Noi di ALBA abbiamo vissuto due giorni intensi di riflessione nell’assemblea nazionale il 17-18 novembre scorso, durante i quali abbiamo deciso di appoggiare la campagna “Cambiare si può. Noi ci siamo”.
Abbiamo deciso di impegnarci per sostenere la costruzione di un percorso che verifichi la possibilità per le prossime elezioni di una Lista di cittadinanza politica, radicalmente democratica, alternativa al governo Monti, alle politiche liberiste che lo caratterizzano e alle forze che lo sostengono. Non ci interessano percorsi identitari o semplici aggiunte di sigle all’offerta politica esistente – tanto inflazionata quanto omologata a un pensiero, anzi a un comando unico: ce lo chiede l’Europa, non ci sono alternative, conta solo lo spread. A noi interessa dare voce a un’Italia che sentiamo essere ampia, tutt’altro che minoritaria, forte di un desiderio di partecipazione e autorappresentanza, capace di competenze e passioni che già danno vita nella società a pratiche politiche radicalmente alternative a quelle del neoliberismo.
Non è tanto o solo un’alternativa “di sinistra” quella per la quale ci impegniamo: è qualcosa che può parlare a un mondo molto più vasto, alternativo a questa visione bancaria e contabile dell’Europa e dell’Italia, a una lettura della crisi che la usa come uno strumento di distruzione di lavoro, stato sociale, diritti. Un mondo la cui identità politica è legata alla sua soggettività, al suo vissuto e alle sue pratiche, più che alle appartenenze o alle tessere di un tempo. Una società non solo civile ma politica, radicalmente democratica nel momento in cui la democrazia e la Costituzione sono manipolate e devastate in nome delle esigenze dei mercati, per i quali sono pericolose, sono rivoluzionarie.
L’assemblea nazionale di Cambiare si può al Teatro Vittoria di sabato 1 dicembre, ha visto una foltissima partecipazione ed è stata animata da un’energia e anche una speranza (malgrado la consapevolezza delle difficoltà che ha attraversato tutti gli interventi) che non erano affatto scontate di questi tempi. La varietà e la qualità degli interventi e delle forze coinvolte ha dimostrato che l’obiettivo è politicamente praticabile, ma la sua effettiva realizzabilità non è per niente semplice e potrà essere verificata solo con le assemblee territoriali del 14-15-16 dicembre, poi con l’ulteriore assemblea nazionale che seguirà.
Noi proponiamo questi principi e questi criteri come contributo concreto su cui confrontarsi nel percorso:
• per noi si tratta di costruire non un nuovo soggetto politico ma una lista di cittadinanza e di società politica attiva, che come tale sia composta da singole persone, indipendentemente dalle tessere che possano avere oppure non avere, e che si fondi sulla parità di genere (alternando “a cerniera” donne e uomini) come cardine primario di democrazia. La costruzione di un soggetto politico richiede tempi e spazi, modalità diverse e complesse. Questo progetto si configura come una campagna di scopo con un obiettivo preciso: aprire un varco per la società attiva, dare una rappresentanza istituzionale a chi è senza rappresentanza;
• chiediamo ai soggetti collettivi (partiti, associazioni) di credere e stare attivamente in questo progetto ma facendo due passi indietro: il primo passo richiede che non si pongano come protagonisti della lista, ma che con le proprie identità dichiarino l’appoggio al progetto (come ha già deciso ALBA stessa), formando un comitato di sostegno sul modello dei referendum del 2011. Il secondo passo indietro comporta che le persone da candidare non abbiano avuto ruoli di direzione politica né di rappresentanza istituzionale nell’ultimo decennio – a livello di partiti nazionali, parlamento italiano ed europeo, regioni. Proponiamo che tutte e tutti si facciano coerenti rappresentanti di quel messaggio di coalizione democratica antiliberista e di cittadinanza nuova che solo può offrirsi come alternativa credibile al non voto;
• nella formazione delle liste si faccia attenzione a chi viene proposto ma anche, e soprattutto, a chi sceglie e come. Si dovrà individuare un metodo democratico di formazione delle candidature, con un equilibrio fra nomi di rilievo nazionale e persone capaci di essere espressione riconosciuta dei territori. Per questo occorrerà anche praticare un’altra virtù “rivoluzionaria” non sempre diffusa negli ambienti politici che abbiamo conosciuto, la fiducia reciproca: è necessaria un’assunzione di responsabilità da parte di un Comitato di garanzia autorevole e riconosciuto nazionalmente, e insieme l’intrecciarsi delle proposte con momenti di legittimazione diffusi e democratici, assolutamente lontani da vecchie logiche da intergruppi;
• il programma dovrebbe essere essenziale, partecipato e semplice nel linguaggio. Come ALBA abbiamo iniziato a contribuirvi con una proposta in 25 punti, e c’impegniamo nella promozione di momenti di democrazia partecipativa diffusa nei territori, per arricchire le proposte e soprattutto per individuare le priorità;
• il nostro massimo sforzo è diretto ad allargare sul fronte democratico le presenze e le realtà, coinvolgendo sui territori amministratori e liste civiche, dando corpo a quella trasversalità inclusiva di movimenti e volontariato, di culture e di esperienze diverse, che in questi anni ha rappresentato non solo la vera resistenza “costituente” al berlusconismo ma l’ossatura di una possibile alternativa all’agenda Monti.
Noi ci impegniamo a lavorare contro la sopravvivenza del vecchio sistema e per un reale cambiamento, ma non ci interessano altri affidamenti a leader carismatici o a padroni di marchi politico-commerciali. Ci interessa la liberazione della democrazia e la liberazione del voto.
ALBA – Comitato operativo nazionale