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giovedì, 28 Marzo 2024

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Piero Baracchi interpreta Dino Campana

Immaginate il genio di Dino Canpana, uno dei maggiori poeti italiani del Novecento passeggiare, nella notte che precede il Santo Natale, per i borghi di  Bibbiena, di cui ha scritto e in cui ha pure soggiornato. Lo immaginiamo vagabondo, pieno dei suoi versi maledetti, forse libero ormai dalla sua pazzia e dalle sofferenze. Solo genio puro. Immaginiamo che questo genio “maledetto” non sia un fantasma, ma un uomo in carne ed ossa che, pieno di vita, d’amore, e di follia, recita le sue poesie più struggenti, arrivando alle orecchie di tutti. Tutto questo sarà possibile grazie a Piero Baracchi attore bibbienese e maggiore interprete campaniano esistente.

Tutto vero eppure una magia assoluta. Nella notte più bella dell’anno, Piero Baracchi declamerà le liriche più belle del genio di Marradi affacciato dalla finestra di Palazzo Niccolini. Le sue parole arriveranno ovunque, accompagneranno i passi dei viaggiatori, i nostri cuori che si preparano alla festa, le teste piene di paure per l’avvenire eppure liete nell’attesa del giorno di festa. Tutto ciò sarà possibile grazie ad un impianto di filodiffusione che porterà la sua vibrante voce nelle strade, nelle piazze, negli angoli illuminati, ma anche in quelli più bui del centro storico, entrerà nelle case, nei locali caldi, tra un bicchiere di vino, un pacco regalo e le corse dei bambini sulle lastre di Piazza Grande.

Il 24 Dicembre alle ore 17 e alle ore 22,15, Piero Baracchi recitera’ i Canti Orfici, reciterà la rabbia e l’amore, si farà carne di un altro uomo, diventerà la sua voce e il suo cuore di ragazzo ribelle.

Grazie all’idea dello stesso attore bibbienese e si creerà un momento di cultura altissimo, ma anche uno spazio di emozione vera anche per quel pubblico che solitamente non frequenta il teatro. L’amplificazione a tutto il centro creerà un sottofondo “poetico – musicale” di grande impatto sentimentale. L’arte di concentrare una sola vibrante intuizione in versi purissimi – per potervi mettere dentro tutta l’angoscia dell’uomo moderno, quell’angoscia che nessuno aveva ancora avuto il coraggio di mettere a nudo in modo tanto spietato (e pagando con la vita la sua arte), verrà resa alla portata di tutto e di tutto. Quella di Piero Baracchi sarà infatti una performance che farà vivere i luoghi oltre che emozionare le persone che non saranno sedute come in un teatro, ma saranno in cammino… come è stato, per tutta la sua breve e intensa vita, lo stesso Dino Campana.

 Dino Campana, nato nella vicina Marradi fu e rimane un esiliato, nessuno lo ha mai imbrigliato neppure le catalogazioni. Parimenti Piero Baracchi rappresenta il vero modello di uomo “sopra le righe”, in perenne ricerca di se stesso, di un senso più alto della vita, della bellezza assoluta della parola. Nessuno potrebbe interpretare meglio il genio sofferente di Dino Campana, nessuno potrebbe dare voce alla sua anima meglio di Piero, vestito di nero, come un anima vagabonda.

Il 24 di Dicembre assisteremo senz’altro ad una magia.

PIERO BARACCHI Nasce a Bibbiena (Ar) l’8/04/62. Inizia la carriera di attore alla scuola di Carlo Cirri a Firenze, quindi entra al Piccolo Teatro di Arezzo dove si diploma. Ha lavorato con numerosi registri teatrali e cinematografici tra cui Albertazzi, Viviani, Clementi, Falcone, Orazi, Pedullà, Valenti, Garbuglia, Tenti, Milleri, Giorgetti.

MAGGIORI LAVORI: “94 Interpreta Macheat nella 1° nazionale della “Opera da tre soldi” di Brecht con la regia di Antonio Viviani. “95 Compie la sua prima regia : “Cori Orfici”,  spettacolo visionario con una corale dei “Canti orfici” campaniani. Lo spettacolo viene scelto dalla Regione Toscana per le Celebrazioni Savonaroliane. “96 E’ protagonista del monologo “Il freddo” dall’omonimo romanzo di Thomas Bernhard, con la regia di Livio Valenti, prodotto dalla N.A.T.A. Presentato nel “97 al “Volterrateatro” e secondo premio assoluto nel “98 al “Festival nazionale teatri in scatola” di Bologna. Dal 1996 al 2013 dirige la scuola di teatro a Bibbiena al Teatro Dovizi . Lavora con Gabriele Lavia e Monica Guerritore in “Conoscere l’amore”. “97 Con il Cantiere Internazionale di Montepulciano nasce la sua seconda regia, coautore con Alessandra Aricò, dal titolo “Dissolvenze”, spettacolo di parola, musica e danza. “98 Nasce il suo secondo monologo (autore del testo assieme a Livio Valenti e con i preziosi consigli di Vincenzo Cerami) dal titolo “Ninna nanna Shakespeare” e la regia dello stesso Valenti, prodotto dalla N.A.T.A. Spettacolo inserito nel palinsesto della Fondazione Toscana Spettacolo. E’ direttore artistico e regista della rassegna di teatro poesia “I percorsi della follia” a Stia (Ar). Lavora con il celebre complesso “The golden gospel singers” diretto dal mitico Bob Singleton. 2000 E’ protagonista del monologo “Schifo” di Robert Schneider, la storia di un extracomunitario venditore di rose, con la regia di Livio Valenti, prodotto dalla N.A.T.A. dove debutta al Festival di atti unici di Città di Castello, direttore artistico Davide Riondino.  Dal 2005 porta in scena “Quel viaggio che chiamavamo amore” recital su Dino Campana che lo conferma come il più valido interprete del poeta di Marradi esistente. Nel 2010 porta in scena con Riccardo Goretti e la regia di Alessandra Arico’  “Twice” un testo sulle dinamiche pubblicitarie e l’alienazione dell’uomo moderno. Nel  2012 assieme ad  Alessandra Arico’   va in scena con “MODERN”  tre atti su  testi di Bechett, Mamet,  Pinter.

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