di Antonella Oddone – Se io vi chiedessi quale è l’azione più importante per sviluppare le capacità cognitive del vostro bambino, per migliorare il rendimento scolastico e addirittura azzerare le differenze sociali nell’arco di una generazione, cosa rispondereste?
Questo strabiliante intervento a costo zero è un semplice atto d’amore: prendere in braccio il proprio bambino e leggere o raccontare una storia adeguata all’età, leggergli un libro prima che inizi a parlare. L’intento naturalmente non è insegnargli a leggere, ma divertirsi insieme! Abbiamo visto come siano importanti fin dal primo giorno la parola, la voce tenera dei genitori, le ninna nanne, le canzoncine, il descrivere le azioni della vita quotidiana, ma arrivati intorno al sesto mese, quando il bambino sta seduto bene in braccio alla mamma e al babbo e la capacità di manipolazione è matura, è arrivato il momento di proporre il primo librino. Sarà un libro piccolino e con le pagine cartonate (più resistenti) con le immagini vivaci di altri bambini che sorridono, ridono, piangono, si annoiano, esprimono meraviglia o anche rabbia.
Sappiamo infatti che il bambino è programmato per essere attratto dal volto umano, narrare una storia sul bambino raffigurato nel libro, che piange e si arrabbia o spalanca gli occhioni alla vista di chissà quale meraviglia, è anche l’occasione per parlare di emozioni, la famosa educazione emotiva. Inizialmente l’attenzione sarà breve, il libro verrà osservato, mangiato e anche lanciato via, ma vedrete che con il passare del tempo sarà il bambino stesso a portarvi il suo libro preferito da leggere e rileggere!
Niente di nuovo, ma oggi quello che tutti noi abbiamo sempre fatto in modo istintivo ha delle solide basi scientifiche, non a caso la lettura condivisa è inserita tra le azioni fondamentali della campagna “genitori più” promossa da Ministero della Salute, UNICEF, ACP, ed è raccomandata dall’OMS come un potente fattore di equità, capace di sviluppare appieno le potenzialità cognitive di ogni bambino. È profondamente ingiusto che nascere nella parte sbagliata del pianeta impedisca lo sviluppo del proprio potenziale intellettivo. Ma quale miracolo si compie quando leggiamo un libro al nostro bambino? Perché è così importante per lo sviluppo del cervello?
Per prima cosa la parola, l’attenzione condivisa e, appunto, il divertirsi insieme rafforzano la relazione di attaccamento, e abbiamo visto come i rapporti di attaccamento abbiano influenza diretta sulla maturazione delle attività cerebrali che mediano i processi mentali e contribuiscono alla costruzione della base sicura su cui si sviluppa la nostra mente: la voce della mamma attiva il cervello del neonato!
Secondo motivo usare l’oggetto libro sviluppa le pre-abilità per leggere e scrivere e la familiarità con la scrittura: noi NON siamo nati per leggere, i nostri circuiti neuronali sono abilitati al riconoscimento delle immagini e devono riciclarsi per riconoscere simboli come quelli dell’alfabeto e collegarli ai suoni associati. Non è un lavoro da nulla: la mia generazione passava quasi un anno a riempire pagine e pagine di aste dritte e inclinate e a inventare e ricopiare le famose “grechine” prima di dedicarsi finalmente alle lettere dell’alfabeto e imparare le convenzioni della scrittura. Non solo, se un bambino non è mai stato esposto ad attività letterarie la fatica necessaria per impadronirsi del significato di un testo ne impedirà il coinvolgimento emotivo e l’ansia associata alla decifrazione renderà difficile la comprensione. La sfiducia verso la lettura impedirà l’apprendimento anche in altre aree di studio.
Terzo motivo. I bambini che sono stati abituati al racconto e alla lettura condivisa affronteranno la scuola con interesse ed entusiasmo perché avremo trasmesso loro la passione per la lettura (che notoriamente non si apprende a scuola). L’interesse per la lettura non è un fenomeno naturale ma è evocato dal piacere della condivisione del libro con il genitore e si correla con la frequenza della lettura in famiglia. Come dice la scrittrice Rita Merletti “Nulla come il piacere porta al desiderio e questa è la molla che fa scattare ogni tipo di apprendimento”.
DOTT.SSA ANTONELLA ODDONE Medico pediatra
(Rubrica ESSERE L’Equilibrio tra Benessere, Salute e Società)