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lunedì, 29 Aprile 2024

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Donare, un aiuto concreto

di Gabriele Versari – «Tutte le persone sane in età compresa tra i 18 e i 60 anni e che pesano più di 50 chili possono donare sangue intero o plasma. Pertanto, sono caldamente invitati a presentarsi presso il nostro Centro!». Questo il pressante invito pronunciato dalla Dott.ssa Silvia Sereni, responsabile del Centro Trasfusionale del Casentino presso l’Ospedale di Bibbiena, espresso con l’intento di sottolineare l’importanza delle donazioni sia di sangue che di plasma, fondamentali per la medicina trasfusionale e per la salute di moltissimi pazienti.

Anche il Dott. Pietro Pantone, direttore del Centro, si è messo a disposizione per esporre le principali tematiche che riguardano le donazioni, l’affluenza degli utenti e altre attività. «Tutti gli abitanti della valle casentinese fanno riferimento al Centro di Bibbiena, nessun comune escluso. Con il Centro Trasfusionale collaborano le varie associazioni di volontariato presenti sul territorio (Avis, Fratres, Croce Rossa). Tali associazioni prendono in carico tutte le operazioni che riguardano i donatori, comprese le prenotazioni degli appuntamenti. Talvolta, se si tratta di donatori abituali, sono le stesse associazioni di volontariato a contattare l’utente, ricordando il tempo trascorso dall’ultima donazione. Una volta validata la propria prenotazione, il giorno stabilito ci si deve recare presso il Centro. Qui ha luogo un controllo generico effettuato dal medico presente in struttura, il quale si accerta che il donatore sia idoneo al prelievo sanguigno. Se si tratta di un primo donatore, si effettua un ulteriore controllo atto a scovare l’eventuale presenza di patologie quali epatite B, epatite C, sifilide, virus dell’HIV. Di fatto, tali procedure sono fondamentali per portare a termine una prima scrematura di utenti idonei alla donazione e per certificare l’assenza di particolari malattie nel sangue, rendendo l’operazione completamente sicura».

Per ciò che concerne l’affluenza il Dott. Pantone aggiunge. «Negli ultimi anni il nostro Centro ha avuto un’ottima risposta in termini di domande di donazione. Si tratta di circa 3500/3700 donazioni all’anno tra sangue intero e plasma. Un dato ulteriormente positivo riguarda le donazioni di plasma, le quali hanno avuto un leggero incremento nel 2023, con un’inversione di tendenza rispetto agli anni passati, che avevano invece visto una constante diminuzione della raccolta. Tengo a sottolineare questo aspetto in quanto dal plasma dipende la produzione di una vastissima gamma di farmaci, detti appunto “plasma” o “emoderivati”, tra i quali le immunoglobuline, utili alla prevenzione del tetano, iniettate ad esempio quando un paziente si reca in ospedale dopo un infortunio, e l’albumina, indispensabile alla cura di pazienti emofilici e cirrotici. Spesso si tende a non considerare l’importanza del plasma vista la scarsa conoscenza in materia di farmaci derivanti dallo stesso. L’incremento delle donazioni è stato possibile anche grazie al grosso investimento introdotto dall’azienda USL, la quale ha aumentato i propri orari di operatività e accettazione dei donatori».

Sulle campagne di promozione per le donazioni, invece, si deve mettere in evidenzia la necessità di un impegno continuo e costante. «Nonostante lo sforzo dell’azienda USL, l’incremento delle donazioni non è stato quello sperato. L’ennesimo segnale che senza una promozione pubblicitaria efficiente e un monito costante le persone non sono portate a recarsi presso i centri di raccolta di loro spontanea volontà. Occorre, dunque, evidenziare ancora una volta l’importanza della promozione. Le associazioni di volontariato, durante le operazioni di reclutamento dei donatori, cercano di sponsorizzare il più possibile la campagna di donazione, ma occorre rinforzare ulteriormente la comunicazione anche per cambiare la concezione culturale che si ha del ruolo di donatore. Lo si può fare iniziando a diffondere contenuti anche tramite i media digitali, i quali si rivolgono mediamente ad un pubblico più giovane e quindi oltremodo efficaci nella pubblicizzazione della materia trasfusionale».

Tornando poi a parlare più strettamente del Centro, il Dott. Pantone sottolinea la necessità di riuscire a raggiungere un numero sempre maggiore di donatori. «Abbiamo bisogno di sangue appartenente a tutti i gruppi sanguigni visto il numero di riceventi; dunque, tutte le categorie di donatori sono ben accette. Non facciamo distinzioni, anche se comunque è presente un “meteo regionale” che ci fornisce indicazioni sulla mancanza o meno di sangue per gruppo sanguigno. In base ai dati cerchiamo quindi di indirizzare le donazioni verso questo o quell’altro gruppo. Per quanto concerne la situazione pandemica da poco superata c’è da dire che, se in un primo momento essa ha influito poco sull’operatività del Centro, in quanto durante quel periodo ricevevano sangue esclusivamente i malati cronici, con la riattivazione completa delle trasfusioni ci sono state numerose difficoltà, soprattutto nel trasferimento di sangue verso le sale operatorie. Quest’anno c’è stato, per fortuna, un recupero completo delle attività di donazione. Il Centro Casentino, ad oggi, è uno dei più prolifici, essendo fornitore dei centri limitrofi che ne hanno carenza, come Careggi e Pisa».

È poi la Dott.ssa Sereni che approfondisce l’analisi sull’affluenza. «Nell’anno 2022 sono state raccolte 2728 unità di sangue intero e 522 unità di plasma (un’unità di sangue intero corrisponde a circa 450 ml di liquido, mentre quella di plasma può avere un volume che varia dai 600 ai 730 ml). Per quanto riguarda quest’anno, sono state raccolte 2343 unità di sangue intero e 500 unità di plasmaferesi (fino al 31 ottobre). Inoltre, dal mese di luglio abbiamo deciso di potenziare le nostre pratiche trasfusionali attraverso l’introduzione della “donazione multicomponent” o «eritroplasmaferesi», in cui si raccoglie contemporaneamente sia un’unità di sangue intero che una di plasma. L’ammontare della raccolta di questa tipologia di donazioni è pari a tredici unità. Da questi dati è possibile evincere abbastanza intuitivamente come le donazioni nel 2023 si siano incrementate rispetto all’anno precedente, soprattutto quelle di plasma, come ha sottolineato il Dottor Pantone. Questo successo è dovuto all’impegno che la Regione Toscana, in accordo con la nostra azienda, ha messo nell’attuazione di progetti per l’autosufficienza di sangue e plasma. Tale misura è atta a contrastare la carenza dei globuli rossi tipica del periodo estivo e del plasma in maniera più generale. Il progetto, come già anticipato del Dottor Pantone, ci ha portato ad allungare le sedute di raccolta di un giorno alla settimana e una domenica mattina al mese».

La Dott.ssa Sereni espone poi altre informazioni relative alle altre attività di cui si occupa il Centro. «Oltre alla gestione dei donatori e delle donazioni, ci occupiamo anche di medicina trasfusionale, cioè dei pazienti che ricevono il sangue e le piastrine, i quali possono presentare malattie ematologiche e oncologiche. Inoltre, ci occupiamo anche di pazienti anemici, quindi carenti di ferro, per i quali interveniamo con la terapia marziale endovenosa, cioè con iniezioni di ferro in endovena. Ad occuparsi di questi trattamenti sono tre infermiere, un tecnico di laboratorio e un medico, cioè la sottoscritta. Anche l’operato delle associazioni è di fondamentale importanza, poiché esse danno una grossa mano attraverso l’utilizzo della piattaforma online denominata “AgenDona”, utile alle prenotazioni. È doveroso anche dare un’idea del “percorso” che il sangue intero e il plasma fanno una volta raccolti. Questi, infatti, vengono inviati all’Ospedale San Donato di Arezzo, dove si procede alla centrifugazione e alla separazione dei componenti del sangue intero (globuli rossi, plasma e piastrine) e al congelamento del plasma, che deve essere completato entro sei ore dal prelievo per mantenere intatti tutti i fattori della coagulazione.

Come medico responsabile mi occupo sia della visita iniziale dedicata ai candidati neo-donatori sia di quelle successive, fatte di volta in volta ad ogni nuova donazione. Nella prima visita la procedura prevede la compilazione di un questionario da parte del candidato. Tale strumento è atto a comprendere lo stile di vita dell’individuo. Successivamente è prevista una visita medica generale, con misurazione della pressione, valutazione del polso arterioso, prelievo utile alla tipizzazione del gruppo sanguigno ed esami infettivologici di legge, atti alla verifica delle malattie citate dal Dottor Pantone e, se non l’ha fatto recentemente, un elettrocardiogramma. Durante questa prima visita viene anche effettuato un esame emocromo, per valutare l’eventuale presenza di anemia o altre patologie del sangue e quindi escludere il candidato come possibile donatore. In sintesi, la prima visita consiste in un’anamnesi generale della persona, che inizia dall’infanzia e fa riferimento alla famiglia di appartenenza. Le visite successive sono invece volte all’anamnesi del periodo trascorso dall’ultima donazione, dunque un aggiornamento sugli ultimi mesi».

Per concludere, insieme al Dottor Pantone e alla Dott.ssa Sereni, si intende ricordare il valore della promozione, soprattutto attraverso i nuovi media. Si vede troppo poco engagement e si sente troppo poco parlare di donazioni e di medicina trasfusionale; pertanto, occorre muovere gli sforzi e le risorse di istituzioni e associazioni al fine di porre i riflettori, la visibilità e i trend su di un tema così rilevante e da cui deriva un’imprescindibile importanza.

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