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venerdì, 19 Aprile 2024

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Un parrucchiere in TV

di Matteo Bertelli – Andrea Ciapetti, un casentinese poco più che ventenne, fresco di accademia per parrucchieri e già nel mondo del lavoro, nonostante il suo bagaglio di esperienza sia – per forza di cose, mi permetto di aggiungere – piuttosto leggero. Per quanto possa sembrare la descrizione del tirocinante tipo che sta timidamente affacciandosi nel mondo del lavoro sperando di ritagliarsi il proprio spazio tagliando i capelli, non è assolutamente questo il caso. Questa storia è quella di un parrucchiere che, nonostante i pochi anni di pratica, è già apparso nelle case degli italiani. Sì, un casentinese che è entrato nei piccoli schermi, dalla Sicilia al Trentino, avendo partecipato al programma di Rai 2, “Detto Fatto”.
Non abbiamo trovato modo migliore per immortalare questa avventura sulle nostre pagine che quello di farci raccontare direttamente dal protagonista la storia e le emozioni legate ad essa, un’avventura che, probabilmente, conosceranno in molti, ma che merita, come minimo, di non essere dimenticata.
Andrea, ti abbiamo visto tutti attraverso lo schermo ma, di preciso, cosa sei andato a fare? «Fondamentalmente ho partecipato a una puntata di “Detto Fatto – Hair Design Academy”, in pratica una gara vera e propria dove si sfidavano vari parrucchieri d’Italia per decretare il migliore. Un vero contest che è iniziato a settembre ed è finito a fine novembre, un’opportunità per farsi conoscere e per ottenere visibilità, oltre che per conoscere persone con la mia stessa passione e che hanno fatto la mia stessa scelta di vita».
Senza volerti assolutamente sminuire, come hai fatto ad arrivare fino a lì? «Il programma si è appoggiato alle Accademie per parrucchieri per scegliere i concorrenti adatti, fidandosi dei giudizi degli insegnanti e degli esperti. Io sono stato raccomandato (nel senso buono del termine, n.d.r.) dall’Accademia Polverini di Firenze, presso la quale ho studiato. Subito dopo sono passato attraverso alcuni provini, che avevano lo scopo di scremare una seconda volta il numero dei partecipanti, e sono arrivato direttamente al programma, pronto per la sfida».
Cosa ti è stato chiesto di fare (sia nei provini che nel programma stesso)? «Mi è stata fatta una breve intervista per sapere chi fossi e il perché di questa mia passione, una breve presentazione, insomma. Ma devo essere stato decisamente incisivo, in quanto mi hanno chiamato subito per la fase successiva. A quel punto mi è stato chiesto di fare un colore dietro le quinte, senza limitazioni alla fantasia, semplicemente immaginando quale avrebbe reso meglio sulla mia modella. Nella diretta, invece, mi è stato chiesto di fare un taglio e l’asciugatura. Qui ho scelto una via sicuramente non semplice, uno shatush con tre tonalità diverse di viola, dal più chiaro al più scuro, e un taglio scalato».
Già essere arrivato lì è una bella soddisfazione, da quello che abbiamo capito. Cosa ti è rimasto dentro? «C’è da non dimenticare come siano solo due anni che faccio questo lavoro. Penso che, dopo così poco tempo, sia una soddisfazione doppia. A quest’età avere l’opportunità non solo di fare il lavoro che ami, ma di toglierti soddisfazioni come quella di mostrare il tuo lavoro a tutta l’Italia, in televisione, è qualcosa di impagabile.
Un’ambiente bellissimo, la magia della televisione, del palcoscenico e della macchina incredibile che muove tutto alla perfezione da dietro, professionisti e tanti altri bravissimi concorrenti che ho avuto modo di osservare, nel complesso un’esperienza decisamente bellissima che rifarei infinite volte».
Ma, alla fine, com’è andata? «Il risultato non è stato dei migliori. Sono stato eliminato nella sfida contro un bravissimo parrucchiere che, di sicuro, aveva un bagaglio d’esperienza decisamente diverso dal mio. L’avversario che ho sfidato era un veterano, con più di quarant’anni di esperienza nel mondo dell’Hair Styling, sicuramente più esperto di me nel tagliare e acconciare. Ma non è affatto un’esperienza da buttare, risultato compreso, mi sono difeso, ma alla fine è andata com’è andata, sono contento lo stesso dell’esperienza, anche considerando che non me la sarei mai aspettata».

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(tratto da CASENTINO2000 | n. 302 | Gennaio 2019)

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