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giovedì, 10 Ottobre 2024

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La canapa del Casentino

di Melissa Frulloni – Sergio e Gabriele Consorti sono padre e figlio e sono uniti da una passione che li ha portati a ridisegnare le caratteristiche dell’azienda agricola di famiglia; la coltivazione della canapa. Tutto è iniziato cinque anni fa quando nasce in loro l’esigenza di differenziare l’azienda agricola, rispetto alle altre presenti sul territorio, cercando di darle un valore aggiunto; la coltivazione di un prodotto che l’avrebbe resa unica e originale.
“Partecipando ai vari mercati di zona vedevamo in vendita sempre gli stessi prodotti, così ci siamo detti, perché non provare a portare in Casentino qualcosa di nuovo?” Ed è così che la loro “Via dei Ciliegi” si è trasformata in un interessante esperimento che vede nell’informazione e nella sensibilizzazione sulla canapa, il punto di partenza su cui, un giorno, strutturare un vero e proprio business: “Quello che ci interessa al momento è far capire quante siano le proprietà della canapa, farla conoscere nelle sue mille sfaccettature, permettendo a tutti di scoprire questa pianta così affascinante.” Ci hanno spiegato.
Tutto parte dalla partecipazione di Sergio e Gabriele ad alcune conferenze sul tema, organizzate in Emilia Romagna da Assocanapa: “Sono stati quegli eventi che ci hanno spinto ad iniziare con la nostra prima coltivazione, appoggiandoci all’associazione, sia per la certificazione dei semi da utilizzare, sia per l’assistenza legale, visto che la coltivazione della canapa risultava essere ancora qualcosa ai limiti della legalità. Inizialmente avevamo pensato di coltivare proprio per Assocanapa e di vendergli sia i semi che i fusti, ma poi, visto che siamo da sempre una piccola azienda agricola a conduzione familiare, il gioco non valeva la candela, svolgendo noi a mano l’intero processo di produzione.” Ci ha spiegato Gabriele.
Gabriele e Sergio coltivano a canapa circa due ettari dei loro terreni; lo fanno raccogliendo a mano le punte, visti gli elevati costi delle macchine specializzate che potrebbero farlo al posto loro. Hanno deciso di coltivarla in campo, come se fosse grano, a differenza della moda del momento che invece vede la coltivazione della cannabis light indoor oppure in serre.
Pensate che anche le forze dell’ordine si erano interessate a questo sistema di coltivazione, facendo visita alla loro azienda agricola, proprio perché non è facile vedere in giro canapa coltivata direttamente nel terreno. “Abbiamo ripreso i vecchi metodi di coltivazione, quelli che usavano i nostri nonni; sì perché fino alla seconda guerra mondiale, la cannabis veniva coltivata anche in Casentino.”
Una volta deciso di mettersi in proprio, Sergio e Gabriele, hanno creato l’etichetta “Canapa del Casentino” ed hanno iniziato con la produzione delle tisane. A distanza di cinque anni, durante i quali hanno studiato, si sono documentati ed hanno affinato le caratteristiche della loro azienda, stanno per dar vita ad un piccolo laboratorio di trasformazione per produrre olio e farina di semi di canapa.
“In Casentino siamo stati tra i primi a proporre questo tipo di produzione; prima di iniziare questo cammino ci eravamo preparati come si deve, avevamo studiato a fondo la pianta, perché ovviamente volevamo tirare fuori qualcosa di buono dal nostro raccolto e far diventare la canapa un prodotto importante per la nostra azienda agricola.” Ci hanno spiegato.
La canapa è una pianta rustica e versatile, si adatta a tutti i tipi di terreno, resistendo a varie condizioni climatiche, quindi anche il Casentino può dirsi vocato a questo tipo di coltivazione. Sicuramente però non ama la siccità e quindi in questa estate così calda ha un po’ sofferto. Non ha bisogno di particolari trattamenti e per questo è considerata 100% biologica, come ci spiega Gabriele: “Noi non abbiamo avuto grossi problemi di infestazioni fino ad ora, anche se la cimice è un insetto che l’attacca molto. La regione più vocata alla coltivazione della canapa è l’Emilia, ma anche il nord Italia; in quelle zone c’è una massiccia produzione di semi, mentre nei nostri campi in Casentino, abbiamo optato per la coltivazione delle cime per le tisane. Per coltivare dei buoni semi occorrono pioggia e umidità, ma visto che anche nella nostra vallata il clima è cambiato ed è molto più caldo, abbiamo pensato di sterzare verso questo altro tipo di produzione, che richiede un minore impiego di acqua.” Ci ha spiegato Sergio.
Esistono moltissime varietà di canapa; alcune vengono selezionate per i loro semi, altre per le punte, altre ancora con i gambi più lunghi sono impiegate per la produzione della fibra tessile. La cannabis light, che ha visto un’enorme crescita proprio negli ultimi anni con l’apertura di canapa shop in moltissime città italiane e anche in Casentino, viene spesso utilizzata per scopi ludici, anche se l’effetto che provoca è molto diverso dalla marijuana tradizionale, come ci dice Gabriele: “I cannabinoidi sono i principi attivi della canapa e ne esistono davvero molti, tra questi i principali sono il THC, responsabile dell’effetto euforizzante e il CBD, causa invece dell’effetto calmante. Nelle varietà light il THC viene tenuto a livelli bassissimi e quindi viene meno l’eccitazione e il senso di sballo; resta invece l’effetto rilassante che poi è lo stesso che si può provare bevendo una tisana. Quindi la canapa light rispetto alla marijuana ha un effetto molto più blando, anche se non perde del tutto le sue proprietà curative. Alcune persone che hanno acquistato la nostra tisana, infatti, ci hanno detto di aver visto grossi miglioramenti a problemi quali spasmi e tremori.”
È importante ricordare che la coltivazione della canapa medicinale è stata delegata all’Esercito Italiano, con sede dei campi coltivati a Firenze. Quella medicinale è marijuana tradizionale, contenente quindi THC. È proprio la combinazione dei cannabinoidi che fa la differenza e da risultati migliori in patologie gravi come sclerosi, epilessia, ma anche su alcuni tumori.
Avete presente il detto “del maiale non si butta via niente”? Ecco, in agricoltura, si dice lo stesso della canapa. Pensate infatti che ogni sua parte può essere utilizzata per la produzione di qualcosa, trovando un impiego nei settori più diversi. Dai gambi viene presa la fibra; quella più esterna e più raffinata è utilizzata per la produzione di tessuti, mentre quella interna, più legnosa è ottima per la bioedilizia. Ogni materiale realizzato con la canapa è ipoallergenico, perfetto quindi per chi ha problemi respiratori o allergie. La farina ricavata dai semi, invece è completamente gluten free, adatta per i celiaci, ma anche per i vegetariani, perché molto proteica, nonché per chiunque soffra di patologie legate a digestione e intestino. Nell’olio invece sono contenuti tutti gli Omega, tant’è che viene paragonato all’olio di pesce, visti gli altissimi valori nutrizionali.
Insomma, in ogni suo componente, la canapa presenta degli elementi sfruttabili e dei lati positivi che vanno a giovamento della nostra salute e della nostra vita. Se esistessero centri di trasformazione specializzati, un coltivatore di canapa potrebbe vendere dalla punta, ai semi, fino al fusto e inventarsi qualsiasi tipo di prodotto, per qualsiasi settore, vista la sua grande versatilità.
Una pianta che spesso molti (soprattutto i politici) tendono a demonizzare, ma che invece potrebbe rivelarsi una nostra valida alleata. Speriamo che un giorno, non troppo lontano, tutti riescano a vederci quello che in lei abbiamo visto noi grazie a persone come Sergio e Gabriele. La conoscenza, la cultura, l’informazione, possono cambiare le cose e, a volte, anche con una semplice tisana si può iniziare una rivoluzione.

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(tratto da CASENTINO2000 | n. 323 | Ottobre 2020)

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