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sabato, 3 Maggio 2025
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Treno del Casentino: con l’orario estivo pendolari a piedi

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La Regione si opponga a riduzioni sguaiate del servizio ferroviario che penalizzano Pratovecchio e l’alto Casentino come quelle previste con i nuovi orari: è questo ciò che in buona sostanza chiedono alla giunta toscana tramite interrogazione i Consiglieri regionali del Pdl Paolo Enrico Ammirati (Vicecapogruppo) e Stefano Mugnai insieme ai loro colleghi della Commissione Trasporti e Infrastrutture Giovanni Santini e Jacopo Ferri. Il caso è quello della tratta che va da Arezzo a Stia e viceversa passando per Pratovecchio. Ebbene, che succede? Che i nuovi orari in vigore dal 10 giugno prossimo da un lato tagliano la corsa 192 delle 19.48 da Arezzo in là, mentre dall’altro spostano da Pratovecchio a Subbiano la partenza della corsa 1.153 delle 5.32 del mattino. E Pratovecchio? A piedi, parrebbe. Non secondo il Pdl, che all’assessore regionale competente sulla materia Luca Ceccobao chiede, tra le altre cose, se sia «legittimo per l’azienda togliere due corse che da decenni sono garantite sia nell’orario estivo che in quello invernale e che consentono ai pendolari/lavoratori di recarsi e tornare dal luogo di lavoro». Poi c’è la perplessità: «Perché – domandano Ammirati, Mugnai e i loro colleghi, non sono state tagliate, al posto di quelle in oggetto, le corse che da anni servono solo un minimo numero di utenti, come quelle di metà mattina e metà pomeriggio»? Spetterà alla Regione verificarlo, oltre che appurare «se l’azienda intenda comunque ripristinare da settembre in poi la corsa 192 delle 19.48 da Arezzo per Pratov./Stia, e la corsa 1153 delle 5.32 da Pratovecchio per Arezzo».Ma ecco come gli esponenti del Pdl riassumono la questione nella premessa del loro documento: «TFT Spa (Gruppo LFI Spa) gestisce il trasporto ferroviario anche nella tratta Arezzo-Pratovecchio-Stia. Nell’orario estivo, che entrerà in vigore dal 10 giugno p.v., è stata eliminata una corsa, la n. 192 delle 19.48, da Arezzo per Pratovecchio-Stia, mentre la corsa n. 1153, delle 5.32 da Pratovecchio per Arezzo, partirà da Subbiano anziché da Pratovecchio, creando così disagi per i pendolari residenti nell’alto Casentino. Il disagio per i molti pendolari che utilizzano i due treni sopra citati – specificano i Consiglieri regionali – si concretizza» perché «la mancanza della corsa della sera obbligherà i pendolari a prendere la corsa successiva, cioè quella delle 20.20, così da far rientrare da lavoro a casa i residenti dell’alto Casentino anche alle 22».

Peggio che mai al mattino: «La mancanza della corsa n. 1153 delle 5.32 reca un danno maggiore, perché i pendolari che utilizzano il citato servizio (magari prendendo le coincidenze per Firenze o per Roma dalla stazione di Arezzo) non avranno alternative, visto che la corsa successiva è prevista quasi un’ora dopo, cioè alle 6.23». Ora, tutto ciò interviene come pioggia sul bagnato di una situazione già non rosea: «Nel periodo estivo – ricordano infatti Ammirati, Mugnai, Santini e Ferri a Ceccobao – TFT ha programmato significativi interventi di manutenzione straordinaria sulla linea ferroviaria nel tratto Rassina/S.Mama, che comporteranno lo stop a tutti i treni da Pratovecchio a Subbiano e l’utilizzo dei pulmann in loro sostituzione. Il “taglio” delle 2 corse in oggetto sarebbe stato giustificato per compensare le maggiori spese che l’azienda dovrà sostenere per il trasporto su gomma».

Una cura per essere felici

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di Melissa Frulloni – A Certomondo un cane ispira un progetto che rivoluziona il concetto di casa di riposo. La pet therapy, un’attività terapeutica alternativa per curare anche gli anziani.

Se andate alla Rsa di Certomondo a Ponte a Poppi, oltre a vedere letti, pazienti, anziani, infermiere e quant’altro ci si può aspettare di trovare in una casa di riposo, scoprirete anche una strana ma piacevole novità, che rende questo posto unico e un po’ diverso dalle altre residenze per anziani.

Questa novità si chiama Argo ed è la mascotte della struttura. Argo è un cane, un po’ vecchiotto, ma ancora pieno di vita e bisognoso di affetto. È un randagio, un trovatello, che la struttura ha deciso di ospitare finché non troverà una famiglia che voglia adottarlo. Argo ha vissuto una vita triste, fatta di abbandoni e maltrattamenti, ma nella casa di riposo sta vivendo ora felice e amato. (Avrete già scoperto la storia di Argo nella rubrica “Casentino a 4 zampe”).

Oltre ad essere la mascotte della residenza, Argo ha stimolato un’idea che, alla casa di riposo, ha coinvolto tutti, specialmente gli anziani. È grazie a lui, infatti, che a settembre 2011 è partito un ciclo di 10 incontri del “progetto Pet Therapy”. La pet therapy è un insieme di attività terapeutiche condotte con animali domestici e d’affezione. L’effetto benefico prodotto dalla presenza di animali in contesti sanitari è stato riconosciuto persino dalla Presidenza del Consiglio che, nel 2003, ha individuato nella pet therapy una cura da affiancare ai programmi terapeutici tradizionali. Per saperne di più e per capire come realmente si svolge un programma di pet therapy abbiamo raggiunto a Certomondo, Stefania Mosconi, coordinatrice della struttura e Laura Cipriani, educatrice.

Come ha fatto un cane ad ispirare un progetto così importante?

«Quando abbiamo accolto Argo nella nostra struttura era malconcio e diffidente, timoroso nel lasciarsi avvicinare dalle persone. Il veterinario che l’ha seguito dal primo giorno, il Dottor Omizzolo, ci ha consigliato di sottoporlo ad una serie di lezioni di addestramento, per renderlo più docile e gestibile. L’idea del “progetto pet therapy” è nata quando abbiamo visto in Argo un possibile “cane-dottore” da impiegare nella struttura. In questo modo non solo avremmo dato ai nostri ospiti, la possibilità di giovare di una terapia alternativa ed efficace come la pet therapy, ma avremmo, anche, dato ad Argo una seconda possibilità, riscattandolo da una vita di sofferenze e mettendolo al servizio dei malati. L’operatore cinofilo che l’ha addestrato ha cercato di recuperarlo e socializzarlo, ma, nonostante i grandi progressi che ha fatto, non è stato possibile inserirlo nel programma di pet therapy. Infatti, i cani impiegati in questa terapia, sono generalmente di razza Labrador e vengono addestrati fin da cuccioli, vivono una vita incentrata su questa attività, lavorando sempre e sottoponendosi a continui addestramenti. Argo è risultato, quindi, incompatibile con questo progetto».

Chi sono i protagonisti del “progetto pet therapy”?

«Innanzitutto, i nostri “vecchietti” che, anche se con un po’ di titubanza e timori iniziali, hanno partecipato con gioia a quest’attività. Il progetto ha coinvolto 10 ospiti della nostra struttura, tutti con gravi disabilità fisiche, soltanto due di loro soffrono di una disabilità medio grave, ma comunque tutti affetti da demenza senile e problemi psichici. I progetti di pet therapy, come il nostro, sono calibrati e pensati in base all’utenza e cercano di correggere o migliorare i comportamenti dei pazienti. Questi, infatti, sono chiamati ha ripetere degli esercizi che gli addestratori fanno fare ai cani in una riabilitazione simile al gioco e incentrata sulla motricità. Gli altri protagonisti del progetto sono coloro che rendono materialmente possibili queste attività terapeutiche, non solo nella nostra casa di riposo, ma anche in molte altre strutture sanitarie della provincia di Arezzo, i membri dell’associazione G.A.I.A. (Gruppo di Aiuto Interdisciplinare con ausilio di Animali). All’interno dell’associazione ruotano una serie di esperti e professionisti che organizzano e gestiscono gli incontri. Fanno parte di questo team il Medico Veterinario, Dott. Paolo Omizzolo; la psicologa Dott.ssa Bartolina; la psicoterapeuta Dott.ssa Caremani; l’educatrice Dott.ssa Faini e due operatori cinofili, Maria Elena Bisconti e Enrico Omizzolo. Tutte queste figure lavorano insieme per cercare la tipologia d’intervento più adatta al paziente. L’associazione lavora con molte tipologie di utenza, dagli adolescenti agli anziani, a persone con deficit mentali e fisici, fino a quelle affette da autismo. Infine ultimi, ma non ultimi protagonisti di questa avventura, i cani, che sono le vere star del progetto. Come già detto, non abbiamo potuto includere il nostro Argo nell’attività, quindi i cani-dottori che sono stati utilizzati sono quelli dell’associazione G.A.I.A. Speravamo che Argo potesse diventare un “dottore” perché il nostro sogno sarebbe quello di creare una struttura con pet therapy integrata, ma vuoi per le disabilità dei pazienti, molto anziani, vuoi per la mancanza di fondi che un progetto del genere richiede, non siamo, per adesso, riusciti nel nostro intento».

Chi ha finanziato il progetto?

«Oltre a ricevere finanziamenti da enti e aziende del Casentino, abbiamo organizzato una festa per raccogliere i soldi necessari per far partire questo progetto. Il 25 settembre scorso abbiamo organizzato un “pomeriggio a 4 zampe”. La giornata prevedeva una sfilata canina, alla quale hanno partecipato, oltre ai cani di razza e meticci, anche i cani dell’associazione G.A.I.A. e i cani del canile di San Piero. A fare da giuria, gli anziani della casa di riposo e i bambini delle scuole elementari del Casentino. Inoltre, con la vendita dei biglietti della lotteria, effettuata da alcuni commercianti di Poppi e Bibbiena, e con le offerte raccolte durante la giornata abbiamo accumulato quasi 1.400 euro, un grande risultato che ci ha permesso di partire con il progetto di pet therapy. Sicuramente anche quest’anno organizzeremo la festa perché, oltre ad essere un modo molto efficace per raccogliere dei fondi, ci permette di creare “un ponte con l’esterno” e far conoscere ai cittadini come lavoriamo e che cosa facciamo dentro la Rsa. I nostri pazienti vivono chiusi in questo spazio che è il loro mondo perdendo ogni contatto con la realtà esterna. Anche per la sua ubicazione e posizione geografica Certomondo si presta ad essere un isola lontana e, se vogliamo, felice. Soltanto grazie ai familiari e alla bella stagione, che permette agli anziani di uscire nel giardino della struttura, questi possono agganciarsi con l’esterno e conoscere che cosa c’è “al di là dei cancelli”. Queste giornate sono, quindi, utilissime per i nostri ospiti perché li riportano nel mondo che hanno abbandonato entrando nella casa di riposo».

Quello che succede a Certomondo è la dimostrazione di come stia cambiando ed evolvendo il concetto della “casa di riposo”. Siamo abituati a pensare a queste strutture come a luoghi tristi e grigi che tutti, sin da bambini, abbiamo imparato a detestare e ad associare alla vecchiaia e alla morte. Oggi scopriamo invece degli spazi colorati e felici, dove gli anziani possono trovare calore e amicizia e dove posso svolgere attività di svago e riabilitazione. Però è, comunque, vero e inevitabile che, nelle case di riposo, l’unica cosa che si può fare è dare un aiuto agli anziani, trasmettergli gioia ed entusiasmo, ma non si può arrestare un processo naturale che porta, purtroppo, alla morte. Per questo Laura Cipriani ci dice che Argo è la metafora vivente della casa di riposo e dei suoi ospiti.

È un cane molto anziano e malato che si può aiutare, al quale si possono alleviare delle sofferenze, ma non lo si può riportare alla giovinezza e non gli si può restituire quella voglia di vivere che aveva un tempo. Progetti come quello della pet therapy sono, quindi, utili per stare vicini ai “nostri nonni” e ai “nostri vecchietti”, per farli sentire meno soli e per aiutarli a scrivere, serenamente, l’ultima parte della loro storia.

Piantati 36 rari alberi da frutto

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Nell’ambito del service internazionale “Un milione di alberi”, la VII Circoscrizione del Distretto toscano del Lions Club International, con l’indispensabile aiuto del Corpo Forestale dello Stato di Pratovecchio, grazie all’intraprendenza di Mina Tamborrino e l’adesione del Lions Club Casentino, ha realizzato un giardino di circa 1.000 mq con un percorso didattico guidato in cui sono stati messi a dimora 36 alberi da frutto autoctoni casentinesi ormai quasi introvabili.

Il terreno è demaniale, la manutenzione sarà curata direttamente dal CFS, la fruibilità sarà pubblica, trattandosi di uno spazio verde al servizio della collettività.
La denominazione scelta è: “Giardino dei frutti perduti”
Il luogo è in via dei Legni a Pratovecchio, lungo il Fiumicello, tra la SP 310 ed il ponte della ferrovia, a fianco della sede del Corpo Forestale dello Stato.

L’inaugurazione del giardino avverrà venerdì 8 giugno alle ore 18,30 e tutti sono invitati all’evento trattandosi di un intervento importante e qualificante per il territorio casentinese e di cui ne vanno giustamente fieri la Circoscrizione aretina dei Lions ed il Lions Club Casentino, presieduto dal prof. Paolo Caleri, in particolare.

“Dragon Goal” arriva a Bibbiena

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L’Associazione “Noi che… Bibbiena”, con il patrocinio del Comune di Bibbiena e la collaborazione della UISP comitato di Arezzo, A. C. Bibbiena e Calcio a 5 Casentino, organizza la prima edizione di “Dragon Goal”, in programma tutte le sere da domenica 3 a sabato 9 giugno a partire dalle 20 in piazza Tarlati.

Il magnifico scenario della piazza sarà il palcoscenico del piccolo campo da calcetto in cui si disputeranno partite di Street Soccer, un tipo di gioco 3 contro 3 molto di moda nelle spiagge. Sarà allestita una struttura con fondo in erba sintetica e una gabbia che delimita il campetto in modo tale che il pallone sia sempre in giuoco. Le squadre si sfideranno in intense partite di 8 minuti e saranno suddivise in quattro tornei da scegliere al momento dell’iscrizione: friends, lady, over e open. La prima fase sarà a gironi, 4 squadre a girone con partite di andata e ritorno per un totale di sei partite, dal giovedì prenderanno il via i quarti di finale e a seguire semifinali e finali.

Ogni squadra potrà presentare una lista di giocatori al momento dell’iscrizione di minimo 3 e massimo 5 persone. Il costo di iscrizione, entro il 29 maggio, è di 100 euro a squadra comprensivo di iscrizione e costi per il campo per tutte le partite disputate. La copertura assicurativa, accessoria, è di 5 euro a giocatore. L’organizzazione ha previsto la possibilità di usufruire delle docce presso lo stadio comunale raggiungibile con un pulmino navetta gratuito direttamente da piazza Tarlati.
L’Associazione “Noi che… Bibbiena” ringrazia tutti i commercianti e le attività del centro storico che hanno accolto con entusiasmo questo progetto e metteranno a disposizione i premi del torneo: Bar Bibbiena, Chalet, Caffetteria il Podestà, Bar Le Logge, Ristorante il Tirabusciò, Ristorante la Tavernetta, Ristorante da Spartaco, Babilonia Pub, Birreria Porta dei Fabbri, Tuttosport, profumeria Irma, Centro estetico Carmen. Siamo molto orgogliosi di questa disponibilità di vari esercizi, siamo convinti che potrà dare soddisfazioni sia a noi organizzatori che alle attività stesse, in un clima di collaborazione ed aiuto reciproco positivo per il nostro centro storico.

Puoi avere informazioni e iscriverti presso le seguenti attività del centro storico di Bibbiena:
Tuttosport, Edicola Millennium, Bar Le Logge e Caffè il Podestà
Oppure direttamente chiamando Andrea 328 0383257 o Pierfrancesco 338 7814481
Altre informazioni e aggiornamenti sul profilo Facebook dell’Associazione Noi che… Bibbiena.

Nuovi giornalisti a CASENTINO2000

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L’Ordine dei Giornalisti della Toscana ha deliberato di recente, dopo i due anni di articoli e tutte le procedure necessarie, l’iscrizione nell’albo dei giornalisti pubblicisti di alcuni nostri collaboratori. Si tratta di Sara D’Alessandro, Andrea Biagini, Ilaria Borgnoli, Melissa Frulloni, Eugenio Milizia e Tommaso Corazzesi. E sono ormai quasi 50 i collaboratori che hanno preso la tessera dell’Ordine tramite il nostro giornale. Ai neo giornalisti vanno le congratulazioni della Direzione e di tutta la Fruska srl.

Terremoto in Emilia, una vittima casentinese

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In questi giorni anche la nostra vallata è stata interessata dalle scosse di terremoto, scosse per fortuna lievi che non hanno causato problemi, ma che sono state sufficienti per diffondere anche da noi un senso di preoccupazione.

Adesso, una nuova triste notizia, contribuisce a rendere ancora maggiore il coinvolgimento del Casentino in questa tragedia che sembra non avere fine.

Una delle ultime vittime del sisma, Don Ivan Martini, 65 anni, aveva infatti forti legami con il Casentino. La madre era di Salutio, e altri suoi parenti vivono nella vallata. Attualmente era parroco della chiesa di Santa Caterina di Rovereto sulla Secchia nel comune di Novi (MO).

È morto proprio nella sua chiesa, schiacciato da una grossa pietra che si è staccata dal soffitto. Stava cercando di verificare i danni subiti dall’edificio e cosa fosse possibile mettere in salvo. Purtroppo non è riuscito a salvare se stesso.

Esami di maturità: le commissioni

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Queste le commissioni per gli esami di stato 2011-2012 in Casentino.

Commissioni Esame di Stato 2011 2012

Se restano 11 giorni di vita…

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di Eugenio Milizia – La vita è lunga o corta? È una domanda che può avere più risposte. Che sia interminabile o troppo breve lo può dire chi, in generale, si trova male oppure bene a questo mondo!  Ma venire a sapere di vivere solo 11 giorni sarebbe proprio poco… troppo poco.

Incontro Giuliano Cecconi di Serravalle, casualmente. Come quasi sempre si fa con tutti, quando si ha un po’ di quella rara fretta di paese,  quasi quasi passo oltre dopo un rapido saluto di quotidiana routine. Così si fa quando in paese ci si incontra spesso e, spesso, per un “niente di nuovo”… Però…

Però… quella volta no! Quella volta mi fermo, anzi ci fermiamo. Si sa che le voci in paese corrono come fulmini e più! Si diceva che Giuliano aveva avuto una “brutta cosa” e cose del genere che non avevo ben capito. Mi parve allora carino fermarmi e chiedere che cosa aveva avuto, data l’amicizia fra noi.

Giuliano, 53 anni portati bene, mi dice che aveva avuto un lieve disturbo, visto che l’Ospedale di Bibbiena è a portata di mano, rispetto Serravalle, va e chiede un controllo che gli fanno subito. Spiega che lui deve lavorare alla pompa AGIP di Soci, e se non lavora non mangia, per cui non può andare molto a spasso. Un controllo all’Ospedale di Arezzo sarebbe stato problematico.

Non bene. Dal controllo, dopo il ricovero in ospedale di due giorni, si ha la diagnosi che Giuliano pretende di conoscere: “una brutta cosa” da operare prima possibile, solo durante l’operazione si sarebbe saputo se la “brutta cosa” fosse non troppo brutta o proprio brutta da morire!

Era il primo del mese e l’operazione poteva essere fatta l’11 del mese dopo ulteriori esami; Giuliano ebbe l’assicurazione di  poterla effettuare a Bibbiena. Non poteva permettersi di andare ad Arezzo, lontano: la moglie che lavora, la figlia che va a scuola, i genitori anziani  non autonomi… e sempre il lavoro.

11 giorni. Giuliano racconta… «Quando il medico mi diede la notizia della “brutta cosa”, mi parve che il mondo, come si dice, mi cadesse addosso… perché sentii le gambe come non reggermi più! Era ancora pomeriggio presto, andai alla “pompa” a lavorare. Non ricordo niente di quei momenti… La sera dissi della diagnosi, cosiddetta infausta, a mia moglie e a mia figlia. Furono molto comprensive ed incoraggianti al massimo. Per non far vedere che ero seriamente preoccupato, fingevo tranquillità, buttandola anche sullo scherzo. La cena andò come andò… Finalmente a letto, al buio… Fu una notte lunghissima, credo la più lunga della mia vita, senza dormire. Anzi, un solo pensiero: come organizzare il resto della mia vita, o meglio, quel po’ che poteva restare… 11 giorni… Iniziai a fare dei piani per organizzare il futuro di chi restava. Senza più il mio lavoro la mia famiglia avrebbe avuto meno possibilità. Primo, mia figlia non sarebbe potuta andare a Firenze o Bologna all’Università; secondo, mia moglie avrebbe dovuto lavorare sodo per sempre. Cosa avrei potuto farci? Niente, nessun piano è possibile; terzo, i miei genitori anziani e disabili con una misera pensione e con me figlio unico, che fare? Nessuna soluzione! Per un momento mi venne in mente anche una soluzione improbabile; quarto, il lavoro? Amen! Finché ne avrò le forze starò solo alla cassa e a fare i conti… Questa la prima notte. Il giorno al lavoro, facendo finta di niente. Le notti ed i giorni successivi non vi furono meno piani, sempre gli stessi, magari con maggior particolari».

La fine. Il giorno 11, l’operazione… «Venne l’operazione. O la va o la spacca!  Al risveglio, come immersi in una fitta nebbia e con suoni lontani ed incomprensibili, pur male, vidi che avevo tutti intorno a me: la mia famiglia e alcuni dottori. Avevo paura di sentire una condanna… ma vidi delle dita a V di non so quale mano che si muoveva verso l’alto, debolissimo, ma felice chiusi ancora gli occhi, mi dicono, per diverse ore… era finalmente il sonno sereno perso nei precedenti 11 giorni… Mi dissero, poi, che era stata un’operazione complessa, ma la “brutta cosa” era stata estirpata, per cui ero stato liberato… preso per i capelli… uno o due mesi di ritardo e ADDIO! Per alcuni giorni rimasi in ospedale, tutti i medici ed il personale sanitario si adoperarono con grande  impegno per rimettermi in sesto. Quando un medico entrando in stanza mi salutò con un V di dita, lo ringraziai per il messaggio: era il più giovane!… Dopo qualche giorno a casa in convalescenza, tornai finalmente al lavoro, come se niente fosse stato. Mi è rimasta la sensazione di esserci per miracolo: meno male che c’è l’Ospedale a Bibbiena, e quindi meno male che ho fatto una visita di controllo che altrimenti non avrei mai fatto ad Arezzo; meno male che ho trovato il personale ospedaliero speciale: professionale e familiare che, nella tragedia, mi ha fatto trovare lì come se fossi a casa mia. Meno male tutto…».

L’Ospedale di Bibbiena. Meno male che c’è! Si dice in giro che ora c’è ma che poi non ci sarà… c’è chi smentisce e chi conferma. Mah! Intanto chi va a dire a quelli di Ponte Nano, di Montemignaio, di Papiano Alto, di Serravalle, della Badia o di Corezzo che si dice che forse l’Ospedale di Bibbiena non ci sarà… e che, in quel caso, faranno prima ad andare a Firenze oppure in Romagna che ad Arezzo?

5×1000: i cittadini premiano il Comune di Bibbiena

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I cittadini di Bibbiena vogliono bene al proprio comune e hanno fiducia nell’amministrazione. A dirlo sono i cittadini stessi che, anche nel 2010, come nel 2009, con la formula del 5X MILLE, hanno devoluto al comune capoluogo ben 6.703,90, addirittura 1.625,86 euro in più del 2009.

Questi fondi, utilizzati per il sociale e per le famiglie in difficoltà, fanno di Bibbiena il secondo ente della Provincia– solo dopo Arezzo con 11.286,38 – per fondi donati dai cittadini con lo strumento del 5XMILLE, distaccando in maniera significativa – se si considera il numero degli abitanti – Cortona, Montevarchi e Sansepolcro. Se poi consideriamo, invece, la somma pro capite, Bibbiena è il primo in assoluto di tutta la nostra provincia e non solo.

Per fare solo alcuni confronti a Cortona sono andati 3.617,43 euro, Sansepolcro 3.140,33 euro.

Grande soddisfazione, per questo, è stata espressa dagli amministratori, sindaco in prima fila: “Vedere il proprio comune in un secondo posto così virtuoso, rappresenta per noi una grande soddisfazione; questo significa innanzi tutto che i cittadini si sentono ”coinvolti”, hanno a cuore i nostri progetti, si fidano dei propri amministratori. Attualmente questi aspetti non sono scontati, al contrario molto rari e denotano un’attenzione particolare nei confronti della cosa pubblica sentita come propria, come facente parte del proprio mondo”.

Ai cittadini è piaciuto, sicuramente, la proposta dell’amministrazione, di acquistare alcuni “defibrillatori intelligenti”, da destinare ai plessi scolastici del nostro comune. Questi defibrillatori hanno la prerogativa di riconoscere ed interrompere un’aritmia ventricolare maligna, cioè potenzialmente mortale; il loro acquisto comporta anche un’adeguata attività di formazione del personale che sarà poi preposto al loro utilizzo.

Grazie ai cittadini di BIbbiena si potrà dare così continuità al progetto “Il Cuore di Bibbiena” lanciato dall’assessorato allo sport per l’acquisto di defibrillatori intelligenti anche per le società sportive.

WIP si aggiudica il Premio Toscana Ecoefficiente

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Il progetto dei pannolini biodegradabili e certificati compostabili di WIP SpA, azienda pratese con stabilimento produttivo in Casentino, si è aggiudicato il premio Toscana Ecoefficiente nella categoria “Consumo responsabile e riduzione dei rifiuti”. La giuria scelta dalla Regione Toscana ha assegnato tale premio nella consapevolezza che il prodotto garantisce l’adozione di pratiche virtuose per la riduzione dei rifiuti e il risparmio energetico.

“La mission che ispira la nostra attività – spiega Marco Benedetti, Presidente di W.I.P. – si basa sul rispetto per l’ambiente e la tutela della salute. Siamo quindi orgogliosi di aver ricevuto questo premio che ci permette di essere riconosciuti come eccellenza ecoefficiente in Toscana. Vorrei suggerire di visitare il nostro sito www.ecowip.com dove troverete tutte le informazioni utili sul prodotto e l’azienda, nell’ottica di assoluta trasparenza nei confronti dei consumatori”.

Il premio, istituito dalla Regione Toscana e arrivato alla sua 4° edizione, mira a far emergere le azioni virtuose per stimolare i comportamenti di tutti verso l’ecoefficienza, per diffondere la conoscenza e la promozione dell’innovazione in campo ambientale. Ai vincitori, tra cui l’azienda pratese, verrà dedicata una specifica campagna per dare visibilità alle loro esperienze e assegnato l’utilizzo del logo “Toscana ecoefficiente 2012”.

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