di Lara Vannini – Ci sono ricerche costanti nella vita dell’uomo, domande che, nei secoli, hanno avuto più di una risposta mai totalmente esaustiva. Il rapporto tra corpo e psiche è da sempre tema di discussione tra le varie discipline che si interrogano su come l’uno influenzi l’altra, e soprattutto su come noi esseri umani interpretiamo la nostra presenza nel mondo.
Scienza, filosofia, storia e tradizioni, oggi molto è stato scoperto della relazione che ha l’uomo con la propria interiorità e il mondo eppure, abbiamo sempre bisogno di credere in qualcosa che va aldilà della razionalità, sembra quasi una necessità, un bisogno a cui nessuno prima o poi riesce a sfuggire. La ricerca dell’armonia ad esempio è da sempre oggetto di studio per l’uomo, il momento esatto in cui le forze di Bene e di Male sono in perfetto equilibrio, e noi ci troviamo in sintonia con la nostra interiorità e la Natura.
Spesso ci domandiamo quanto il passato possa influenzare il nostro stato di benessere e quanto è influente l’ambiente che ci circonda. A Raggiolo, Giuseppe e Renato Giovannuzzi, appassionati di storia, tradizioni, Natura e lavori manuali, da diverso tempo, hanno deciso di trasformare un bosco di loro proprietà in un luogo magico dove chiunque lo desideri, possa passeggiare immerso nella natura tra figure fantastiche e luoghi simbolo della vallata casentinese.
Il “Sentiero dell’Armonia”, come è stato chiamato il bosco di Giuseppe e Renato sarà ufficialmente inaugurato oggi 2 settembre 2023 alla presenza del Sindaco Emanuele Ceccherini, del vescovo di Arezzo, di alcuni rappresentati della Regione e di tutti i paesani ai quali è dedicato il parco naturalistico. Giuseppe infatti tiene a precisare che tutto il lavoro svolto per la realizzazione delle figure lignee presenti lungo il percorso e le storie che da esse derivano, sono prima di tutto per un omaggio alle proprie radici casentinesi, mantenere vivi i luoghi ricchi di storie e tradizioni, far si che la tanto preziosa memoria storica sopravviva nel tempo e anzi possa essere una base evergreen su cui innestare i progetti per il futuro.
Quali sono le nuove istallazioni presenti sul sentiero? «Devo fare una premessa: tutto il sentiero e le sculture lignee che si trovano luogo il percorso, sono riferimenti al nostro territorio ma anche a tradizioni di altre parti d’Italia e del mondo, perché non dobbiamo mai dimenticare che la nostra storia è legata indissolubilmente a quella degli altri. Se pensiamo che gli antichi romani hanno viaggiato in lungo e in largo, inglobando e ottimizzando scoperte di altri popoli, possiamo immaginare come nessuno di noi possa sentirsi isolato nel proprio territorio. In questo senso, una figura ricorrente lungo il percorso è lo gnomo. Questo personaggio fantastico, ha origini nord europee ma in alchimia fu il medico Paracelso che lo citò nei sui scritti della seconda metà del 1400 come spirito appartenente alla terra con poteri sovrannaturali. Lo stesso termine gnomo deriva dal greco “gnosis” che si traduce in conoscenza, quindi in effetti creature ad un livello di sapienza superiore al comune essere umano. Con il tempo gli gnomi sono diventati protagonisti del folklore e di tutte le storie che riguardano i boschi e i loro abitanti. Come è noto gli gnomi portano il classico cappello a punta e ogni colore corrisponde ad una fortuna specifica. Una delle novità del «Sentiero dell’Armonia» è rappresentata dal Presepe degli gnomi che si trova alla fine del sentiero in un’ampia area aperta. Accanto al Presepe è presente un albero le cui radici rappresentano le tre religioni rivelate mentre le palline sempre di legno rappresentano le bandiere di molti stati del mondo. Il Presepe degli gnomi che già di per sé racchiude profondi significati, è costituito da 33 figure lignee come gli anni di Cristo, gli gnomi stessi hanno altezze ed espressioni differenti. C’è lo gnomo “scettico” ad esempio, colui che è incuriosito ma non vuole credere a nulla, e lo gnomo che si gira dall’altra parte. Ci sono anche gnomi interessati e partecipi così come sono gli infiniti atteggiamenti che riguardano la nostra umanità».
Ci parli delle figure fantastiche lungo il percorso. «Una delle figure lignee più complesse che ho realizzato è stato il drago presente nelle raffigurazioni che hanno come protagonista l’Arcangelo Michele, il Santo Patrono di Raggiolo. Questa installazione lignea è alta ben 260cm per 16 quintali e lunga 11m. Il Drago di San Michele è una rappresentazione allegorica della vittoria del Bene sul Male ed è una scultura che anche artisticamente è stata apprezzata da più di un visitatore. Nel tempo ho realizzato anche la figura di San Michele che a fianco del drago spicca con le sue ali di color giallo ed è una delle figure più emblematiche della dura lotta contro le forze del male o se vogliamo contro i sentimenti più contrastanti presenti in noi stessi.
Due figure emblematiche della lotta fra il Bene e il Male sono il serpente tentatore del Paradiso terrestre e il gatto nero. Generalmente quest’ultimo viene associato a streghe e ritualità magiche, ma l’idea che il gatto nero porti sfortuna ha un’origine molto più concreta. Quando i Saraceni approdavano sulle coste italiche in attesa di depredarle, generalmente attraccavano le loro imbarcazioni la sera per entrare in azione il mattino seguente. Quando i pirati scendevano dalle navi generalmente erano presenti una gran quantità di topi che iniziavano a girare per i villaggi limitrofi in cerca di cibo. Nel momento in cui le persone iniziavano a vedere un gran numero di gatti che stazionavano verso il porto in cerca dei topi, significava che qualche nave di pirati saraceni era approdata pronta a saccheggiare l’intero villaggio».
Quali sono i luoghi simbolo lungo il percorso? «Oltre a godere del benessere che solo una passeggiata nel bosco può regalare, lungo il sentiero ci sono dei luoghi molto importanti dal punto di vista storico: la Palaia e il Castagno dell’Ospedale. Sono due aree legate ad eventi tragici ma oltremodo significativi. Nella zona detta “la Palaia”, tra l‘800 e il 1300 d.c., avvenne il cosiddetto “impalamento” dei condannati a morte. Il malcapitato veniva issato su un palo che lo perforava da parte a parte per una morte tragica e dolorosa. Anche l’area definita “Castagno dell’Ospedale” è un luogo fortemente evocativo ed è presente al termine del percorso dove si trova una piccola casina di legno che io stesso ho intagliato con numerosissime teste di personaggi fantastici. La zona “Castagno dell’Ospedale” intorno al 1320 d.c. fu adibita a lazzaretto per gli appestati del Casentino. Come è noto nel lazzaretto venivano portate le persone che avevano contratto la peste per non essere loro stesse veicolo di contagio. Un luogo si dice ancora “carico delle presenze spirituali” di chi purtroppo morì in condizioni tragiche».
Parliamo del Castagno. «Il Castagno è una pianta molto cara alle radici di noi Raggiolatti e l’etimologia del termine ha una storia molto curiosa. Si dice infatti che una Ninfa di Artemide chiamata Nea, una sera nel tentativo di scappare dalla violenza di Zeus che voleva approfittare di lei, si rifugiò nella rientranza di un albero cavo e visto che la fanciulla oltre ad essere bella era anche “casta”, la pianta prese il nome di Casta-Nea da cui poi il sostantivo Castagno. Dalla storia del lazzaretto, la leggenda della Ninfa di Artemide, ma anche dal ruolo che hanno avuto le castagne nell’alimentazione contadina, il Castagno è una pianta che simbolicamente rappresenta un concetto di protezione per l’essere umano. Come è noto Raggiolo è anche definito il “paese dei corsi” e questo legame storico con la Corsica deriva proprio dalla ripiantumazione dei Castagni.
Intorno al 1300 il conte Guido Novello dei conti Guidi, realizzò a Raggiolo un importante centro per la lavorazione del ferro e la produzione di armi. A causa di ciò avvenne un diboscamento selvaggio di intere foreste costituite da Quercia, Cerro e Carpano, che furono trasformate in carbone, necessario per la lavorazione metallurgica. Quando l’attività venne dismessa furono ripiantati dei castagni e deciso dall’allora potere politico di far arrivare dalla Corsica intere famiglie specializzate nella lavorazione dei castagni. Queste famiglie arrivarono dai villaggi vicino a Corte e fu offerto loro sia l’alloggio che 800 ettari di terreno da lavorare gratuito per 100 anni. Ancora oggi a Raggiolo esistono famiglie i cui avi provengono dalla Corsica ed è curioso sapere che la toponomastica dei luoghi di Raggiolo è la stessa di quella presente in Corsica nell’area intorno a Corte».
Il “Sentiero dell’Armonia” nel futuro… «Da quando io e mio fratello abbiamo iniziato a realizzare il “Sentiero dell’Armonia” con le sue sculture lignee e le varie aree boschive dedicate, le presenze dei visitatori sono via via aumentate fino ad arrivare a oltre 6.000 nel 2022. Questi numeri ci fanno molto piacere perché come ho già detto il Sentiero è prima di tutto un luogo di pace e benessere dove le persone vengono a passeggiare, sostare per qualche ora e immergersi nella bellezza della Natura e nelle storie fantastiche presenti lungo il percorso. Il Sentiero dell’Armonia si lega anche ad un libro da noi realizzato chiamato “Le vie del Bosco” un insieme di racconti e di itinerari che copre un’area di circa 4.000 ettari da Raggiolo alla Croce del Pratomagno, e fa rivivere la quotidianità del passato quando il bosco era l’ambiente più frequentato dai nostri predecessori».