Nei giorni scorsi sono state approvate le nuove tariffe del servizio idrico aretino per gli anni 2014 e 2015. Per il 2014 è previsto un aumento del 5,2% e un ulteriore aumento del 6,5% è previsto dal primo gennaio 2015. In sostanza, rispetto alle tariffe finora applicate, nel giro dei prossimi 8 mesi avremo un aumento di circa il 12%. Solo i comuni di Arezzo, Capolona e Monte San Savino (con l’astensione del comune di Anghiari) si sono opposti a questo assurdo e ingiustificato ulteriore aumento. Tutti gli altri comuni della gestione Nuove Acque hanno votato a favore di questi aumenti o erano assenti, dimostrando con ciò di tutelare gli interessi non dei propri cittadini ma della multinazionale francese che gestisce il servizio idrico aretino.
Va ricordato peraltro che già prima di questi aumenti le tariffe del servizio idrico aretino erano le più care d’Italia.
Gli aumenti sono del tutto ingiustificati per più motivi:
1) Come è noto l’inflazione attuale è dello 0,6% e quindi è inverosimile che i costi di gestione possano aumentare di 10 volte tanto;
2) Gli investimenti nel servizio di Nuove Acque si stanno praticamente azzerando venendo fatte solo le manutenzioni; rispetto al programma approvato dall’Autorità Idrica Toscana il 17 ottobre 2013 risultano non fatti ben 10 milioni di euro di investimenti al 31 dicembre 2013 e nei prossimi anni si prevedono ulteriori riduzioni per altri 7 milioni di euro.
3) Viene confermato, in palese contrasto con la convezione di affidamento, il cambio del criterio del calcolo degli ammortamenti che avrà come conseguenza che alla fine della concessione (nel 2024) se i comuni vorranno riprendersi il servizio dovranno sborsare svariate decine di milioni di euro, contrariamente a quanto originariamente previsto.
A tutto questo si aggiunge l’approvazione del bilancio 2013 di Nuove Acque avvenuta il 30 aprile scorso. Ebbene, in spregio all’esito referendario che nel 2011 ha sancito che nella gestione del servizio idrico non vi possa essere ricompreso il profitto, il bilancio di Nuove Acque si è chiuso con la cifra record di poco meno di 4 milioni di euro di utile netto d’esercizio, pari all’ 8,5% del fatturato. A questo proposito risultano insufficienti e deboli le posizioni dei comuni che intenderebbero rinunciare alla loro quota di utile di esercizio per dedicarla ad un futuro abbassamento della tariffa; in realtà i comuni, che costituiscono la maggioranza di Nuove Acque (54%), avrebbero potuto e dovuto deliberare la cancellazione di tutti i 4 milioni di euro di utile e con ciò avrebbero potuto a loro volta cancellare ogni aumento tariffario.
Vista questa situazione, che ormai anno dopo anno diventa sempre più insostenibile, ai cittadini, lasciati soli dai propri rappresentanti politici, non rimane altro che ribellarsi e auto-organizzarsi. A questo proposito come Comitato Acqua Pubblica rilanciamo ancora una volta la campagna di obbedienza civile che consiste nel pagare le bollette dell’acqua riducendosi la quota illegittimamente pretesa da Nuove Acque (circa il 13,8% del totale della bolletta) e relativa al profitto che è stato abrogato nel 2011 nel referendum con il 96% dei voti favorevoli.
Comitato Acqua Pubblica Arezzo