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sabato, 14 Dicembre 2024

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Tennis Club Stia: oltre la rete (e il virus)

di Francesco Benucci – La mano che impugna la racchetta e scaglia, con determinazione e vigore, la pallina oltre la rete, non è solo la rappresentazione viva e vitale che racchiude la magia del tennis: è altresì metafora del non arrendersi, è un atto di volontà, è un gesto di pura, e spesso divertita, passione, è la forza propositiva che ci porta a controbattere le asperità e che incarna la resilienza formativa propria dello sport. E giustappunto in un periodo in cui tante attività chiudono, si limitano, soffrono, sotto i fendenti della pandemia, il tennis, per le sue caratteristiche strutturali e verrebbe da dire quasi allegoriche, ribatte colpo su colpo e, tra diritti, rovesci, servizi, si spinge, pur tra tanti travagli, oltre la rete, oltre le difficoltà, oltre il virus.

Chiedere, per conferme, al Tennis Club Stia, storico sodalizio casentinese che, portando le insegne di una pratica che con le dovute precauzioni ha un rischio di contagio molto basso, è rimasto sempre aperto, eccettuato il lockdown della scorsa primavera, e di conseguenza è riuscito ad organizzare varie iniziative. Dopo il suddetto lockdown, i nostri sono stati tra i primi a poter riprendere in mano le redini della propria passione sportiva, pur non potendo ripartire a pieno ritmo, visto che il calcetto amatoriale era chiuso e nel campo da tennis potevano stare solo in due (1 contro 1), quindi niente scuola tennis per bambini, niente corsi adulti, niente di quello che abitualmente viene svolto nell’arco dell’anno. Poi la situazione è leggermente migliorata per quanto riguarda il tennis, potendo stare in campo in 5, quindi hanno cominciato a fare dei piccoli gruppi con gli agonisti, ma ancora niente scuola tennis di base e niente calcetto.

Ad inizio estate si è aperto un ventaglio più ampio di possibilità che ha consentito di fare dei gruppetti anche con i non agonisti, i più piccoli e di riaprire il calcetto amatoriale. Addirittura, a fine luglio, con volontà ed entusiasmo, un binomio necessario per andare oltre le difficoltà del momento, è stato organizzato un torneo per ragazzi Under 10-12-14-16 maschile e femminile, valevole per il “Circuito Nazionale delle Vallate Aretine”: il risultato è stato sorprendentemente positivo visto che si sono registrati circa 90 iscritti provenienti da tutta la regione. Nel torneo, la portacolori “di casa” Allegra Pecorini si è aggiudicata l’Under 12 e con grande merito anche la categoria superiore, l’Under 14. In aggiunta ad Allegra si sono fatte valere Alice Ugolini, Lavinia Romano, Martina Caleri, Maddalena Ghelli, Giulia Sedioli, mentre, per quanto riguarda i maschietti, Lapo Pierazzuoli, Elia Ragazzini, Ettore Vignali e Francesco Nanni hanno esordito alla grande. Finalista nell’Under 10 maschile è stato Brando Andreani che, pur essendo tesserato per il TC Giotto, si allena in maniera costante sia ad Arezzo sia presso il circolo nostrano.

Toccare con mano tali traguardi e certe soddisfazioni e al contempo assaporare quasi un’aura “di normalità”, ha richiesto, in questo periodo in particolare, impegno, sacrifici e qualche rinuncia: in primis, sono stati adottati e sono adottati tuttora dei protocolli e delle linee guida da seguire abbastanza impegnativi e assai limitanti non solo per quanto riguarda il numero di giocatori in campo, ma anche per gli accompagnatori (allenamenti a porte chiuse); gli spogliatoi sono rimasti chiusi per molto tempo, quindi per chi veniva da fuori Comune era un disagio non indifferente. Per quanto riguarda dispositivi di protezione e modo di accedere ai campi, i giocatori devono arrivare con la mascherina al circolo, dove trovano gel e spray disinfettante a disposizione, giocano ovviamente senza mascherina, per poi, alla fine del match, rindossarla dopo essersi igienizzate le mani ed uscire dal campo. A questo punto le sedie/panchine all’interno del campo stesso sono prontamente sanificate e solo dopo possono entrare i giocatori successivi. D’altronde, anche grazie al rispetto delle suddette norme, unitamente alle caratteristiche specifiche dello sport in oggetto, il circolo si è potuto mantenere quasi sempre in attività: perciò si sono avvicinate al tennis persone che praticavano discipline che in quel momento erano chiuse e alla riapertura di queste ultime hanno comunque continuato a cimentarsi con racchette e palline!

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A proposito di altre discipline e/o iniziative, i nostri, per la salvaguardia dei “fruitori” del club, hanno cercato di evitare assembramenti vari, rinunciando, per questo, pure laddove le linee guida del governo e della FIT lo consentivano, a delle fonti d’introito fondamentali per l’andamento del TC Stia: così, durante l’estate, al fine di ridurre i rischi di contagio, hanno deciso, a malincuore, di non fare i “Centri estivi”, perché i bambini presenti rimanevano al tennis tutti giorni dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 13.00 e per lo stesso motivo non è stato aperto il famoso “Bar d’i Tennis”; inoltre, visto che era in programma di investire con la collaborazione del Comune per ingrandire la struttura, è stato congelato il tutto. Sempre in ossequio ad una politica di tutela soprattutto nei confronti di bambini, soci e frequentatori, a marzo hanno deciso di chiudere il circolo un giorno prima del DPCM di lockdown totale e ad ottobre hanno chiuso l’attività di calcetto amatoriale una settimana prima che lo comunicasse il decreto.

Restando in tema di autunno, la stagione si è aperta senza limitazioni in più di quelle già esistenti. Tuttavia, dopo la citata chiusura del calcetto e il DPCM di novembre, la Toscana è stata collocata in “zona gialla”: questo prevedeva di far giocare al coperto gli atleti agonisti, all’aperto invece tutti gli altri; il tempo, fortunatamente, ha permesso di andare avanti in questo modo anche quando è subentrata la “zona arancione” mentre, con la “zona rossa”, i centri sportivi dovevano rimanere chiusi se non per gli atleti agonisti che avevano in previsione di giocare tornei imminenti di carattere nazionale. Per questo il circolo nostrano ha deciso, come Consiglio Direttivo, di dare continuità a quei pochi che avevano la possibilità e la necessità di allenarsi, anche se per il TC Stia sarebbe stato un costo.

Ora, tra paventati lockdown e passaggi di colore, il futuro è di ardua decifrazione, anche se, in caso di misure “morbide”, dovrebbe cambiare poco per la disciplina tennistica, dato che comunque al coperto possono giocare solo gli atleti agonisti e all’aperto, per ovvi motivi, si ricomincerà a giocare se tutto va bene a marzo. Con la speranza che in primavera il peggio della pandemia sia passato e che, con la collaborazione del Comune, prenda avvio un progetto, già menzionato e messo in cantiere, che prevede la copertura pressostatica del campo in terra rossa, la costruzione del nuovo bar e del terzo campo da tennis, in virtù di una richiesta molto numerosa. In attesa di ciò, i nostri tengono accesa una luce di divertimento, formazione e passione, una luce che brilla negli occhi e si tramuta in energia ed entusiasmo, una luce che si trasferisce metaforicamente in quella pallina, scagliata, con determinazione e vigore, oltre la rete… e oltre il virus.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 326 | Gennaio 2021)

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