In merito alle dichiarazioni rilasciate dal segretario provinciale di rifondazione comunista, il 5 febbraio scorso vorrei precisare alcune aspetti. Il Tenti esprime nel comunicato due tesi precise:
a. che l’Unione dei comuni sta cercando di mascherare sotto esigenze di bilancio un licenziamento in realtà persecutorio del dipendente Borchi;
b. che la perdita di questa collaborazione ha procurato gravi perdite di efficacia al servizio di cui si occupava.
Sono le tesi dette e ridette in mille occasioni e da alcuni anni dalla persona interessata e sostenute davanti al giudice del lavoro per difendersi nelle varie cause che ci ha intentato e che per ora non gli hanno dato assolutamente ragione. Il comunicato del Tenti si adegua acriticamente alla tesi, anche nei termini usati, confonde elementi oggettivi con illazioni, sentimenti, posizioni e valutazioni personali non affatto dimostrate, sposa le tesi personali del Borchi senza il minimo riscontro e senza minimamente curarsi di qualsiasi altra posizione e le spaccia per verità assolute e rivelate, intoccabili. Anche la dottrina di Marx ed il Vangelo sono stati messi in discussione, forse potrebbe fare uno sforzo per verificare le affermazioni di un dirigente pubblico, senza rischiare la pena capitale o accusato di essere eretico. Ciò premesso, provo a dare un minimo di ordine almeno su alcune cose, scusandomi prima per non essere all’altezza della capacità di sintesi splendidamente dimostrata dal Tenti (copia e incolla).
1. la dichiarazione di esubero (e non licenziamento come si vuol far credere) del dirigente è stata dettata esclusivamente da motivi organizzativi conseguenti ad esigenze economico finanziarie di riduzione dei costi. Io stesso, in data 12 aprile 2012, durante un colloquio ho provato a spiegare al Borchi la nuova organizzazione, sottolineando anche che la vicenda del direttore generale era superata e che non vi era alcun intento persecutorio. Di ciò che affermo, chiaramente, ne ho le prove. Il nuovo ente Unione dei comuni, in totale discontinuità con la Comunità Montana, sempre accusata di gigantismo, ha provveduto a dotarsi di una sua organizzazione, con una struttura più snella e meno onerosa rispetto a quella precedente. Come richiesto da necessità di bilancio indiscutibili, dalla logica organizzativa a cui il nuovo ente ha dovuto ispirarsi, dalla normativa sulla spending review. Per far questo ha iniziato a rivedere le massime strutture organizzative (le aree, i settori) e quindi le posizioni di vertice (i dirigenti) che a queste devono fare riferimento (o doveva cominciare secondo Tenti, dagli operai e dagli impiegati, lasciando chiaramente al loro posto i “generali”?).
Non c’è stato quindi alcun intento persecutorio nei confronti di nessuno: l’ente ha fatto le proprie scelte organizzative mentre al dipendente sono stati assicurati e lo saranno anche in futuro, tutte le tutele e i diritti che la legge gli riconosce, compresa la retribuzione ridotta, al pari del settore privato dove si applica l’indennità di cassa integrazione, di mobilità e di disoccupazione.
I collegamenti dichiarati o fatti intuire dal Tenti con denunce, esposti, prese di posizione sono tutte tesi che Borchi sostiene da anni per tutelarsi e ormai si ritrovano, come fotocopie, negli atti giudiziari, nei giornali, nei mensili, nelle riviste, nelle lettere al direttore, nelle mail inviate a destra e a manca dal dirigente in questione, nelle interrogazioni al Consiglio regionale. Ma sono solo tesi basate su illazioni e insinuazioni che sono totalmente negate dai fatti reali: non sono state né accertate né costituiscono la base di sentenze che, ripetiamo, sulla materia non ci sono ancora state. E invece il Tenti le considera come già accertate, appurate e date per vere! Complimenti!
2. in particolare, ricordo che ad oggi, non vi sono state alcune sentenze di condanna a carico dell’Unione dei comuni (quindi dei Sindaci), per qualsiasi fatto o atto connesso alle questioni trattate nel comunicato. Se poi Tenti ha informazioni che non possiedo, allora le renda pubbliche, oppure lo invito ad avere un atteggiamento più prudente.
3. la questione relativa al direttore generale si è conclusa ormai da anni con una archiviazione dell’esposto da parte della Corte dei Conti e con una modifica dello Statuto da parte dell’Unione che ha tolto la frase “direttore generale” pur mantenendo l’organizzazione che l’ente, nella sua autonomia, si era dato. Fermo restando che tale figura tuttora esiste ed è utilizzata negli statuti di altre unione dei comuni della Toscana e in tantissime in tutta Italia, specie al centro nord. Credo quindi sia l’ora di finirla con questa storia che viene riportata per la centesima volta, sempre spacciandola per una grande vittoria degli onesti contro il regime, mentre in realtà è una vicenda priva di seri contenuti se non quelli di osteggiare una organizzazione che l’ente ha il diritto di darsi. Ancora una mistificazione della realtà, un tentativo di trasformare le interessate tesi personali in verità assolute, assiomi indiscutibili.
4. la nuova organizzazione che l’unione si è data, con l’accorpamento delle strutture in un unico servizio e la previsione di una sola figura dirigenziale, non ha creato incapacità operative, crisi di settore e tutto quello che Tenti sostiene a ruota libera. Affermare che l’ente ha subito un danno da 500,000 euro per aver posto in mobilità un dirigente è una affermazione veramente incredibile, oltre che falsa ed offensiva per i lavoratori. Le posso assicurare che tutti i dipendenti del settore, grazie anche alla riorganizzazione:
a. hanno continuato a svolgere pienamente la propria attività lavorativa;
b. gli operai hanno sempre riscosso regolarmente e completamente i propri stipendi, senza alcun affanno da parte dell’ente nemmeno negli ultimi mesi dell’anno. Al contrario invece dell’assoluta consuetudine pluriennale che vigeva purtroppo in Comunità Montana;
c. con le organizzazioni sindacali abbiamo rinnovato gli accordi integrativi migliorandone aspetti importanti rispetto ai precedenti, senza particolari contenziosi;
d. i proventi derivanti dalla vendita dei prodotti forestali sono pienamente in linea con l’andamento degli anni precedenti ma, al contrario di prima, nonostante siano stati contabilizzati a incasso, sono stati anche ampiamente sufficienti a garantire gli stipendi di tutti, senza, ribadiamo, coinvolgere in corse affannose la struttura né cercare spasmodicamente incassi con fatturazioni anche dell’ultimo momento dell’anno.
Ultime considerazioni:
1. con quale cognizione di causa sostiene che i soldi per le deleghe regionali sono stornati in altri settori? E se si per quali importi ed in quali funzioni o servizi? Nella migliore delle ipotesi credo che non sappia di cosa stiamo parlando, oppure, se vi sono irregolarità le denunci, perché è fin troppo facile buttare affermazioni nella stampa senza uno straccio di documento o prova;
2. riguardo alle mancate assunzioni: ad un esponente di spicco del panorama politico non dovrebbe essere sfuggito che esiste un blocco delle assunzioni. Dovrebbe sapere che la sostituzione dei 5 operai andati in pensione non può avvenire senza l’autorizzazione della Regione che più volte ha ribadito che non vi sono risorse disponibili per tale operazione.
3. Da ultimo: il telecentro è una operazione ideata dalla Regione in tante zone di montagna della Toscana per favorire e aiutare le possibilità occupazionali in queste zone marginali, utilizzando tecnologie telematiche. In Casentino questo ha permesso di creare 12 posti di lavoro a tempo indeterminato. Questa è occupazione che non conta per Rifondazione Comunista? Conta solo la salvaguardia di un posto da dirigente, comunque tutelato e protetto? Se poi, come lei sostiene, vi sono indagini in corso, se permette, o pubblica sentenze di condanna o di nuovo, sia più prudente. Ad onor del vero, tale servizio è stato istituito quando ancora non vi erano i Sindaci in giunta ed ancora vigeva la vecchia organizzazione della struttura amministrativa, nonché l’ente Comunità montana del Casentino. Non vorrei che all’improvviso ci si accorgesse che in ogni dove vi siano illegittimità da parte dei Sindaci anche quando questi non avevano alcuna competenza o potere.
In ogni caso, prima di fare certe affermazioni, avrebbe potuto chiamare anche i diretti interessati, forse avrebbe avuto una visione più completa.
Paolo Renzetti (unione dei Comuni del Casentino)