Che cos’è una centrale a biomassa? E’ un impianto di produzione di energia elettrica in cui come combustibile viene usata la biomassa. Le biomasse comprendono vari materiali di origine biologica, tra cui generalmente scarti dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’industria ( compreso la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani – vedi Direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009).
• legname da ardere
• residui agricoli e forestali
• scarti dell’industria agroalimentare
• reflui degli allevamenti
• rifiuti urbani
• specie vegetali coltivate per lo scopo
Si discute animatamente di impianti a biomassa. Ma cosa si nasconde dietro le parole? Il termine BIOMASSA evoca qualcosa di pulito, sostenibile e buono, e in linea di principio è vero, però non si sa che:
– l’incenerimento di biomassa è conveniente ‘’ per fare cassa’’ solo se gli impianti sono di grosse dimensioni e quindi sarà utilizzato per forza combustibile proveniente da lontano e non controllato dal punto di vista dei residui di coltivazione (pesticidi, anticrittogamici, medicinali e molecole tossiche).
Pertanto il problema dell’inquinamento, e dei danni alla salute che questo causa, diventa di cruciale importanza.Che gli impianti industriali per biomasse, in particolare quelli di grande dimensione , siano il più delle volte un trucco per “far digerire” un inceneritore, lo dimostra il semplice fatto della sovrastima della potenzialità delle biomasse disponibili “a filiera corta”, che dovrebbero avere un raggio massimo di 20 Km, ma che è stata poi ampliata a 70 Km.
Cio’ premesso:
Considerato che il territorio del nostro Comune e’ confinante con la sede dell’eventuale insediamento dell’impianto a biomassa di cui si parla da tempo ;
Considerato altresì che a causa dell’approvvigionamento della materia prima si appesantirebbe il già precario sistema viario dell’area delle Pescine che attualmente è di tipo rurale e brecciato , con non poche ricadute sull’inquinamento atmosferico dovuto ai fumi degli autocarri adibiti al trasporto delle biomasse;
Preso atto che la vigente normativa prevede, ai fini della localizzazione degli impianti del tipo di quello di cui si parla , la partecipazione alla conferenza dei servizi anche dei Comuni limitrofi;
Preso atto inoltre che la giurisprudenza di recente ha ribadito che soggetti interessati alla localizzazione sono non solo gli appartenenti al comune di ubicazione, ma anche i cittadini dei comuni limitrofi con la conseguenza che va riconosciuta la qualità di soggetto interessato anche al comune limitrofo (Consiglio di Stato sez. V 16/9/11 n. 5193);
Considerato che l’eventuale costruzione dell’impianto potrebbe comportare un impatto ambientale ben oltre i confini del territorio comunale di riferimento e che per ridurne l’impatto sarebbe necessario e auspicabile che le centrali fossero di piccole dimensioni, ubicate il più vicino possibile alle biomasse locali da‘’filiera corta’’, in Casentino principalmente la filiera del legno;
Considerata la posizione geografica della zona delle Pescine inserita in un contesto paesaggistico di grande rilevanza naturalistica da sottoporre ad adeguata tutela e da anni soggetta ad interventi di bonifica, ancora in corso, in funzione dell’utilizzo fattone nel tempo come discarica e come sede d’incenerimento dei rifiuti urbani del Casentino;
Ritenuto che sussistano rischi per la salute dei cittadini residenti, di deturpamento paesaggistico del territorio interessato , di rilevanti danni alle attività lavorative sia agricole che turistico ricettive operanti in quella parte di Casentino;
Il Consiglio Comunale di Poppi;
nell’esprimere netta contrarietà alla ‘’eventuale’’ costruzione di una centrale a biomassa di grosse dimensioni nella zona interessata come in altre zone del Casentino richiede di sottoporre l’intera area delle Pescine (ex discarica e inceneritore) alla verifica della commissione paritetica di cui alla legge regionale nr. 1 del 2005 a garanzia del rispetto e della tutela dei cittadini e di quel territorio e pertanto invita il Sindaco a trasmettere tale decisione al Comune di Bibbiena, all’Unione dei Comuni Montani del Casentino, alla Provincia di Arezzo, alla Regione Toscana e se del caso al Ministero dell’Ambiente, tenendo nel contempo informato il Consiglio Comunale e tutta la cittadinanza in particolare quella di Memmenano dell’evolversi della situazione.