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venerdì, 13 Settembre 2024

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«Il peso della cultura»

di Sefora Giovannetti – Sembra facile da dire, che ci vuole a comprare qualche libro scolastico? Intanto non si parla proprio di “qualche”, ma di “tanti” libri, mi riferisco specialmente alle classi della scuola secondaria di primo e secondo grado. I poveri studenti per trasportare il materiale cartaceo di una giornata tipo devono avere davvero il «physique du role». Zaini stipati di libri che vengono issati sulle spalle di ragazzi non sempre pronti a sostenerli, si direbbe per ridere, il peso della cultura.

Potremmo pensare ingenuamente che ogni materia corrisponda ad un libro, ma anche questo non è più così, poiché per ogni materia esistono diverse varianti: esiste la versione per stranieri, quella semplificata, la guida, la versione verde, quella blu, quella compatta, quella prolungata, approfondita, ecc… di fronte a questo interminabile ventaglio di possibilità di cui, per carità, non contesto affatto l’esistenza, mi chiedo se esista un modo per convogliare tale varietà in un materiale semplicemente meno pesante. È possibile realizzare un testo che “contenga” varie esigenze?

Così, la butto là da profana. Possiamo, per esempio, evitare di approfondire mille argomenti che si sviluppano in pagine e pagine per trattarne meno con modalità diverse? E qui si apre un altro annoso capitolo, quello degli argomenti trattati dai libri di testo. Questi affrontano tematiche sempre più numerose e paradossalmente spesso sin troppo semplificate. Forse sarebbe più auspicabile affrontare solo alcuni aspetti, per lasciarne altri ad uno studio successivo? Le riflessioni che sto facendo riguardano specialmente le classi medie. Perché dobbiamo dire di tutto di più ai ragazzi? Tanto lo sappiamo che certi argomenti dovranno essere trattati più avanti con altre metodologie e altri approfondimenti. Invece ci lanciamo in questi programmi «ginormici» tentando di affrontarli alla velocità della luce.

Al contempo sosteniamo che la didattica debba essere per tutti, nessuno indietro, ma poi guai a chi tralascia anche un solo argomento proposto dall’indice del libro adottato. Forse la suddivisione dei temi trattati dovrebbe essere diversamente somministrata, semmai seguendo altre tempistiche. Insomma dovrebbe essere rivista un po’ tutta la didattica, ma questo non è il contesto dove trattare nello specifico tale questione. Tornando ai libri, invece, la spesa che le famiglie hanno sostenuto per provvedere ai testi, è sicuramente direttamente proporzionale al peso degli stessi libri sulla schiena dei loro figli.

Certo che alcuni diranno che non è vero, che in fondo il prezzo non è stato esoso, ma non in tutte le famiglie lavorano entrambi i genitori. Anche se il Ministero dell’istruzione ha fissato un tetto di spesa complessiva massima che le scuole non devono superare, ciononostante i prezzi si aggirano sui 300 euro circa per la classe prima media dove vanno acquistati tutti i testi, sui 130 per la seconda e 150 per la terza media. Mentre per le scuole superiori siamo a 300 euro per la prima che varia a seconda della scuola, si va da un minimo di spesa per i professionali a un massimo per i licei. Teniamo conto che ogni famiglia ha in media due fratelli, o addirittura tre.

È altresì vero che esiste la possibilità per le famiglie con un reddito molto basso di fare richiesta alla scuola per essere sostenute nell’acquisto, ma questa non è una modalità che pone tutti democraticamente nella possibilità di provvedere all’istruzione dei propri figli, ma è una modalità di emergenza per recuperare anche chi si trova in difficoltà.

Auspichiamo quindi che tutto questo si evolva e porti ad una situazione in cui i testi abbiano prezzi veramente meno esosi, che i ragazzi possano andare a scuola senza carichi eccezionali e che nessuno senta il disagio di dover chiedere sovvenzioni alla scuola per provvedere all’acquisto di libri.

“Scuola Società” sognando futuri possibili è una rubrica curata da Sefora Giovannetti e Mauro Meschini

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