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lunedì, 29 Aprile 2024

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Volontariato: criticità nei servizi essenziali

di Riccardo Buffetti – Nell’estate dello scorso anno il Presidente della Regione Toscana lanciò un appello: «la crisi economica mette a rischio il volontariato». Ad un anno e qualche mese di distanza, la situazione si fa sempre più critica e delicata: soluzioni all’orizzonte non ne sono arrivate e l’aumento dei costi – benzina, mezzi di servizio – dovuti all’inflazione e non solo, stanno mettendo sempre più a dura prova le Misericordie.

Ilenia Montagni, Governatrice della Misericordia di Subbiano, prova a tracciare un bilancio di questa situazione: «Le difficoltà non sono solo a Subbiano ma in questo momento il centro è tutta la Regione Toscana. Si parte dalla zona che conosciamo bene come la provincia di Arezzo nel Coordinamento delle Misericordie, ma le complicazioni comprendono anche l’Anpas e la Croce Rossa. Uno dei problemi riguarda sicuramente l’aggiornamento delle tariffe di rimborso per le Associazioni che risale al 2018 e si trattava allora di un aumento, dopo dieci anni di rimborsi fermi a circa 3.000 euro in un anno. Sono trascorsi cinque anni in cui è accaduto di tutto nel frattempo: Covid, guerra in Ucraina e aumento dei prezzi. Le Associazioni non riescono a coprire più le spese. Noi facciamo un servizio pubblico fondamentale – emergenza e servizio 118 – per conto della ASL e della Regione Toscana ad un prezzo molto inferiore rispetto a quello che dovrebbero sostenere se lo facessero loro direttamente. Il rimborso annuo che ci viene erogato si aggira intorno ai 93.000 euro più le uscite e un forfait a chiamata con il chilometraggio. Diciamo complessivamente 150.000 euro all’anno. A noi come Misericordia di Subbiano, utilizzando i volontari e i dipendenti, questo servizio costa sui 250/270.000 euro. Anno scorso abbiamo chiuso il bilancio a -80.000 euro. Quest’anno siamo riusciti, riorganizzando dipendenti e servizi e studiando tutta la parte fiscale, a chiudere in pari, ma non vediamo un orizzonte roseo se si continua di questo passo». 

Nei costi sono compresi anche i mezzi di servizio?  «La gestione dei mezzi è a carico dell’associazione: un’ambulanza nuova con attrezzatura costa circa 100.000 euro, senza la manutenzione. Pensate che la ASL ha deciso che un’ambulanza che fa emergenza deve essere cambiata se presenta due elementi: ogni 250.000 km oppure ogni cinque anni. Questo vuol dire, per esempio, che noi nel 2025 dovremmo cambiare un nostro mezzo: abbiamo un’ambulanza acquistata attraverso dei finanziamenti nel 2020 e dobbiamo già pensare ad acquistarne un’altra. Ciò significa che il prossimo anno dovremo trovare al posto di 100.000 euro almeno 250.000 mila euro. Lasciamo da parte i mezzi dei servizi sociali come i pulmini, che hanno visto incrementare il loro costo di un buon 20% negli ultimi anni. Questa è la nostra panoramica».

E i volontari? In generale si parla di una mancanza cronica, oppure c’è altro che non permette loro di avvicinarsi al mondo della Misericordia?  «In realtà questo problema non è dato da una mancanza delle persone nel fare volontariato, per fortuna; bensì da una sempre maggiore richiesta di professionalità, esperienza e responsabilità. Per esempio la formazione di un volontario che vuole salire in ambulanza è un percorso che prevede 200 ore più l’attività di tirocinio in ambulanza affiancato a persone più esperte che si articola all’incirca su un anno. Sono 12 mesi per entrare in ambulanza la prima volta, mentre se il volontario volesse diventare autista di emergenza si aggiungono altre 60 ore, che creano un ulteriore percorso. Le persone che hanno tutto questo tempo e questa voglia da dedicare sono sempre più difficili da trovare. Anche i formatori regionali sono volontari, dunque a volte è anche difficile organizzare il corso. Un altro aspetto sociale da non trascurare è l’età dei pensionati. Intorno agli anni ‘90, ovvero quando è stato istituito il servizio di emergenza con numero unico come lo conosciamo oggi, il pensionato aveva tra i 50 e i 55 anni; adesso, invece, ne ha tra i 65 e i 70. La Regione Toscana, anche giustamente in parte, ha messo il vincolo che gli over 65 non possono più guidare le ambulanze in emergenza, togliendo di fatto altre energie dai volontari nei servizi più caldi».

Dunque coprire i turni rischia di diventare complesso?  «Per coprire un servizio in questa situazione, quello dell’emergenza, è impossibile affidarsi solo ai volontari, che per definizione vengono giustamente quando hanno tempo libero dal lavoro. È quindi sempre più necessario ricorrere ai dipendenti. Ed è qui che le spese aumentano ulteriormente per l’associazione. Pensate che io sono volontaria al 100% e che al lavoro sono una dipendente: la cosa che trovo più difficile è la gestione dell’organico. Tra l’altro aggiungiamoci anche che è un lavoro, quello del soccorritore o dell’autista soccorritore, che richiede una grossa professionalità, ma che non rientra nelle professioni sanitarie, per cui anche lo stipendio è modesto e lo rende un lavoro poco appetibile anche per i giovani, seppur di passaggio, per un rapporto di orari/stipendio. In questo momento siamo in una fase di difficoltà anche nel trovare i dipendenti. Spesso, quindi, non riusciamo a coprire tutte le richieste e, nostro malgrado, dobbiamo dirottare le persone verso altre associazioni».

La Misericordia di Subbiano su che organico può contare?  «A Subbiano ci sono undici dipendenti mentre i volontari attivi sono circa un centinaio. Quelli che hanno attività di 118, invece, sono meno di dieci. In questi numeri notiamo la differenza che fa la normativa, anzi la non differenza: dipendente e volontario durante il servizio di emergenza sono figure che hanno la stessa responsabilità. Un’altra problematica che si è acutizzata negli anni è quella del Servizio Civile Universale, che negli anni è stata grande fonte di supporto per noi in quanto ci ha consentito di inserire in associazione delle persone giovani (18-30 anni). Ma negli ultimi tempi il bando è quasi sempre deserto: il rimborso è basso per le ore settimanali che i ragazzi vanno ad affrontare, per cui non lo trovano appetibile. E pensare che possiamo accogliere 6/8 ragazzi».

La popolazione aderisce alle tessere associative?  «Stiamo cercando di aumentare il tesseramento. In due paesi come Subbiano e Capolona che superano i 10.000 abitanti abbiamo complessivamente meno di 1.000 tessere. Calcoli alla mano, se ci fosse una tessera per famiglia, la tessera ha un costo di 15 euro l’anno, già sarebbe per noi un bel respiro e riusciremmo a coprire meglio una parte delle spese che, come abbiamo detto, sono tantissime. Tra l’altro per gli associati ci sono degli sconti sui trasporti e sui nostri servizi».

Avete adottato, recentemente, delle iniziative in merito?  «Ci siamo ritrovati con tutte le associazioni della Comunità lanciando un messaggio di supporto. C’è stata tanta collaborazione e massima disponibilità: vedono nella Misericordia la centralità di un servizio indispensabile. La riduzione delle ore di presenza dell’ambulanza rischia di dare un forte disagio alla popolazione. Da 110 anni siamo sul territorio, cercheremo di resistere fin quando sarà possibile, nell’attesa che possa arrivare una soluzione anche dalla Regione».

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