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domenica, 23 Marzo 2025

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La Mea, a Bibbiena dal marzo 1337…

Torna il Carnevale e torna la leggenda della Mea. E il nuovo direttivo per l’associazione della rievocazione storica del Carnevale di Bibbiena: Brami Stefano Presidente, Grazzini Carlo Vice Presidente, De Concilio Luigi, Grazzini Giovanni, Lovari Giulia, Picinotti Chiara, Salamone Tiziana. Un gruppo con tante idee e tanta esperienza che promette di rilanciare in grande questa storica manifestazione. L’idea è quella di proporre, oltre all’edizione invernale che cade nei giorni del Carnevale, anche un’edizione estiva che guardi ai tanti turisti che in quel periodo riempiono il Casentino.

Si inizia quest’anno Sabato 1 Marzo con i giochi di LuduMea, divertimento per grandi e piccini, e con una presentazione nel Salone delle Bandiere presso il Palazzo Comunale del nuovo libro dello storico Prof. Federico Canaccini dal titolo “Sacre Ossa, storie di reliquie, santi e pellegrini”.

Domenica 2 poi il grande giorno che quest’anno cade esattamente come nel 1337, anno in cui tutto è cominciato. Per suggellare la pace fatta con i fiorentini, il Conte Pier Saccone Tarlati ordina una grande festa in tutta la città… Il 2 Marzo chi arriverà a Bibbiena si ritroverà nel bel mezzo di una straordinaria festa medievale. Non mancheranno spettacoli, cortei, combattimenti, falconieri, giullari, sbandieratori, cantori e tante sorprese tra cui il rapimento della Bella Mea. Per finire, nel tardo pomeriggio, andrà in scena presso il salone comunale, “La fidanzata dello scheletro” tratto da “Le novelle della nonna” di Emma Perodi: un racconto che parla proprio dell’antico carnevale di Bibbiena. In programma anche la visita ai palazzi storici.

Martedì 4 Marzo, ultimo giorno di Carnevale, il tutto si concluderà con la restituzione della Mea al popolo del Fondaccio e, come ormai da quasi 700 anni, con l’accensione del Bello Pomo, il ginepro che simboleggia la pace ritrovata e che, a seconda di come arderà, sarà segno di buono o di cattivo raccolto. E per finire canti, balli, la banda che suona e il famoso “egrì” con il fiasco di vino in mano.

La leggenda della Mea narra che nel 1337 Marco Tarlati, durante una festa, incontra la giovane e bella lavandaia, la popolana Bartolomea detta Mea, se ne innamora e la rapisce portandola a palazzo. Il popolo del rione Fondaccio si ribella per riprendersi la Mea e restituirla a Cecco, suo fidanzato. Tutto si risolve quando il vecchio Conte, padre di Marco restituisce la Mea al suo popolo e per far festa ordina di bruciare un pomo sulla piazza che divide i due rioni.

E allora che festa sia… Tra canti, balli e tanto vino!

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