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domenica, 4 Maggio 2025

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Acqua, nuovo anno con aumenti!

Come ogni inizio d’anno, puntuale come un orologio svizzero, dal 1° gennaio 2015 è scattato l’ennesimo aumento delle tariffe dell’acqua: il massimo possibile e cioè il 6,5%. L’aumento è elevatissimo e ingiustificato anche con riferimento all’inflazione, attualmente ferma allo 0,2%, e si va a sommare a quello degli anni precedenti praticamente sempre pari al massimo possibile.

Si pensi che nel 1999 quando la gestione era ancora comunale con un consumo di 200 mc. annui di acqua un utente pagava complessivamente circa 170 euro annui; tale cifra, rivalutata dell’inflazione dal 1999 al 2015, corrisponderebbe oggi a circa 232 euro. In realtà invece con le tariffe Nuove Acque lo stesso utente con lo stesso consumo di 200 mc di acqua si troverà a pagare nel 2015 una cifra pari a 563 euro con un incremento in termini reali di circa il 150% in più rispetto all’aumento medio del costo della vita.

Ma neppure questo astronomico aumento è sufficiente per le finanze di Nuove Acque.

Infatti è notizia di pochi giorni fa la richiesta di Nuove Acque nei confronti dell’Autorità Idrica Toscana che a sua volta girerà la richiesta all’autorità nazionale di applicare il prima possibile un ulteriore balzello nelle tariffe per complessivi 6,85 milioni di euro (circa 60 euro medie per utente). La ragione sarebbe costituita da una forte – e francamente poco spiegabile – diminuzione dei consumi che nel solo biennio 2013 e 2014 sarebbe pari a circa il 10%; ciò avrebbe determinato un minore introito a Nuove Acque e quindi messo in difficoltà le finanze della società che – ricordiamo – ad oggi deve ancora rimborsare circa 58 milioni di euro presi a prestito dalle banche.

Quindi dopo gli illegittimi balzelli del 2014 (deposito cauzionale e partite pregresse) non sufficientemente contrastati dai sindaci ma contestati da migliaia di utenti, nel 2015 si prospetta – salvo un altolà dell’autorità nazionale – un ulteriore aggravio nelle bollette degli utenti che – al pari degli altri – non avrebbe alcun requisito di conformità rispetto alle normative vigenti.

Infine è anch’essa notizia di pochi giorni fa la richiesta di Nuove Acque ai sindaci di recuperare circa 22 milioni di euro di anticipo di canoni di concessione – che sarebbero stati effettuati dal 1999 al 2011 – nelle tariffe del servizio idrico dei prossimi anni. La richiesta è provocatoria considerato che proprio dal 1999 al 2011 – come ha appurato lo stesso Ministero dell’Ambiente – Nuove Acque ha incassato decine e decine di milioni di euro in più del consentito non contemplando nella tariffa massima applicata le quote fisse di accesso al servizio.

In questo contesto appare francamente assurda la distribuzione degli utili di esercizio (nel 2014 sono stati distribuiti quelli del 2013 per un importo superiore ad un milione di euro) e la corresponsione di quasi 800 mila euro di inutili consulenze tecniche ai soci privati di Nuove Acque.

Se veramente la situazione finanziaria di Nuove Acque è critica allora i sindaci – invece di baloccarsi in inutili e tardivi provvedimenti buoni solo per tentare di apparire positivamente nei confronti dei cittadini – esercitino fino in fondo il loro ruolo di maggioranza nel capitale della società e contrastino lo strapotere del soggetto privato. Per esempio: cancellino ogni distribuzione di utili di esercizio, cancellino le inutili consulenze tecniche, valutino seriamente la natura dei costi di Nuove Acque, esigano il pieno rispetto della convenzione di affidamento e dei piani degli investimenti; in sostanza facciano il mestiere per il quale sono stati eletti.

Comitato Acqua Pubblica di Arezzo

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