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venerdì, 29 Marzo 2024

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Alla scoperta di Petra

di Francesco Benucci – Ad ogni latitudine, o quasi, scoprire Petra vuol dire addentrarsi nel celebre sito archeologico mediorientale “celebrato”, tra gli altri, anche da Indiana Jones. Quel “quasi” trova, tuttavia, la sua giustificazione a Stia, e non solo, dove confrontarsi col nome suddetto significa invece intraprendere la conoscenza di Petra Milli, giovane promessa della pallavolo valligiana. Una missione certo più facile rispetto a quella che aspetta il personaggio interpretato da Harrison Ford, munito di frusta e angustiato dai nazisti. Per apprendere la storia della sportiva casentinese, non ancora maggiorenne, è sufficiente recarsi al palazzetto dove disputa le sue partite l’Arnopolis: qui, sotto rete, ad allenarsi o negli spogliatoi troveremo probabilmente la nostra Petra con i suoi riccioli, lo sguardo sbarazzino ed un mix di umiltà, convinzione e testa sulle spalle. La scintilla tra la giovane stiana e la pallavolo scocca a soli 6 anni quando, terminata un’esperienza nella danza, la scelta sulla prossima attività in cui cimentarsi segue un percorso abbastanza classico: la voglia di non separarsi da alcuni amici che optano per il volley ha la meglio su qualsiasi altro tipo di considerazione e così, quasi per caso, Petra si ritrova proiettata in quello che è destinato a diventare il suo mondo. Ma l’amore a prima vista, il sentirsi portata per uno sport che sembra essere fatto su misura per le sue qualità, è presto corroborato da altre circostanze: come quella che porta ad incrociarsi, dagli 11 anni, il percorso della giovane Milli e quello dell’allenatore Milo Ragazzini che le ha fornito le basi sia sportive che umane necessarie per affrontare qualsivoglia attività. O ancora come la passione per la pallavolo condivisa dalla madre e dal padre che ha ben volentieri messo in secondo piano l’adorato tifo calcistico dandole un appoggio incondizionato. Questo clima propizio nonché formativo ha portato la nostra ad un approccio sempre propositivo sia quando i compagni con cui aveva iniziato l’avventura hanno cambiato strada sia quando viene inclusa nel gruppo delle più grandi in ossequio alle sue potenzialità e per non dover fare “da chioccia”, ogni anno, alle nuove arrivate. Scelto lo sport “eletto”, la crescita è stata continua, dal minivolley all’under 18, fino all’esordio in Serie D, nella prima squadra dell’Arnopolis, avvenuto due anni fa e suggellato, nella stagione precedente ed in quella in corso, da una titolarità, nonostante lo status di new entry, sempre più solida. A fornirle uno spettro più ampio del circuito sportivo, a farle sperimentare vari livelli di gioco, hanno contribuito anche i due prestiti, allo Ius Arezzo e al Volley Arno Montevarchi, prestiti che, con un pizzico di dispiacere, non ha rinnovato questa stagione preferendo “germogliare” in seno alla società che le ha dato i natali. Proprio il sodalizio alto-casentinese le ha permesso di togliersi soddisfazioni indelebili come la prima convocazione nella rappresentativa provinciale con tanto di titolarità nonostante la giovane età o ancora, l’anno successivo, l’ulteriore selezione nella medesima squadra e la vittoria del team aretino sulle altre compagini toscane. Sempre in quella stagione, in virtù del prestito al Volley Arno Montevarchi, la nostra, passata la fase provinciale vincendo una finale al cardiopalma, è addirittura approdata alle nazionali, disputate a Vasto e conclusesi con un ottimo 4° posto. Ultimo ma non meno importante, nell’album dei ricordi figura anche l’avventura vissuta a giugno con la rappresentativa regionale, la disputa del torneo delle regioni in Trentino, l’affiatamento e la complicità createsi con allenatore e compagne appena conosciute, il raggiungimento di un inaspettato ed entusiasmante 4° posto. Certo, se Petra ha potuto collezionare queste esperienze di vita ed avere una visione a 360 gradi della pallavolo, il merito va spartito con tutti i mister che hanno dato il loro apporto (non ultimo l’attuale Giorgio Peruzzi con il suo sguardo volto al futuro della giovane atleta), con le sodali pallavoliste che l’hanno supportata in ogni frangente, con la famiglia, lieta di compiere qualche sacrificio ampiamente compensato dall’orgoglio per il percorso, sportivo ed umano, compiuto da Petra. E proprio Petra merita un plauso, per aver conciliato scuola e volley, per rinunciare consapevolmente ad una cena o ad un’uscita con gli amici privilegiando un’attività che comporta dedizione, affiatamento, divertimento, abnegazione, gioie, crescita. Un’attività che, nel futuro, la nostra vorrebbe trasmettere e portare avanti come una passione genuina, né ossessiva né totalizzante. Perché, per Petra, la pallavolo non è la vita, è un aspetto, bellissimo, di essa, di cui beneficiare nel presente senza rincorrere il futuro.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 290 | Gennaio 2018)

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