di Mauro Meschini – Per la Sanità toscana non c’è pace. Non solo le nuove leggi approvate mettono a rischio il diritto alla salute provocando gravi difficoltà per i cittadini, ci sono anche altri problemi con cui fare i conti.
I casi di meningite continuano a preoccupare la nostra Regione, ma anche le difficoltà nel reperire i vaccini stanno crescendo. Su questo pubblichiamo un comunicato del Consigliere regionale Mugnai che ha presentato un’interrogazione alla Giunta.
In Valdarno invece è invece il disinteresse dimostrato verso il locale corso di laurea in Scienze Infermieristiche che viene denunciato da Claudio Cullurà segretario provinciale del Nursind (sindacato autonomo degli infermieri). Il corso in più di 10 anni di attività ha permesso a 241 giovani di laurearsi e di trovare nel 100% dei casi un’occupazione. Una positiva esperienza che si vuole chiudere.
Meningite, ad Arezzo non c’è posto per vaccinarsi
Interrogazione scritta alla Giunta regionale del Consigliere Stefano Mugnai, Vicepresidente della Commissione sanità interroga la giunta
Vaccino contro la meningite? Ad Arezzo i sanitari sono così saturi di richieste che non ci si può neppure prenotare: bisogna procedere per tentativi telefonici successivi di settimana in settimana incrociando le dita. A parte le scaramanzie, è stato questo il timing comunicato questa mattina dall’incolpevole operatrice di call center a Francesco Conti, coordinatore comunale di Forza Italia a Arezzo, il quale ha subito rivolto la sua segnalazione con tanto di orari e codici identificativi al Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (capogruppo Forza Italia). E ci è scappata l’interrogazione subito, anche perché la situazione è più che simile in tutta la Toscana. Cronaca locale che vai, odissea vaccinale che trovi.
Nel suo documento dunque Mugnai parte dal caso aretino per estendere il suo raggio di indagine: «Da altre segnalazioni ricevute – scrive infatti nel suo atto – le liste di attesa nelle Asl sarebbero molto lunghe e molti medici di medicina generale avrebbero finito le scorte di vaccini». Il Vicepresidente della Commissione sanità richiama anche il recente comunicato dell’Assessore alla Salute con il quale si dice che “a metà febbraio partiranno le indagini epidemiologiche che quella per la ricerca dei portatori” per arrivare a domandare chiarezza su tempi e modalità con cui la Regione intende ripristinare l’accesso tempestivo ai vaccini.
Perché, domanda Mugnai, «i ritardi della consegna dei vaccini, vista la situazione di comprensibile allarme dovuto al diffondersi della meningite tra la popolazione toscana?». E quali «i motivi dei ritardi nell’indagare e isolare i portatori della sepsi?». Ancora, l’esponente di Forza Italia chiede di sapere «quando dovrebbero essere consegnati i vaccini mancanti ai medici di medicina generale di Arezzo e quando si riapriranno le agende per la programmazione delle vaccinazioni», nonché «quale sia la situazione della consegna dei vaccini nelle altre aziende sanitarie (suddivise per le ex dodici Usl ante riforma)».
A San Giovanni V.no “condannato il corso che garantiva la piena occupazione dei laureati”
Comunicato di Claudio Cullurà segretario provinciale del Nursind (sindacato autonomo degli infermieri)
«Dopo oltre 10 anni di eccellenza, centinaia di studenti accolti dal territorio del Valdarno e decine da tutta Europa, Università e Istituzioni lasciano morire il Corso di Laurea in Scienze infermieristiche di San Giovanni, uno dei pochi in Italia a garantire la piena occupazione dei laureati». È il j’accuse di Claudio Cullurà, segretario provinciale del Nursind (sindacato autonomo degli infermieri).
«Dal 2004 al 2014 a San Giovanni Valdarno si sono laureati 241 giovani – specifica Cullurà – di cui 239 sono attualmente occupati come infermieri e due sono impiegati in un altro mestiere: nessuno è disoccupato. La maggior parte ha un contratto a tempo indeterminato, 134 in strutture pubbliche e 11 nel privato, quasi il 90% ha trovato un impiego sul territorio regionale, mentre 8 lavorano all’estero. Se non bastassero questi numeri – sottolinea Claudio Cullurà – a testimoniare il livello di preparazione dei laureati di San Giovanni V.no, è sufficiente ricordare che per trovare lavoro nelle strutture pubbliche hanno dovuto superare concorsi partecipati da migliaia di persone, riuscendo sempre a posizionarsi tra i primi 200 in graduatoria.
Ciononostante – prosegue il segretario provinciale Nursind – l’Università di Firenze ha condannato il corso di laurea che garantiva la piena occupazione ai giovani infermieri del Valdarno ad una lenta agonia. Dallo scorso dicembre, infatti, la sede è stata trasferita all’Ospedale, con una sola persona dedicata, un singolo ufficio e nemmeno un’aula dove gli ultimi iscritti possano concludere gli studi fino alla sessione di laurea di aprile. Adesso gli studenti del Valdarno aretino sono costretti ad andare a Prato, Empoli e Borgo San Lorenzo per studiare e fare pratica.
Inoltre quando l’Ospedale ha avuto la necessità di assumere personale interinale – anche in settori delicati come 118 e Sala Operatoria – abbiamo potuti inserire i giovani laureati direttamente, perché li conoscevamo e conoscevamo le loro competenze per quei settori specifici, abbreviando così i tempi di inserimento. Questo non potrà più accadere.
Tutto ciò nell’indifferenza di Asl 8 e amministrazioni locali – conclude Cullurà – che si sono lasciati scippare un’importante risorsa per il territorio».