Non avevo nessuna voglia di uscire ieri sera per andare all’incontro promozionale organizzato dalla Giunta di Pratovecchio Stia in cui sarebbero stati presentati i progetti finanziati e promossi dal Comune. La pioggia e l’umido non spingevano a fare questa faticaccia… ma alla fine è stato utile fare questo sacrificio. Tra i marciapiedi, le aree di pesca nei fiumi e la videosorveglianza abbiamo forse finalmente capito perché dalle nostre parti si fanno interventi e realizzazioni che, a primo impatto (e qualche volta anche al secondo), possono suscitare perplessità. Lo ha spiegato l’assessore regionale Ceccarelli, ospite d’onore della serata insieme con il deputato del PD Donati, in cerca di conferma alle prossime elezioni.
L’uomo di Castel San Niccolò ha voluto ribadire quanto per lui sia importante “fare”, anche se questo, poi, può provocare discussioni e commenti… e qui, e lo ringraziamo per averci sempre nel cuore, ha voluto fare deliziosi e raffinati riferimenti a quello che, spesso, ci scappa di dire, scrivere e sottolineare proprio su quanto viene realizzato. A dire il vero però c’è anche stato un benevolo rimprovero perché, con tutto il nostro criticare e scherzare sul nuovo collegamento Stia-Firenze, non lo abbiamo mica detto che quel treno viene utilizzato ogni giorno da più di 500 persone!
Giustissimo, quando una cosa è vera la dobbiamo trattare come tale. Allora rimediamo subito.
Ogni mattina, alle 6.57 da Stia, parte un treno che è quasi alla capienza massima di 290 posti (che poi sono gli studenti che dal Casentino vanno alle superiori nel capoluogo come già facevano anche prima) e poi, arrivato ad Arezzo, ci sono altre 290 persone che da qui raggiungono Firenze (e questi sono i pendolari che già prima da Arezzo, Montevarchi, San Giovanni e Figline raggiungevano Firenze). A questo punto, se facciamo un conto complessivo, sono circa una decina le persone che coprono l’intero tragitto del treno, parole di Ceccarelli.
Bene, colmata la mancanza, dobbiamo ritornare, purtroppo, sul “fare” che attiva anche il sindaco Caleri il quale, ipotizzando i finanziamenti richiesti e che potrebbero arrivare nel corrente anno, insiste nel riproporre ad ogni incontro il progetto delle Officine Capodarno, ormai diventato un argomento da spendere in ogni occasione, come la Flat Tax di Berlusconi o il rilancio dell’occupazione grazie al Jobs act di Renzi.
Un mantra che all’inizio può anche sorprendere, ma poi, una volta ascoltato all’infinito, mostra quanto tanto ci sia di fumo e quanto poco di arrosto in tutta la questione.
Oltre a questo sembra che si continui ad andare dritti anche sulla nuova scuola materna (1.700.000 Euro in un Comune dove, già i nati nel 2017, riusciranno tra tre anni a formare solo una classe nella scuola per l’infanzia) e sulla ciclopista sull’Arno, la soluzione di tutti i problemi, che con il suo tracciato andrà pesantemente ad ingombrare l’unica strada che collega Pratovecchio con Stia.
Insomma sembra davvero che non ci siano alternative, quando gli “uomini del fare” si mettono in testa qualcosa nessuno riesce ad ottenere un ripensamento, un ritocco, un aggiustamento in corso d’opera o, almeno, un accenno postumo di autocritica… si tira dritti… e si fa!
Poi, si va avanti, pensando a cosa altro sarebbe possibile fare, senza ascoltare una mezza parola di quello che, i presunti beneficiari del “fare”, potrebbero intanto avere da dire.
Uscire in una serata d’inverno a prendere pioggia e umido per fare questa bella scoperta… ma ne valeva davvero la pena?
Il Badalischio