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domenica, 13 Ottobre 2024

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La sbarra della discordia

di Monica Prati – L’accesso al Parco da Montalto fa discutere per i privilegi concessi solo a pochi. Ma potrebbe essere occasione per lo sviluppo del turismo. Era una lontana primavera di tanti anni fa, quando il Sindaco dell’ex comune di Stia si occupava delle foreste demaniali casentinesi stabilendo con un ordinanza (23/4/1988) “che all’interno delle foreste casentinesi ricadenti nel territorio del comune di Stia fosse vietato il libero accesso e transito di auto, motoveicoli, fuori strada, nel percorso di Montalto-Oia-Calla e bivio per Bocca Pecorina- Vitareta”.

Il divieto non si applicava ai mezzi di servizio del C.F.S. degli enti gestori e della forza pubblica, nonché ai mezzi di enti pubblici e di privati autorizzati per motivi di lavoro, studio ed emergenza.
La ex Comunità Montana del Casentino, così nel 2006 appose, oltre ad una sbarra già presente, cartelli di divieto d’accesso alla strada forestale Montalto-Oia-Calla e bivio per Bocca Pecorina.
Nel 2007 però l’amministrazione comunale preso atto che in realtà i residenti di Stia e Pratovecchio avevano da sempre transitato nella strada di cui sopra, con motocicli e altri mezzi, senza che si fossero mai evidenziati problemi di alcun tipo, derogava il divieto di accesso, consentendo il libero accesso non solo ai residenti di Pratovecchio e Stia, ma anche ai non residenti in tali comuni, a condizione che fossero proprietari di un’abitazione per la quale risultava versata l’ICI.

Tali provvedimenti sono rimasti in vigore fino al dicembre del 2014, anno in cui il Sindaco del neo comune Pratovecchio Stia, considerate le forti e pressanti richieste, il 5 dicembre 2014 emana una nuova Ordinanza con il seguente oggetto: Modifica dell’ordinanza n. 496 del 23/4/1988, norme di salvaguardia per il territorio delle Foreste casentinesi nell’Appennino tosco-romagnolo.
Tale provvedimento revoca quelle precedenti, ma conferma nella sostanza quanto stabilito in passato, perché ribadisce il libero accesso e transito (nel periodo 1 febbraio 31 ottobre) nel tratto di strada forestale Montalto-Oia-calla, ai residenti del comune Pratovecchio Stia e, anche ai non residenti ma proprietari di un’abitazione a Pratovecchio o Stia.

Le foreste casentinesi sono “beni demaniali” pubblici, inalienabili, inespropriabili e tutelati dall’autorità amministrativa, come gli altri beni del demanio; inoltre nel caso di specie la strada di Montalto rientra anche nelle competenze dell’ Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, allora una domanda sorge spontanea: non dovrebbe avere voce in capitolo anche l’ente pubblico in questione?
In realtà nel diritto amministrativo la caratteristica dell’ordinanza sindacale è che si tratta di un provvedimento contingibile e urgente con il quale si impongono doveri positivi o negativi e, che può comportare deroghe all’ordinamento giuridico, per esempio: se una norma del Parco si occupa di una determinata questione, ad esempio stabilisce che tutti possono accedere alla foresta che ricade nel territorio di Pratovecchio, e nel frattempo interviene un’ordinanza del sindaco che invece pone un divieto, tale provvedimento prevale sulla norma emanata dal Parco, e deve essere osservato e rispettato da tutti, anche dall’Ente Parco.

Possiamo interrogarci se esistono i presupposti per una simile ordinanza, cioè l’urgenza intesa come impossibilità di differire l’intervento ad altro momento, in relazione alla ragionevole previsione di danno incombente, come ad esempio gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana, oppure grave necessità di tutelare l’ordine pubblico o la sicurezza pubblica; la contingibilità cioè l’impossibilità di provvedere con gli ordinari mezzi offerti dalla legislazione; in più occorre la motivazione, i presupposti devono essere motivati, ancora che sia rispettato il principio di proporzionalità, cioè che la misura adottata sia adeguata alla situazione che s’intende risolvere. La Corte Costituzionale ha più volte ribadito che le deroghe poste dall’ordinanza non possono toccare le norme contenute nella Costituzione.

Al riguardo, l’ordinanza in questione, crea una palese discriminazione, una disuguaglianza tra i cittadini residenti nel comune di Pratovecchio Stia e i cittadini degli altri comuni.
Pertanto la norma violata è l’articolo 3 della Costituzione che stabilisce il principio di uguaglianza inteso quale ragionevolezza con cui devono essere trattate le situazioni giuridiche sia oggettive che soggettive.
Ne spiego il motivo: innanzitutto, non tutti gli abitanti del Casentino potranno avere libero accesso alla strada in questione, perché ai non residenti nel comune di Pratovecchio Stia (eccetto i proprietari di un’abitazione) non è consentito.
Quindi se un cittadino ha la fortuna di abitare a Pratovecchio Stia, può beneficiare del permesso concesso dall’ordinanza, se invece lo stesso cittadino abita in un altro comune della vallata, non ha il diritto di accedere alla strada di Montalto.

La verità è che essendo la strada un punto di accesso al meraviglioso Parco delle Foreste Casentinesi, ormai conosciuto in tutta Italia, chiunque dovrebbe accedervi, per cercare i funghi, per turismo o per semplice piacere personale. Naturalmente l’accesso dovrebbe essere permesso solo con mezzi a due ruote chiedendo, a chi è interessato, di pagare una specifica autorizzazione (per esempio di 200 Euro l’anno, prevedendo magari autorizzazioni giornaliere o settimanali per turisti) che potrebbe essere rilasciata a tutti. I soldi incassati potrebbero essere utilizzati per fare un’appropriata e continua manutenzione alla strada e per vigilare sul rispetto del transito e della sosta “solo in determinati e ben definiti spazi”, con revoca del permesso e multa salata a chi commette infrazioni.

Addirittura potrebbe essere previsto il noleggio di bici con pedalata assistita da mettere a disposizione di chi fosse interessato… ma capiamo che tutto questo dovrebbe comportare il superamento degli interessi di pochi e la capacità di predisporre adeguate politiche di sviluppo per il turismo nel territorio. Troppo per chi amministra il “bene comune”.

Se dovesse rimanere così, meglio revocare l’accesso anche agli abitanti di Pratovecchio Stia… Tutti a piedi!

(Maggio 2015 – n. 258 – CASENTINO2000)

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