di Mauro Meschini – «I miei figli adesso vogliono dormire sempre nel lettone, questo non accadeva fino a pochi mesi fa…». Queste le parole che abbiamo raccolto a conclusione della nostra chiacchierata con una abitante del Comune di Castel San Niccolò, parole che raccontano il momento complicato che si vive nella vallata dopo che, negli ultimi mesi, questa sembra sia stata eletta a meta preferita per i ladri.
Un po’ in tutti i comuni si sono verificati furti questa volta abbiamo voluto spostare l’attenzione su una storia ambientata in uno dei comuni dell’alto Casentino. «Il mio contesto di vita è ancora più ristretto rispetto a Strada in Casentino, perché io abito a Borgo alla Collina. Una frazione presa di mira perché ormai da un po’ di tempo ogni fine settimana si verifica un tentativo di furto o un furto almeno in un paio di abitazioni. Le tipologie delle case possono favorire questo visto che si tratta di edifici isolati con accesso ai campi per cui è facile anche avvicinarsi e allontanarsi. Per quanto mi riguarda il furto in casa mia è avvenuto a settembre, un sabato sera. Io abito in una villetta bifamiliare e la casa più vicina, un’altra villetta, è distante qualche decina di metri, ma sotto la strada. Quella sera eravamo ad una festa di compleanno per cui siamo usciti dopo le 19 e rientrati prima delle 23, tornando abbiamo trovato la casa completamente rivoltata, non c’era un angolo che era stato risparmiato. Armadi aperti, oggetti sparsi per la casa, cassetti rovesciati… hanno avuto il tempo per guardare ogni singola scatola o contenitore. Il bottino non è stato da noi poi molto ricco, solo una scatola dove c’erano i risparmi di mio figlio, gioielli o altri preziosi non li abbiamo. Miglior risultato lo hanno ottenuto nella casa vicino alla mia, dove sono entrati la stessa sera così anche come nell’altra casa sotto la strada».
Sempre nella stessa sera? «Si, trovando per loro fortunata coincidenza 4 appartamenti vuoti nello stesso momento… e in tutti gli appartamenti hanno fatto la stessa identica cosa rovistando ovunque. In uno di questi con la mola hanno anche segato la cassaforte, in un altro hanno aperto una porta blindata, riuscendo a trovare oggetti e preziosi di maggiore valore».
E non si è riusciti a capire da quale appartamento abbiano iniziato? «Probabilmente hanno iniziato da uno degli altri appartamenti a cui hanno scardinato completamente dal muro una porta finestra, perché i calcinacci li abbiamo poi ritrovati anche in casa nostra. Quindi si presume che il passaggio sia stato prima dagli altri e poi da noi».
Lì è stata scardinata una porta finestra e per entrare da voi? «Da noi è stato facile perché anche se abbiamo la porta blindata non avevamo chiuso con le mandate, quindi è stata forzata con qualcosa e aperta. Né noi né gli altri abbiamo un impianto di allarme, e forse anche questo non ci ha aiutato…».
Questo è successo ad inizio autunno, ma fino ad allora c’erano stati altri episodi simili in questa zona? «Si, a Borgo alla Collina ci sono stati negli anni alcuni furti, ma non con una cadenza così regolare come negli ultimi mesi. Il venerdì e il sabato sono diventati giorni di panico e tutti pensiamo: “a chi faranno la festa stasera”. È stata anche creata una chat, con l’ausilio dei carabinieri, in cui si possono fare segnalazioni in caso di sospetti su qualcosa o qualcuno, e ogni fine settimana c’è chi avverte di aver subito un furto o un tentativo di furto. E questa cosa si ripete ormai da tempo quasi ogni fine settimana…»
Qualcuno ha visto in qualche occasione movimenti strani o persone sospette? «Per quanto ci riguarda, con il senno di poi, forse qualcosa di strano lo avevamo visto, perché ricordo dei signori che facevano fotografie subito sopra casa nostra e successivamente un pittore impegnato a dipingere. Dopo il furto non ci sono più stati o meglio il fotografo è tornato e proprio nello stesso giorno in cui è stato visto c’è stato un tentativo di furto. Il fatto è che queste persone non si trovavano in un punto particolarmente panoramico tale da giustificare le fotografie o il disegno, per cui viene da pensare che fossero lì a osservare i movimenti di chi abita nelle case. In fondo quella sera sono entrati in appartamenti che avevano tutti delle auto parcheggiate davanti, in quanto tutti ne abbiamo due, ma in casa proprio in quel momento non c’era nessuno. Viene da pensare che sapessero benissimo quante persone abitavano in queste case e che in quel momento non c’era nessuno. Poi noi, sempre con il senno di poi, abbiamo avuto anche la sensazione di essere stati seguiti, c’era infatti una macchina che per strada ci stava tallonando tanto che mio marito ha anche rallentato per farsi superare, ma l’auto non lo ha fatto è ha tirato dritto solo quando abbiamo parcheggiato perché giunti a destinazione. Potevano essere anche dei complici che verificavano che fossimo effettivamente lontano da casa e per un tempo non breve».
In questo caso si tratterebbe davvero di un gruppo numeroso e ben organizzato… «Si, perché quattro appartamenti completamente messi a soqquadro in 3 ore fa pensare a un gruppo non di poche persone…».
Prima parlava di questa chat creata anche in collaborazione con i carabinieri. Sembra un tipo di iniziativa preso anche in altre realtà. Ma deve essere usata bene… «Il problema è che viene data l’incombenza a noi cittadini di diventare detective o di fare la caccia al ladro. Questo, secondo me, ha creato molto disordine, molto allarmismo. Perché capita che qualsiasi macchina, qualsiasi persona fuori dal paese è segnalata. Parliamo di una piccola realtà come Borgo alla Collina. Già a Bibbiena, già a Strada, già a Poppi sarebbe diverso, da noi che facciamo segnaliamo ogni persona o macchina non conosciuta…. Non so…. Ma sono sfiduciata rispetto a questo».
Altre contromisure sono state prese dopo questa serie continua di episodi? «Si, ora qualche volante che gira con il lampeggiante acceso si vede la sera, ma non restituisce tutta la tranquillità. Episodi come questi purtroppo tolgono la serenità e anche quando vai a fare una denuncia ti senti dire che non ci sono mezzi e che quelli a disposizione sono poco efficaci… forse è anche un problema di leggi che non mette loro in condizione di agire in un determinato modo, forse c’è poco personale… non lo so. Certo la volontà c’è, sono state fatte tante riunioni con le singole comunità sia a Strada in Casentino che a Borgo alla Collina però la percezione è che sia un problema di difficile soluzione».
Trovare però il modo, soprattutto in una comunità piccola, di creare una rete di aiuto potrebbe essere utile, ma certo senza che questo diventi un peso… «Io lo percepisco come un peso, anche perché non è facile far collaborare insieme le persone. Comunque noi avevamo anche suggerito di installare delle videocamere…».
Adesso non sono presenti? «No, ci sono soltanto nella zona dove sono posizionati i cassonetti a Strada in Casentino. Le telecamere potrebbero dare un minimo aiuto, ma c’è il problema che le registrazioni dovrebbero essere viste nell’arco di 24/48 ore perché poi vengono cancellate e per la visione comunque deve essere fatta specifica richiesta. Comunque poi l’investimento sarebbe abbastanza alto, perché ci vorrebbero le telecamere ad ogni punto di uscita del paese… per quanto ci riguarda, i sospetti sulle persone che fotografavano risalivano ad una settimana prima, in quel caso le immagini non sarebbero più state a disposizione… Per adesso a livello di cittadini ognuno fa qualcosa per proteggere la propria abitazione con impianti di allarme o quello che ritiene più opportuno, però si vive in questo modo … l’ultimo caso si è verificato un paio di fine settimana fa quando avevano visto un gruppo di 4 o 5 giovani con il cappuccio camminare nella zona vicina ai capannoni commerciali nella zona dell’Arno, poi è stata vista uscire dalla nuova ciclabile che hanno realizzato una macchina a forte velocità poco tempo dopo che si era verificato un furto. Sembra addirittura che abbiano anche suonato ad una casa, per verificare se era vuota, ma in quel caso erano presenti i proprietari e allora se ne sono andati raccontando che stavano cercando un cane…».
Sono comunque persone che conoscono la zona… «Non si sa se sono più o meno di qui. Un indizio che a noi ha fatto pensare di attribuire la responsabilità a un gruppo di rom o zingari è stato il fatto che in un paio di casi hanno rubato, ma hanno lasciato le fedi e le perle, che sembra non vengano prese perché portano sfortuna … comunque non sempre tutte le perle sono state lasciate e quindi non si sa quanto possa essere un indizio valido…».
E tutto si ripete quindi ormai da tempo… «Praticamente si, con la notte di Capodanno in cui ci sono stati tanti episodi e si è raggiunto il massimo… Tutto continua e sembra davvero che i responsabili non si preoccupino assolutamente di questo sistema di sorveglianza».
(tratto da CASENTINO2000 | n. 304 | Marzo 2019)