Da domani, mercoledì 11 novembre, la Toscana e il Casentino quindi, divengono zona arancione. Gli sforzi degli ultimi giorni (con i buoi ormai già scappati dalla stalla), non sono quindi serviti, arrivano altre restrizioni (e forse non saranno le ultime). Casentinesi confinati nel proprio comune, bar e ristoranti chiusi. Queste sono le cose che si possono e non si possono fare in zona arancione (l’ordinanza sarà in vigore fino al 26 novembre):
- coprifuoco dalle 22 alle 5, salvo per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute;
- è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita sia dalla Regione che tra province e comuni, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti in cui è consentita. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Il transito sui territori è consentito qualora necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni negli spostamenti o nei casi in cui gli spostamenti sono consentiti. E’ vietato ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune;
- bar, ristoranti, locali, pub, gelaterie e pasticcerie chiusi sempre, 7 giorni su 7, ma potranno continuare a vendere cibo da asporto (fino alle 22) o consegnarlo a domicilio;
- centri commerciali chiusi nei giorni festivi e pre-festivi, ma rimarranno aperti negozi alimentari, farmacie, parafarmacie ed edicole collocati al loro interno;
- i negozi di vicinato restano aperti;
- didattica a distanza al 100% per tutti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Chiuse le università;
- capienza dei mezzi pubblici dimezzata (al 50%);
- musei e mostre chiusi;
- piscine, palestre, teatri, cinema chiusi. Restano aperti i centri sportivi;
- corner per giochi e bingo in bar e tabaccherie chiusi.
Come in altre regioni, non ha dunque retto il sistema sanitario della Toscana, travolto dalla seconda ondata del virus. Particolarmente grave la situzione all’interno delle RSA toscane dove 1 ospite su 10 è contagiato. Intanto il Codacons, in merito al caos degli ospedali della Toscana sempre più vicini al collasso, presenta un esposto nelle Procure della Repubblica di Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa-Carrara, Pisa, Pistoia, Prato e Siena in cui si chiede di indagare i vertici regionali e sequestrare tutti i documenti relativi all’attività posta in essere dall’amministrazione sul fronte della gestione delle strutture sanitarie.
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