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martedì, 19 Marzo 2024

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Nella “gola delle cascate” del Fosso del Baccio

di Terenzio Biondi – Il Fosso del Baccio, quel fossicello della Vallesanta che nasce sotto il Monte Penna e si getta nel Corsalone ai piedi dell’antica Pievina di Montefatucchio, è semplicemente fantastico. Ricco di trote anche di grossa taglia e ricco di pozze e pozzette tutte sotto cascate e cascatelle che creano un ambiente unico. Il tratto più bello è quello comunemente chiamato “gola delle cascate”, dalla “cascatona” per oltre un chilometro fino quasi ad arrivare ai prati sempreverdi ai piedi del Monte Penna.

Nella gola trovi cascate altissime e insuperabili (per fortuna il bosco che circonda il fosso è pieno di sentieri, tracciati dai tanti cinghiali e caprioli, che rendono non troppo difficile il cammino).

Una gola strettissima, con tratti in cui le pareti laterali si toccano formando con massi giganteschi veri e propri ponti sotto i quali scorre rumoroso il fosso, sì che il pescatore passa sotto ponticelli naturali spesso col batticuore, sfiorando con la testa i massi dell’arcata. Muschio verdissimo riveste le rocce e qua e là enormi felci selvatiche arrivano quasi a toccare l’acqua.

Sotto le cascate pozze e pozzette con acqua limpidissima, ove è facile vedere tantissime minuscole autoctone “fario pallide”, la tipica trota della Vallesanta dalla livrea vistosamente chiara e punteggiatura di un tenue arancione.

Ci sono naturalmente anche trote di grosse dimensioni, che spesso riesci a intravedere nel fondo delle pozze, quasi mimetizzate coi sassi di color bianco perlaceo.

Fino ad arrivare ai prati sempreverdi ai piedi del Monte Penna, rivestiti da miriadi di fiori dai mille colori, e qua e là qualche meravigliosa orchidea spontanea che si muove dolcemente quasi accarezzata dal vento.

Il rintocco allegro e festoso delle campane della Verna giunge fino al fosso e ti ricorda che questo è il fosso di Frate Francesco e dei suoi fraticelli, che qui vicino c’è ancora la tana ove abitava il lupo amico di Francesco, che sugli alberi del bosco nidificano e cantano ancora oggi gli uccelli discendenti di quegli uccelli che accolsero Francesco al suo arrivo al Sacro Monte della Verna.

Un ambiente fantastico. E del resto non può che essere così perché – come dice l’antica leggenda – San Francesco dalla cima del Monte Penna vigila ancora oggi sull’ambiente e protegge tutti gli abitanti della valle.

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