendamento alla finanziaria volto al “superamento dell’attuale sistema incentrato sulle Società della Salute”. Ebbene: le SdS per volontà della maggioranza in Toscana continueranno ad esistere. E solo in Toscana, si badi, perché l’idea si è rivelata talmente vincente che nelle altre regioni si sono ben guardati dal copiarle».
La stoccata politica: «Siamo alle solite – attacca Mugnai – con una maggioranza incapace di rinunciare a neanche una parte dei propri apparati, una maggioranza che ancora oggi, nel 2014, è innamorata delle pianificazioni su pianificazioni che sempre più spesso restano lettera morta all’atto pratico, una maggioranza che adora produrre norme e livelli di competenza sempre più ingarbugliati al fine di rendere indispensabile l’intervento della politica in ogni aspetto della vita in terra di Toscana».